
(Jari Pestelacci)
LUGANO – L’ultimo test è andato agli archivi, e tra meno di una settimana si farà sul serio. Il Lugano avrà così il compito di farsi trovare nelle migliori condizioni possibili per il debutto, anche se i tanti cambiamenti in rosa – e qualche infortunio – hanno reso meno agevole del voluto la fase di preparazione.
Tra i nuovi volti che sicuramente hanno ben impressionato, e che sono impegnati ad integrarsi al meglio, troviamo il giovane difensore Brian Zanetti, tornato a Lugano dopo alcuni anni lontano dal Ticino.
“Da subito la squadra mi ha accolto bene, mi sono integrato velocemente. Ci sono tanti nuovi giocatori, ma si è creato un gran bel gruppo e sono felice dell’inizio, a parte le ultime due amichevoli… Ma stiamo iniziando a giocare con il nostro sistema e stiamo cercando le giuste abitudini, poi sono sicuro che durante la stagione le cose andranno bene”, ci ha raccontato il 22enne dopo l’amichevole contro il Kladno.
Quando hai firmato c’erano ancora Gianinazzi come allenatore e Domenichelli come GM. Con l’arrivo di Mitell e Steinmann qualcosa è cambiato per te, oppure il discorso sul tuo sviluppo è il medesimo?
“In entrambi i casi le idee erano le stesse. Anche con il cambiamento di staff sono felice, mi stanno spingendo tanto e penso che potrò fare i passi avanti che sono nelle mie intenzioni, per aiutare al massimo la squadra”.
Oggi sei un professionista, ma quando partisti da Lugano fu per fare un campo di allenamento con i Philadelphia Flyers, che ti avevano draftato. Com’è stato quel momento?
“È stata una grande esperienza, che mi ha aiutato sia per il mio passaggio in Canada nelle leghe giovanili, ma anche per affrontare il trasferimento a Langnau che per me comportava il salto in una lega di adulti. È stato un grande aiuto, da quel periodo avevo potuto trarre tanti spunti”.
Con i Peterborough Petes in OHL hai vinto anche un campionato, in un luogo in cui l’hockey è visto praticamente come una religione…
“Esatto, ed è stato bellissimo. Nelle leghe giovanili può capitare che non ci siano molti spettatori, ma quell’anno avevamo una squadra molto forte e anche quando giocavamo in trasferta le piste erano piene. È davvero un bel ricordo per me, anche perché ho potuto giocare assieme a dei ragazzi davvero forti, da cui ho potuto imparare e rubare qualche trucco del mestiere”.
Hai dei rimpianti per non essere riuscito a fare un salto già in Nordamerica verso una lega professionistica?
“No, non direi. Guardo alle cose come un percorso da fare un passo dopo l’altro, il mio compito è continuare a progredire senza pensare troppo avanti. Adesso sono a Lugano, e con questo gruppo voglio crescere sia in termini individuali che come squadra. Poi vedremo cosa succederà”.
Al tuo ritorno in Svizzera hai scelto Langnau, oggi con il senno di poi la decisione si è rivelata azzeccata per la tua crescita…
“Sì, anche se sul momento non è stata facile da prendere. Ma sono soddisfatto dei due anni passati ai Tigers, sono cresciuto individualmente, e anche come squadra avevamo fatto dei grandi passi avanti. Anche quella è stata un’esperienza che mi sarà di grande aiuto”.
Su quella panchina hai trovato Paterlini, ma anche Hirschi come responsabile della difesa. Cosa hai imparato da entrambi?
“Tutti e due mi hanno lasciato qualcosa. Avevano un ruolo ben definito, dunque a livello difensivo ho preso forse di più da Steve, visto che avevamo un contatto più stretto. Ma anche Thierry mi ha dato tanto a livello di sistema e idee per poter migliorare. Entrambi sono stati importanti, e devo ringraziarli”.
Qui a Lugano trovi tanta concorrenza, situazione che deve essere da stimolo…
“Esattamente. Qui il livello dei difensori è davvero alto, forse tra i migliori della lega in termini individuali. Questo è stato anche uno degli aspetti che mi ha convinto a tornare, per prendere spunti dagli altri e spingere me stesso ad un livello ancora più alto. Mi piace avere questo tipo di concorrenza”.



