
BIASCA – A dicembre spegnerà 38 candeline e quella che sta per cominciare sarà la sua 22esima e ultima stagione in National League. Dario Bürgler è pronto a vivere il suo ultimo capitolo da professionista con la maglia dell’Ambrì-Piotta, squadra di cui sarà capitano in avvio di campionato vista l’assenza forzata di Daniele Grassi. Al termine dell’amichevole persa per 4-1 contro il Friborgo, abbiamo raccolto le impressioni del numero 87 a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione.
Le amichevoli sono concluse. Con la tua esperienza, dopo tante stagioni alle spalle, come arriva l’Ambrì al debutto di martedì contro il Kloten?
“Chi siamo per davvero lo scopriremo solo strada facendo, ma sto osservando un buon gruppo con un bel carattere. Chiaramente tutto questo andrà testato quando saremo confrontati alle prime difficoltà, ma al momento le sensazioni sono più che positive”.
Questa è la fase in cui si cerca la giusta chimica tra le linee. Il terzetto Landry–DeLuca–Joly ha dato spunti interessanti, cosa ne pensi?
“Sì, sono d’accordo. Il preseason è fondamentale per provare schemi, combinazioni e linee. Questo ti permette anche di testare delle alternative in caso di ferimenti futuri. È ancora un po’ presto per sapere con certezza come sarà il lineup definitivo che debutterà martedì prossimo, ma credo che lo staff sia già riuscito ad individuare alcuni terzetti interessanti che possono funzionare”.
Vedi delle criticità evidenti che la squadra deve ancora sistemare in vista dell’inizio?
“Abbiamo concesso troppi turnover e troppo spesso abbiamo preso la decisione sbagliata, anche quando non avevamo pressione addosso. Questo lo andremo a sistemare nei prossimi giorni, tra allenamenti e partite, e sarà fondamentale che ogni uomo lavori in questo senso supportando i propri compagni. Si tratta di un aspetto corale del gioco che solamente lavorando tutti insieme riusciremo a perfezionare”.
Avete perso tutte e quattro le amichevoli giocate contro squadre di National League, è un aspetto che può destare qualche preoccupazione?
“No, non direi. Non ricordo come sono andate le amichevoli di preseason dell’annata passata, ma ci può stare. In partite come queste conta poco il risultato ma come lavori, l’attitudine e, come dicevo prima, riuscire a trovare la giusta chimica tra i giocatori applicando gli schemi testati durante l’estate. Non è detto, poi, che ogni squadra sia allo stesso punto della propria preparazione per cui no, non sono minimamente preoccupato e guardo con fiducia all’esordio di martedì”.
Inizi questa stagione con la “C” di capitano, vista l’assenza di lungo corso di Daniele Grassi. Questo può cambiare alcune dinamiche all’interno dello spogliatoio?
“Spesso queste lettere cucite sulla maglia diventano rilevanti per chi deve incaricarsi di discutere con gli arbitri. In questa prima parte di stagione toccherà di più a me e me ne farò una ragione (ride, ndr.). Parlando seriamente no, all’interno dello spogliatoio gli equilibri sono piuttosto consolidati e il capitano parla solo in momenti ben specifici, per cui le dinamiche non cambieranno moltissimo”.
Questa sarà la tua ultima stagione da professionista. Ti fa strano pensare che a marzo sarà tutto finito?
“Sai quando ci penso? Alla fine di un allenamento particolarmente tosto e mi dico, ma chi me l’ha fatto fare! (ride, ndr.) Scherzo naturalmente. Amo l’hockey su ghiaccio e le mie stagioni a Zugo, Davos, Lugano e Ambrì sono lì a dimostrarlo. Sono sano, in forma, mi sento molto bene e come sempre cercherò di potare tutta la mia esperienza per aiutare la squadra a disputare una stagione di cui si possa andar fieri. Non vedo l’ora di iniziare”.
Un giocatore di quasi 38 anni, alla sua ultima stagione tra i professionisti, ha ancora degli obiettivi da raggiungere?
“Sì. Voglio giocare i playoff con l’Ambrì”.



