BIASCA – L’Ambrì Piotta è tornato a riassaporare le emozioni del ghiaccio, e lo ha fatto con grande ritmo, intensità e, soprattutto, con tanta voglia di tornare alla normalità.
Sotto i dettami di Luca Cereda ed il suo staff venticinque biancoblù – assenti gli infortunati Zwerger, Grassi, Incir e Pinana – hanno proseguito il percorso di preparazione che li accompagnerà verso un inizio di stagione ancora incerto.
“Noi stiamo lavorando sul 18 settembre”, ha esordito il coach di Sementina. “Lo staff tecnico ha già preparato dei piani alternativi nel caso in cui le cose dovessero mutare ma non vedo perché non dovremmo iniziare a metà settembre. Personalmente spero in un ritorno alla normalità, parlo per noi allenatori ma anche e soprattutto per quei tifosi che hanno bisogno di vivere emozioni e bei momenti di hockey. Ovviamente nel rispetto delle norme sanitarie”.
A questo proposito quali sono le regole che giocatori e staff si stanno impegnando a rispettare? Vi siete imposti qualche restrizione particolare?
“Tutti noi stiamo molto attenti alle distanze sociali e al lavaggio frequente delle mani. Un altro elemento su cui poniamo l’attenzione sono gli assembramenti in luoghi chiusi, situazione che cerchiamo di evitare il più possibile. Diciamo che quest’anno avremo a che fare con una nuova sfida, quella della flessibilità e dell’adattamento. Alla Valascia, per esempio, avremo a disposizione due spogliatoi per garantire la distanza sociale. Qui a Biasca ne utilizziamo tre. I meeting che svolgiamo sono brevi e non superano mai i 10 minuti. Insomma, si tratterà indubbiamente di una stagione particolare e noi dovremo essere mentalmente pronti a qualsiasi tipo di adattamento ci verrà richiesto dalla situazione”.
Alla ripresa degli allenamenti sul ghiaccio occorre sempre ricostruire ciò che è andato affievolendosi nel corso dell’estate. Che squadra hai trovato?
“Una squadra che ha voglia di lavorare e che, un po’ come tutti noi, ha voglia di tornare alla normalità. Il primo passo, che era rappresentato dal ritorno sul ghiaccio, è stato fatto. Si tratta ora di disputare delle partite vere e proprie. Sabato contro i Rockets avremo modo di riassaporare le sensazioni di una partita, seppur amichevole”.
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel corso di una preparazione così anomala?
“Banalmente la prima difficoltà avuta era legata al materiale. Il primo mese ha richiesto una preparazione individuale e non tutti avevano a disposizione nelle proprie case il necessario per lavorare, per questo siamo stati costretti ad adattare i nostri programmi d’allenamento. La seconda grande sfida riguarda l’adesso. Come detto si tratta di saperci adattare a una situazione che continua a mutare”.
Una delle sfide è rappresentata anche dal consolidamento del gruppo e dall’integrazione dei nuovi arrivati. Come sta andando?
“Direi bene. Vedo un gruppo sereno, specie per quanto riguarda i nuovi elementi. Nättinen, ad esempio, è arrivato una decina di giorni fa e il campo d’allenamento, che ci permette di trascorrere parecchio tempo insieme, lo aiuterà sicuramente ad integrarsi nel gruppo. Sarà una buona occasione per noi di conoscerlo meglio, e viceversa. Per quanto riguarda gli altri, nonostante gran parte della preparazione a secco si sia svolta individualmente, i nuovi arrivati si stanno inserendo sempre di più. Conoscerci meglio, integrarci e trovare i punti forti di ognuno saranno le sfide che ci accompagneranno da qui fino al 18 settembre”.
Quest’anno per la prima volta tutte le amichevoli saranno contro squadre svizzere, vedi dei vantaggi in questo?
“Non è una cosa a cui prestiamo così tanta attenzione, nelle amichevoli si tende a guardare soprattutto se stessi. Può esserci un vantaggio se una squadra ha cambiato allenatore, visto che così la si può vedere in estate e capire come vorrà giocare in campionato. Noi vogliamo però concentrarci sul fare dei passi avanti, indipendentemente dagli avversari e da quale fase di preparazione stanno attraversando… Una certa differenza in questo senso la vedevamo gli altri anni con squadre straniere, che spesso erano più avanti nella preparazione, mentre questa volta saremo tutti più o meno nelle stesse condizioni”.
Hai la percezione che questo possa essere l’Ambrì più completo dal tuo arrivo?
“Non saprei, onestamente non mi sono mai posto questa riflessione. Diciamo che sicuramente abbiamo a disposizione dei giovani che negli ultimi anni hanno maturato parecchia esperienza. Poi come sempre sarà il ghiaccio a parlare. Come diciamo sempre si tratta di lavorare bene ogni giorno, in modo che tutti possano continuare a fare dei piccoli passi avanti e crescere ulteriormente, soprattutto come gruppo”.
Cosa ha portato alla partenza di Payr nonostante un contratto ancora valido?
“Lui è un bravo ragazzo, che però cercava una partenza nuova dopo il brutto infortunio che ha avuto la passata stagione. Noi gli auguriamo il meglio per la sua carriera… A parte quando giocherà contro di noi, ovviamente!”.