AMBRÌ – Al termine di una partita disputata in un contesto di grande commozione, l’Ambrì non ha saputo trovare gli argomenti necessari per venire a capo del Langnau.
Con Dario Bürgler abbiamo cercato di analizzare la serata della Gottardo Arena. “Fatico a trovare le parole per esprimere le sensazioni vissute da Dario (Wüthrich, ndr.) e da tutti noi in questa serata così surreale”, ha spiegato il numero 87. “È un momento difficile, che va al di là dello sport, e ciò che possiamo fare come squadra è di stargli vicino il più possibile. Poi dovrà essere forte e trovare il suo modo per riuscire ad andare avanti”.
Per quanto concerne il match, abbiamo assistito ad una prova complicata e per molti aspetti insufficiente. Ci aiuti ad analizzarla?
“Abbiamo iniziato bene ma credo che con il passare dei minuti le situazioni speciali non sfruttate ci hanno tolto il momentum. Così non va bene, dobbiamo fare meglio e trovare le necessarie soluzioni per trovare con maggiore facilità la via del gol. A separarci da loro c’era soltanto una rete, che però ancora una volta non è arrivata. Dobbiamo essere critici verso noi stessi e dare di più”.
Hai parlato del powerplay che, giovedì sera, ha mostrato tutti i suoi limiti. È però da inizio stagione che questo tipo di esercizio fatica a funzionare. Cosa fare ancora per provare ad invertire la tendenza?
“Nel corso della stagione abbiamo cambiato un paio di schemi e, insieme, cerchiamo costantemente di trovare soluzioni. Non solo lo staff tecnico, ma anche noi giocatori. Occorre insistere, scendere in pista con lucidità e non scoraggiarsi. Io in primis sono frustrato, sia chiaro. Non sono felice della situazione. Credo però in me e nel gruppo. In passato abbiamo già mostrato di avere la forza di saperci rialzare. Basta poco: un dettaglio, una deviazione, un gol fortunoso. Qualcosa che inverta il trend e che ti dia una bella iniezione di fiducia nelle tue giocate. Purtroppo il momento non è dei più felici e dobbiamo esserne consapevoli, ma questo non significa che dobbiamo accettare la situazione e subirla passivamente. Abbiamo le risorse per venirne a capo e di questo ne sono più che sicuro”.
Una costante di questa stagione sono le sconfitte che si susseguono dopo le pause. Come te lo spieghi?
“Così a memoria direi che si tratta di un problema legato a questa stagione. In quelle passate riuscivamo a gestire meglio questi periodi. Il motivo? Non saprei dirti. Credo si tratti perlopiù di casualità. Si tratta semplicemente di insistere perché, durante la pausa, abbiamo lavorato bene ed intensamente. Abbiamo fatto tutto nel modo giusto, insomma. E mentalmente eravamo pronti”.
Nonostante una prova difficile siete comunque rimasti attaccati al Langnau e avete più volte sfiorato la rete del pareggio. Eppure la sensazione è che l’Ambrì non sia mai stato nella condizione di vincere questa sfida, sei d’accordo?
“Non ho mai avuto la sensazione che fossimo la peggior squadra sul ghiaccio. Ci siamo creati le nostre occasioni… penso al palo di Kubalik o a quell’occasione di Heed stoppata dal pattino. Poi però è sempre mancato qualcosa. Ripeto, sta a noi giocatori di riuscire a fare quello step in più, quella giocata vincente o quel tiro ficcante in grado di girare le sorti delle partite. Purtroppo in questa stagione sta capitando troppo spesso che, in un modo o nell’altro, riusciamo a trovare il modo di perdere le partite”.
Concretamente cosa fare allora per invertire immediatamente la tendenza?
“Non dobbiamo lasciarci andare. È tutta una questione di testa. Dobbiamo mantenere uno spirito positivo e scendere in pista con fiducia. Non serve a nulla panicare, bisogna andare alla ricerca di quella leggerezza che ti permette di esprimerti al meglio sul ghiaccio”.
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