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Interviste

Canonica: “Abbiamo faticato, ma si è visto un gioco più duro e il boxplay ci ha dato la carica”

L’attaccante ha segnato in shorthand la rete decisiva: “Aleksi Peltonen aveva avuto una chance simile, e gli avevo detto di tirare tra le gambe del portiere la volta successiva. Poi l’occasione l’ho avuta io, e così ho fatto”

PORRENTRUY – Una vittoria sofferta in quel di Porrentruy, in una sfida difficile come prevedibile. Alla fine contava solo portare a casa i tre punti per il Lugano, come conferma il game-winner Lorenzo Canonica.

“Assolutamente, dopo il terzo tempo contro il Langnau ci siamo detti che a Porrentruy bisognava entrare con un’altra mentalità, in maniera più dura su tutti i 60 minuti, e così è stato a mio avviso. Abbiamo faticato, ma siamo sempre rimasti in partita e resistere in doppia inferiorità numerica in entrata di periodo centrale ha dato il via alla rimonta”.

Hai segnato la rete decisiva in boxplay. Quando arrivi a tu-per-tu con il portiere come agisci? Hai il tempo per riflettere o vai d’istinto?
“Ti svelo una chicca. All’inizio del terzo tempo ho detto ad Aleksi Peltonen, che aveva avuto una chance simile nel periodo centrale, che la prossima volta avrebbe segnato tirando in mezzo alle gambe, e gli ho detto che se fosse capitato a me avrei pure cercato quella soluzione. Quando mi sono ritrovato solo davanti a Patenaude quindi sapevo già cosa avrei fatto. È andata bene”.

È stata una sfida particolare anche in virtù dell’orario, e siete arrivati già il giorno prima in loco. Non succede spesso specialmente durante la regular season. Cambia qualcosa, è magari bello fare una notte lontano da casa, cambiare la routine e rafforzare lo spirito fuori dal ghiaccio?
“Sicuramente, è sempre bello trascorrere questo tempo con la squadra, trascorrere la sera assieme. Un viaggio ad esempio come Ginevra è piuttosto lungo, ma ce lo godiamo, parliamo insieme e facciamo varie attività. Sabato è stato molto bello cenare tutti insieme”.

Torniamo brevemente al match, non avete sicuramente fatto una prova perfetta, ma si sono visti grinta e attitudine, appunto anche quando siete sopravvissuti a 3 contro 5. È stata la chiave, poteva essere l’inizio della fine…
“Assolutamente, una volta superata quella fase si è proprio visto che avevamo un’altra energia in attacco, abbiamo messo più dischi verso la loro porta e creato più occasioni. Anche nell’ultimo periodo non abbiamo mollato, si è notata una certa stanchezza nelle file avversarie e quindi volevamo spingere sull’acceleratore e pattinare tanto”.

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