AMBRÌ – Può andare sicuramente alla pausa con il sorriso coach Luca Cereda. Il suo Ambrì Piotta si è appena guadagnato, lottando, il primo weekend da sei punti, battendo ZSC Lions e Davos in un fine settimana in cui è emersa la forza della squadra.
“Difensivamente abbiamo giocato molto bene questo weekend. In generale, siamo consapevoli che i risultati non erano sempre dalla nostra parte, ma nelle ultime 14 partite abbiamo raccolto punti in dieci occasioni. Questo qualcosa vuol dire”, ci ha spiegato l’allenatore biancoblù. “Ogni tanto abbiamo sprecato delle occasioni per guadagnare qualche punto in più, ma nelle ultime due partite abbiamo visto uno step decisivo in cui tutti i giocatori hanno dato tutto per la squadra. Questo si è visto e ha fatto la differenza”.
Sono state sicuramente le due migliori partite stagionali da questo punto di vista…
“A livello di sacrificio da parte di tutti, assolutamente sì. Gli special teams e le prestazioni del portiere sono inoltre stati molto buoni in entrambe le partite, e questo alla fine ti dà una grande mano”.
Dopo i tanti cambiamenti di inizio stagione, che hanno comportato una sfida, ora si vede un gruppo che sta diventando squadra. Sei d’accordo?
“Diciamo che abbiamo trovato una certa stabilità, e questo aiuta certi giocatori, che hanno bisogno di meno cambiamenti possibili per fare bene. Questo l’abbiamo trovato a partire dalla pausa di novembre. Ora abbiamo delle combinazioni che ci piacciono e che cerchiamo di portare avanti per costruire qualcosa a medio-lungo termine”.
È l’energia di DiDomenico e Kubalik ad avere avviato questo processo, oppure al contrario le loro prestazioni sono il risultato del lavoro di squadra?
“Penso che loro due si trovano bene assieme. Kubalik è cresciuto tanto. Come tutti gli scorer, quando non segna perde un po’ di fiducia, forza fisica e resistenza. Lui si è dunque messo a cercare di ritrovare questi ingredienti con un po’ più di lavoro sporco e fisico, e poi la fortuna è tornata dalla sua parte. In quelle fasi in cui non segnava ci ricordiamo, ad esempio, che aveva colpito parecchi pali. Poi chiaro, per DiDomenico non era semplice arrivare in una squadra nuova e capire subito gli automatismi, le gerarchie e il modo generale in cui un gruppo funziona. Sapevamo che con il passare del tempo si sarebbe integrato meglio”.
Per la stabilità che menzionavi prima, un giocatore di centrale importanza può essere Maillet. Ha incontrato varie difficoltà, ma tra alti e bassi appare in crescita…
“Bisogna premettere che fare un po’ dentro e fuori non è mai l’ideale per un giocatore, ma ho trovato anch’io che sia in crescita dalla pausa di novembre. Sapevamo che è un giocatore un po’ “diesel”. L’anno scorso nelle prime 30 partite in AHL ha fatto pochi punti, ma poi nelle ultime 30 ha viaggiato praticamente alla media di un punto a incontro… Uguale in KHL, dove ha finito come MVP dei playoff. Sapevamo che è un giocatore che ha bisogno di un po’ più di chilometraggio per emergere. Pensiamo che possa ancora crescere, considerando anche che pure lui è arrivato in un contesto completamente nuovo”.