GINEVRA – AMBRÌ
2-3
(0-1, 0-1, 2-0; 0-1)
Reti: 9’06 Kneubuehler 0-1, 21’31 Hofer (Trisconi) 0-2, 45’45 Tömmernes (Kast) 1-2, 46’04 Skille (Rod) 2-2, 60’29 Fora (Zwerger) 2-3
Note: Les Vernets, 5’609 spettatori. Arbitri Hebeisen, Mollard; Progin, Pitton
Penalità: Ginevra 4×2′, Ambrì 3×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Rohrbach)
GINEVRA – Con una classifica così corta ed il nuovo obiettivo diventato ufficiosamente l’accesso ai playoff – anche perché la salvezza è oramai cosa fatta – può essere difficile concentrarsi sui due punti guadagnati e non su quello perso, ma la trasferta di Ginevra ha detto tanto sulle possibilità di questo Ambrì, e lo ha fatto in quel frangente in cui la squadra è stata messa alle strette.
Incassati due gol nel brevissimo volgere di 19 secondi dopo aver tenuto sotto controllo gli avversari per 45 minuti, la squadra di Cereda ha infatti mostrato negli attimi successivi una grande maturità, reagendo come meglio non avrebbe potuto ad una vera e propria doccia fredda.
In passato una situazione del genere avrebbe visto la proverbiale palla di neve trasformarsi velocemente in una valanga, ed il Ginevra avrebbe approfittato dell’euforia venutasi a creare per trovare anche il gol dell’allungo, e fine della storia. Questo è però un Ambrì Piotta che ha fatto passi avanti importanti – anche se altri ne rimangono da fare – ed incassato il 2-2 la squadra ha immediatamente ritrovato concentrazione e attitudine giusta.
Dopo diversi cambi promettenti, Kubalik a soli 15 secondi dall’ultima sirena ha sfiorato il gol della vittoria – costringendo Tömmernes ad un fallo rivelatosi chiave – prima di vedere Fora fulminare l’ottimo Descloux con un autentico missile, che ha consegnato il meritato secondo punto in palio alla squadra ospite.
L’Ambrì ha mostrato così un grande carattere ed una buona lettura e gestione della situazione venutasi a creare, e forse assistere a questo tipo di reazione ha un valore ancora più grande del punticino lasciato per strada.
Degli indizi in questo senso li si erano d’altronde scorti già nei primissimi minuti, quando Novotny e compagni avevano superato senza troppi patemi d’animo un boxplay di cinque minuti – penalità di partita a Rohrbach per un intervento ai danni di Riat -, mentre a fine partita il conteggio dei tiri bloccati dai biancoblù segnava addirittura un 24. Numeri da far invidia allo stesso McSorley, i cui uomini sono apparsi decisamente meno ispirati di quelli agli ordini di Cereda.
Le due segnature leventinesi sono infatti arrivate a seguito di grossolani errori dei padroni di casa – Dufner ha consegnato su un piatto d’argento l’1-0 a Kneubuehler – anche se sul raddoppio di Hofer va apprezzato il lavoro di Novotny alla balaustra per recuperare il puck ed il bell’assist di Trisconi.
Sull’altro fronte il Ginevra ha invece faticato a trovare una vera reazione, ed ha continuato a scontrarsi con una difesa biancoblù ben organizzata e che a Wingels e banda ha sì spesso concesso il possesso del puck, ma che ben raramente ha evidenziato falle che permettessero al Servette di impensierire sul serio Manzato. Dopo due periodi di gioco l’Ambrì aveva così tirato il doppio rispetto ai granata (13-26), ed oggettivamente la manovra orchestrata da McSorley era apparsa piuttosto sterile.
Nella terza frazione i leventinesi hanno però pagato a caro prezzo una fase a 3-contro-5 che il Servette ha sfruttato per impattare la sfida grazie a Tömmernes e Skille. In un lampo tutto è stato rimesso in discussione. Peccato, soprattutto considerando che in precedenza Kubalik (asta piena) e più volte Zwerger (gran partita la sua) avevano avuto delle grandi chance per ammazzare la sfida infilando il 3-0.
Il terremoto rappresentato dai due gol non ha però come detto fatto cadere la costruzione dell’Ambrì Piotta, che ha ricominciato a lavorare ed incassato la giusta ricompensa all’overtime. Un punto è stato lasciato per strada, ma il messaggio lanciato per ottenere gli altri due è di quelli importanti.
IL PROTAGONISTA
Dominic Zwerger: Non è riuscito a trovare il gol, ma il suo buon momento di forma è continuato anche a Ginevra, dove sul ghiaccio è stato una vera furia.
Fisicamente sempre più presente e tecnicamente eccezionale come di consueto, l’austriaco ha avuto sul suo bastone tante buone chance – ben sei tiri per lui, secondi solo agli otto di Kubalik – ed ha saputo smistarne altrettanto in favore dei compagni. Fondamentale, anche quando non va a segno.