AMBRÌ – Quella di martedì è stata un sconfitta importante nel percorso che l’Ambrì Piotta sta facendo nel suo campionato, ed ora resterà da vedere se questo crocevia porterà la squadra a mettere davvero quella marcia in più che sinora è rimasta solo abbozzata.
A fine partita i giocatori si sono presi del tempo in spogliatoio per discutere della situazione, ed anche coach Luca Cereda a partire da mercoledì guarderà con interesse alla reazione del suo gruppo.
“È stato un meeting solamente tra i giocatori, non so cosa si siano detti. Se ero arrabbiato? Certo! Ad Ambrì si può anche perdere tutte le partite della stagione, ma giocando con coraggio e carattere, mentre in questa partita l’abbiamo fatto solo per i primi dieci minuti del secondo tempo. Questo non va bene”, ha spiegato l’allenatore dei leventinesi.
Contro un’avversaria diretta ci si attendeva insomma di vedere un Ambrì decisamente più determinato…
“Sicuramente. A livello di carattere e coraggio la nostra prova non è stata sufficiente. Da mercoledì andremo a lavorare su quello. Vedremo se quello che i giocatori si sono detti sarà sincero o meno, ma sicuramente è un buon primo passo come presa di coscienza”.
Tra gli stimoli che hai voluto portare c’è stata anche la decisione di spostare Jannik Fischer in attacco…
“Volevamo smuovere le acque, ed avevamo bisogno qualcuno che lavorasse duro e dunque abbiamo deciso di mettere Fischer in attacco”.
Il sacrificato è stato Zwerger, che è ancora in un momento difficile…
“È una persona in difficoltà, prima di essere un giocatore in difficoltà. Cerchiamo di aiutarlo il più possibile nel limite delle nostre possibilità, non lo lasceremo mai solo e per noi non sarà mai un problema. In questa partita avevamo però bisogno di qualcosa in più in attacco ed abbiamo deciso di mettere Fischer al suo posto a livello numerico, con altre modifiche nelle linee”.
Questa è una stagione in cui cambi tantissimo le linee, segnale che non vedi ancora le cose funzionare…
“Non vedo un problema in questo senso, quando non c’è stabilità è normale cercarla. In questo momento non l’abbiamo ancora e dunque continuiamo a cercarla, a partire da me sino ai giocatori. Le linee giocano comunque tutte nella stessa maniera, con gli stessi principi di gioco, quindi per i giocatori non cambia molto. In generale siamo comunque lì a battagliare. La classifica è molto corta, ma bisogna giocare con coraggio e carattere”.
Secondo te è giusto dire che la squadra quest’anno non ha mai raggiunto quel livello di intensità ed agonismo che aveva nelle precedenti stagioni?
“Lo abbiamo visto solo a tratti, e non in maniera costante. È lì che dobbiamo lavorare. La verità è che siamo a metà regular season, e se dopo 26 partite non siamo riusciti a far passare a tutti il messaggio dobbiamo prenderci qualche colpa. Da mercoledì mattina andremo a picchiare il chiodo in questo senso, ma noi rimaniamo gli stessi. Siamo ancora uno dei piccoli club del campionato, e se non giochiamo da squadra non abbiamo nessuna chance. Questo vuol dire sacrificarsi, sudare e pagare il prezzo per i compagni”.
È preoccupante avere ancora questi problemi arrivati a metà stagione?
“Non penso sia preoccupante, ma è sicuramente il momento di agire”.