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Lugano

Brutta frenata del Lugano, il Bienne rimonta e dilaga sui bianconeri

BIENNE – LUGANO

6-2

(3-2, 3-0, 0-0)

Reti: 2’24 Dal Pian (Kostner, Reuille) 0-1, 11’11 Pettersson (Martensson, Klasen) 0-2, 11’40 Jelovac (Lüthi, Joggi) 1-2, 13’44 Macenauer (Moss, Sutter) 2-2, 19’32 Arlbrandt (Macenauer) 3-2, 23’08 Sutter (Herburger, Berthon) 4-2, 32’06 Herburger (Arlbrandt, Tschantré) 5-2, 39’13 Tschantré (Haas, Arlbrandt) 6-2

Note: Tissot Arena, 5’343 spettatori. Arbitri Massy, Stricker; Kovacs, Tscherrig
Penalità: Bienne 3×2′, Lugano 4×2′

BIENNE – Dopo l’ottava vittoria di fila ottenuta tra le mura amiche, il calendario ha messo di fronte ai bianconeri ancora il fanalino di coda Bienne, incontrato in un doppio turno soltanto dieci giorni prima. Entrambi gli incontri si erano conclusi con la vittoria dei bianconeri per 3-2, con il Lugano costretto a sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sui bernesi.

Gli uomini di Shedden, sempre senza Morini, Steinmann, Furrer e con Fazzini mandato ad assaporare un po’ di ghiaccio in quel di Rapperswil fino a fine gennaio, si sono presentati alla Tissot Arena con i medesimi effettivi che hanno affrontato il Losanna soltanto due giorni prima. Recuperato dunque Filppula, in dubbio negli scorsi giorni a causa dell’influenza che ha fermato invece Stapleton.

Le due sfide di inizio gennaio tra le due compagini hanno denotato grande equilibrio, con i bianconeri che non erano riusciti ad imporre la loro superiorità tecnica, faticando oltremodo per venire a capo di un Bienne sì coriaceo ma poco preciso e spesso difettoso in retrovia.

Memore dei problemi avuti, il Lugano è partito attaccando a testa bassa, mettendo in grande difficoltà Rytz e compagni più di una volta nei primi 5 minuti di gioco. La rete di Dal Pian, la prima per lui in questa stagione, è solo la logica conseguenza della grande pressione operata dai bianconeri.

Gara che sembrava dunque indirizzata sui binari giusti, visto anche il raddoppio operato dal topscorer Pettersson in 4-contro-3. Ma, come spesso è capitato in stagione, il doppio vantaggio ha avuto effetto soporifero sui bianconeri, che si sono fatti recuperare nel giro di un attimo.

La gara, che fino al secondo gol del Lugano era saldamente in mano ai sottocenerini, ha cambiato completamente faccia, col Bienne a diventare sempre più pericoloso di pari passo con l’aumento delle difficoltà della retroguardia bianconera, spesso in confusione sugli attacchi dei vari Moss, Macenauer e Arlbrandt. Proprio quest’ultimo ha infilato a pochi secondi dalla sirena il gol del sorpasso.

Chi si aspettava la pronta reazione dei bianconeri è probabilmente rimasto deluso, perchè il Bienne ha continuato a maramaldeggiare nel terzo del Lugano, con Merzlikins costretto a capitolare una quarta volta grazie alla deviazione di pattino di Sutter. Gli uomini di Shedden hanno continuato a subire le veementi folate offensive dei bernesi, mostrando come si faccia sentire l’assenza di un leader difensivo come Furrer, capace sia di gestire il disco con calma che di impostare il gioco con sicurezza.

Orfana del proprio miglior terzino, la squadra bianconera ha continuato a subire il gioco del Bienne, senza riuscire a cambiare marcia per tutto il resto dell’incontro ed affidandosi soltanto a qualche spunto dei singoli per impensierire – nemmeno troppo, a dire il vero – il cerbero dei padroni di casa. Il Bienne ha invece dimostrato tutto il suo potenziale in powerplay, trovando ancora due volte la via della rete con l’uomo in più e portando il passivo dei bianconeri a sei.

Nel terzo tempo il Lugano ha provato qualche timido attacco ma, se si toglie un palo colpito da Ulmer, di veri pericoli per Rytz non ce ne sono stati, col Bienne che ha gestito l’ampio vantaggio ottenuto nelle prime due frazioni.

Il Lugano ha avuto il grande demerito di addormentarsi dopo il doppio vantaggio ottenuto nel primo tempo, adattandosi al ritmo del Bienne e proponendo una difesa passiva e spesso in ritardo sulle marcature. La squadra di Shedden non ha praticamente operato filtro a centropista, permettendo agli attaccanti bernesi di insinuarsi nel terzo offensivo ticinese spesso e senza incontrare alcun ostacolo.

Merito anche di un Bienne che non si è perso d’animo dopo le due marcature subite ad inizio partita ma ha aumentato il ritmo, trovando azioni ficcanti e reti spesso pregevoli (da far vedere nelle scuole hockey la gestione del powerplay che ha portato al sesto gol). Ai bianconeri si può rimproverare soprattutto il calo di tensione dopo essere andati in vantaggio, con la possibilità di poter incanalare la partita sui binari giusti.

L’assenza di Furrer è una minima scusante, ma non può giustificare la marea di occasioni da rete concesse al Bienne, con i vari Vauclair e Hirschi (i più in difficoltà di una difesa comunque insufficiente su tutta la linea) spesso in ritardo nei loro interventi e confusi nelle ripartenze. Dagli uomini di maggior esperienza ci si aspetterebbe maggior aiuto soprattutto in queste situazioni delicate, invece la presenza sul ghiaccio dei due difensori ha spesso portato a pericoli per la gabbia di Merzlikins o penalità evitabili.

Con la regular season quasi agli sgoccioli, questa sconfitta è sicuramente un campanello d’allarme per  Shedden, viste le difficoltà della difesa senza Furrer e i cali mentali dei suoi durante le partite. Forse la sconfitta, preannunciata da qualche scricchiolio nelle ultime uscite, è arrivata al momento sbagliato, in una rincorsa ai piani alti della classifica che ora si fa difficile, ma magari arriva al momento e nella maniera giusta per mettere davanti a tutti i problemi su cui lavorare in vista dei playoff.

Questa pesante battuta d’arresto non cancella i progressi fatti sin qui, ma bisognerà reagire immediatamente per riuscire ad agguantare la posizione di classifica migliore possibile, magari chissà, pensando a un innesto che possa aiutare la fase difensiva e il powerplay, i veri crucci bianconeri di questo Lugano di inizio 2016, che continua ad avere qualche mal di trasferta.

fattore2

LE AMNESIE DIFENSIVE: La difesa bianconera ha vissuto una serata a dir poco complicata, lasciando spesso e volentieri i giocatori in maglia blu liberi di colpire davanti a Merzlikins.

È vero che la retroguardia bianconera era orfana di un pilastro come Furrer, ma i giocatori sottocenerini hanno concesso praterie ai biennesi, che commossi hanno ringraziato. Nel momento migliore dei bianconeri la tenuta difensiva è venuta a mancare, vanificando gli sforzi fatti per portarsi in vantaggio e consegnando la sfida nelle mani del Bienne.

Studente di comunicazione all'USI di Lugano, Diego si occupa delle interviste post-partita dalla Resega.

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