LUGANO – LOSANNA
4-3
(1-1, 0-2, 2-0; 1-0)
Reti: 3’47 Grossmann (Roth, Malgin) 0-1, 10’38 Antonietti (Boedker) 1-1, 21’43 Frick (Bertschy) 1-2, 32’56 Bertschy 1-3, 44’58 Zangger (Heed, Herburger) 2-3, 47’24 Boedker (Arcobello, Loeffel) 3-3, 61’42 Fazzini 4-3
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Hebeisen, Nikolic; Cattaneo, Wolf
Penalità: Lugano 1×2′, Losanna 4×2′ + 1×10′
Assenti: Elia Riva, Bernd Wolf (infortunati), Loic Vedova, Matteo Romanenghi (Rockets), Tim Traber, Dominic Lammer (sovrannumero)
LUGANO – Questa volta sarebbe stato un peccato vederli uscire dal ghiaccio senza punti. Sì, perché pur con tutti i suoi limiti, le sue contraddizioni e le arrabbiature che fa prendere, il Lugano visto contro il Losanna non avrebbe meritato una sconfitta, ancor più se da zero punti.
Reduci dalle due vittorie poco convincenti sul piano del gioco contro Rapperswil e Berna, i bianconeri erano infatti chiamati a mettere sul tavolo qualcosa di più di quello proposto nelle ultime due partite, e difatti contro i biancorossi Boedker e compagni non si sono nascosti, ma ci hanno provato e hanno alzato la testa di fronte a una delle squadre più forti del campionato.
Ripetiamo, la squadra di Pelletier non si è disfata tutt’a un tratto dei suoi problemi, ma ha saputo limarli, e lisciando qualche spigolatura è riuscita a proporre una partita competitiva e finalmente più “cattiva”, pur soffrendo quando Malgin e compagnia cantante decideva di alzare il ritmo delle danze e di far ballare il disco a velocità a dir poco notevoli.
Se dal primo tempo, chiuso sull’1-1 il Lugano è uscito confortato per quello che aveva proposto, si poteva pensare a una sfida equilibrata nel suo proseguo, e non fosse stato per due gol presi “così”, soprattutto per quel clamoroso errore di Heed – e ricorderete bene, non è il primo – che ha consegnato un assist facile facile per Bertschy.
Un peccato, perché dal secondo vantaggio ospite i bianconeri avevano trovato delle forze per reagire, anche se la difficoltà nel trovare occasioni da rete chiare e a getto regolare ha lasciato monco il gioco offensivo, per una volta che dal terzo difensivo si usciva con meno difficoltà del solito.
Sicuramente su quest’ultimo aspetto c’è anche il fattore di un avversario più tecnico e che lascia più spazi di gioco, rispetto alla rottura e al caos visti in pista contro Rapperswil e Berna, ma che l’attacco bianconero faccia sempre così fatica ad affondare i colpi non è solo un problema di schemi, ma di idee e soprattutto di alternative alle soluzioni che non funzionano.
Era difficile pensare che quel Lugano, fin lì anche buono, potesse recuperare o gestire una partita da raddrizzare in un tempo, considerate certe fragilità e le mancanze in chiave di finalizzazione, ma la spinta è arrivata, forse non a caso da due giocatori che già in settimana si erano mostrati in buona forma: Zangger e Haussener.
I due venuti da Biasca non hanno mai fatto mancare il loro apporto, Zangger ha nelle gambe un bel ritmo, anche se non sempre riesce ad avere lo spunto in più, ma ha avuto il merito di costruirsi la rete del 2-3, mentre Haussener, dopo la promozione in prima linea (ohibò, udite udite…) è stato decisivo per il 3-3 di Boedker con un movimento al centro e un velo su Boltshauser molto intelligenti.
Insomma i due venuti dalla Swiss League per aumentare la concorrenza hanno fatto più di quello che si sperava, e soprattutto Haussener ha mostrato delle qualità che è difficile capire perché vengano sempre rintanate a Biasca a favore di alcuni interpreti decisamente imballati da mesi e mesi.
Ma questi sono discorsi ampi e che richiederebbero più righe, la cosa importante è che il Lugano, con una prova di squadra, di carattere e anche di alcuni sprazzi di qualità che non si vedevano da tempo ha strappato due punti che rischiavano di essere addirittura zero per colpa dei soliti limiti.
Ma stavolta la squadra è stata più forte delle sue paure, e lo sforzo è stato encomiabile per una vittoria che può fare solo del bene e che lancia segnali più incoraggianti – visto anche l’avversario – delle due prestazioni precedenti. Rimontare una partita messa in quella posizione da un Losanna cinico e capace di aumentare il ritmo a proprio piacimento non è stata un’impresa facile, anche i vodesi hanno dato fondo alle loro energie, e probabilmente sul piano morale e della fiducia valgono molto di più questi due punti dei sei incassati tra domenica e martedì.
IL PROTAGONISTA
Mikkel Boedker Oltre al gol del 3-3 trovato con pazienza e senso della posizione, l’attaccante danese si è battuto (e sbattuto) per tutto l’incontro, facendo sentire la sua presenza in ogni zona della pista e in ogni situazione di gioco, dimostrando di essere prima di tutto un giocatore di quantità e di portare un equilibrio fondamentale alla sua linea.
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