
(Berend Stettler)
LUGANO – È un Lugano che sta ancora conoscendo sé stesso, ad immagine dei tanti nuovi giocatori che rivestono oggi un ruolo fondamentale in squadra. Tra questi troviamo anche lo statunitense Connor Carrick, che dopo tre partite è il giocatore più impiegato da Mitell ed il suo staff.
“Dalla National League sapevo di dovermi aspettare qualcosa di diverso da quanto ero abituato, ma è sempre difficile immaginare come saranno le cose”, ci ha spiegato il difensore. “Devo ancora imparare le caratteristiche delle varie squadre avversarie, e di conseguenza il modo in cui le andiamo ad affrontare. La stagione è una maratona, ma ovviamente prima si capiscono alcuni aspetti, meglio è. La cosa che ho subito capito, però, è che qui il pubblico è davvero rumoroso”.
Il clima è effettivamente molto diverso dal Nordamerica, ti piace?
“Sì, in termini di energia è proprio ciò che vuoi come giocatore. È bello essere in pista davanti a tifosi eccitati e a cui importa quello che fai sul ghiaccio. In passato ho infatti visto anche l’esatto opposto. Alcune partite AHL si giocano nel silenzio praticamente totale, e sembra di essere in pista davanti a cinque persone. C’è meno motivazione nell’alzarsi al mattino. Qui tutto è sicuramente più divertente ed esaltante”.
Avete sinora affrontato tre delle squadre che dovrebbero essere al top della lega, è stato un aiuto per farvi capire cosa ancora vi manca?
“Diciamo che ogni volta che come squadra giochi bene, trovi aspetti che possono essere d’ispirazione a tutti, ma d’altro canto quando affronti avversari di un certo livello, è utile perché hai un termine di paragone e vedi chiaramente il livello che devi raggiungere per essere alla loro altezza. Ovviamente nessuno di noi vuole perdere delle partite, ma quando succede – specialmente ad inizio stagione – da professionista sai di dover imparare. La sconfitta ti mantiene umile ed onesto con te stesso, devi rimuovere le cattive abitudini perché ti rendi conto che ti costano dei punti preziosi”.
Sinora avete giocato tre partite promettenti, ma tutte perse…
“Inutile girarci attorno, bisogna essere onesti e dire che è estremamente frustrante. Come giocatore devi però recuperare velocemente, sia che si tratti di un cambio andato male, oppure dopo una sconfitta. È parte del lavoro. Quando si vince è facile dire che ci si vuole focalizzare sul processo, è un po’ meno semplice quando si perde”.
In particolare state facendo fatica a segnare, cosa vi manca?
“Tutto succede velocemente, ma credo che l’aspetto principale che dobbiamo migliorare è l’esecuzione e la presa di decisione. Come giocatore puoi contribuire mettendo assieme qualche giocata in più ben eseguita, oppure prendendo delle decisioni migliori, e se tutti lo fanno le cose inizieranno a girare. Se saremo capaci di migliorare in questo senso il nostro gioco ci sembrerà più semplice, e diventerà più difficile per gli avversari da arginare. La lega è davvero serrata, non ci saranno partite facili. Dobbiamo mettere più spesso gli avversari in situazioni difficili”.
In coppia come previsto sei con Mirco Müller, sulla carta un partner ideale…
“Esatto, e penso che le cose stiano andando bene. Mirco è esattamente il giocatore che ti aspetti, difende bene ed il suo gioco di bastone è un problema per gli avversari. Stiamo cercando di trovare alchimia il più velocemente possibile, mentre gli allenatori cercano di schierarci nelle situazioni e contro avversari più ideali alle nostre caratteristiche”.



