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Interviste

Biasca: “Poter contribuire al successo è stato perfetto, ma ho ancora tanto da imparare”

Il giovane ha segnato il gol decisivo al debutto in NL: “Il livello è alto, ma posso approfittare della grande esperienza di compagni esperti. Sarà un lungo cammino, ne sono consapevole e sono pronto ad affrontarlo”

AMBRÌ – Come nelle favole! Esordire in National League e siglare il game winning goal. La serata di venerdì alla Gottardo Arena rimarrà impressa per tutta la vita nella testa e nel cuore del 20enne Attilio Biasca, dopo un delizioso assist di Simion ribadito in rete con una pregevole deviazione in backhand.

“Ho provato tante emozioni, contribuire al successo della mia squadra contro un forte Ambrì Piotta è semplicemente perfetto”.

Quando il disco è entrato in rete hai fatto in tempo a carpire le sensazioni?
“È andato tutto così veloce, ho provato una grande emozione, ma il gol è in sostanza tutto di Simion, mi ha fornito un passaggio incredibile. Il disco? L’ho già ricevuto!”.

Come ti sei trovato a giocare ai massimi livelli tra gli adulti?
“Il livello è davvero molto alto, devo ancora imparare tantissimo, ma io voglio appunto apprendere molto e ho la fortuna di avere al mio fianco grandi compagni esperti, posso dunque approfittare al massimo della loro presenza. Sarà un lungo cammino, ne sono consapevole e sono pronto ad affrontarlo”.

Sei reduce da un campo di allenamento con i St Louis Blues…
“È stata una bellissima esperienza, molto arricchente, ho potuto portare a casa molto da quella settimana, sono davvero grato di aver potuto partecipare a questo camp. Mi dà inoltre ulteriore motivazione per il futuro”.

In Ticino spesso si discute se ti si possa considerare ticinese. Tu che dici?
“Una domanda molto diretta. Mio papà (medico attivo nell’organizzazione dell’Ambrì Piotta, ndr) lo è, quindi mi vedo pure un po’ anch’io come ticinese. Nelle mie vene scorre diverso sangue. Ora sto imparando l’italiano con i ticinesi presenti in squadra, è un grande aiuto, ma devo decisamente migliorare molto. Quindi, in definitiva, dire che una parte di me si può considerare ticinese”.

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