AMBRÌ – Ancora una volta è stato un Ambrì da applausi, che ha confermato contro il Friborgo il trend positivo delle ultime partite. La frustrante sconfitta patita martedì contro il Berna non ha lasciato strascichi particolari e, anzi, gli uomini di Cereda sono scesi in pista con l’ormai “consueta” rabbia agonistica, fatta di tanto pattinaggio e abnegazione.
Nemmeno la pesante rete del provvisorio pareggio burgundo – caduta a soli nove minuti dalla terza sirena – ha distolto Bianchi e compagni dall’obiettivo di serata, centrato grazie ad un’impressionante solidità difensiva – due reti subite nelle ultime tre partite giocate – alla voglia di lottare e ad una bella fiondata di Plastino all’overtime.
“Credo che nel terzo tempo abbiamo concesso troppo al Friborgo”, ha dichiarato Elias Bianchi al termine della sfida della Valascia. “Siamo stati un po’ meno aggressivi rispetto al resto della sfida e loro hanno cominciato ad entrare con troppa facilità nel nostro terzo. Tutto sommato credo però che in fase difensiva abbiamo mostrato una certa solidità. Abbiamo spazzato bene lo slot, bloccato diversi tiri e, non da ultimo, Conz ha parato bene. È stata una prova molto solida, anche se dobbiamo migliorare nella gestione del vantaggio. Infatti avremmo dovuto continuare a spingere, insistendo sul forecheck”.
Il gioco di Cereda richiede molto a livello fisico e nel terzo tempo la squadra è apparsa meno lucida. Cosa fare quando nei momenti decisivi cominciano a mancare le energie?
“Le energie cominciano a venir meno quando tendi a fare cambi lunghi ed è ciò che è capitato venerdì sera, soprattutto nel corso del terzo tempo. Se si evita ciò è più facile mantenere alta l’intensità. È chiaro che è difficile riuscire a mantenere questo livello per tutti i sessanta minuti, ma credo che il vantaggio di giocare in questo modo è che ci mette nella condizione di recuperare molti dischi in zona offensiva, quindi si spendono meno energie per ritornare nel proprio terzo. Con questo sistema di gioco possiamo essere davvero efficienti”.
È positivo come collettivamente riusciate a seguire Cereda. Aattualmente non c’è nemmeno un giocatore che appare fuori posto in questa formazione…
“Giocare in questo modo è più divertente sia per i tifosi, sia per noi giocatori. In questo momento stiamo vivendo un periodo positivo e quando si ha successo è più facile che tutti remino nella stessa direzione. Ed è ciò che sta accadendo”.
Cosa manca per riuscire a trovare qualche gol in più? Come spesso accade, create tantissimo ma concretizzate poco…
“Forse dovremmo andare con più determinazione sui secondi dischi, sui rebound, così da trovare qualche gol sporco. È però di fondamentale importanza riuscire a proseguire in questa direzione, giocando in modo compatto. Poi i gol arriveranno, è anche questione di fiducia… Se inizi una partita e riesci ad andare immediatamente in doppio vantaggio, probabilmente riesci a sbloccarti. A mio giudizio si tratta di un fattore mentale”.
Hai trovato la tua prima rete stagionale… È vero che sulla carta la vostra è la quarta linea, ma con coach Cereda l’impressione è che tutti e i blocchi giochino allo stesso modo. Questo per un giocatore come te può rappresentare un’opportunità…
“A differenza di altre squadre non abbiamo una gerarchia definita in termini di lineup, anche se chiaramente dagli stranieri ci si aspetta sempre qualcosa in più a livello offensivo rispetto a tutti gli altri. Personalmente sono contento di giocare in linea con Kostner e Trisconi, un giovane davvero promettente. Sappiamo che la nostra linea è una sorta di checker line, dobbiamo portare molta intensità ma non per questo non riusciamo a crearci delle occasioni. Ci divertiamo e nel contempo facciamo il nostro lavoro”.
Insomma, la via che state seguendo è quella giusta…
“Credo che stiamo lavorando bene. Ovviamente dobbiamo restare con i piedi ben saldi a terra, perché ci attende una stagione ancora lunghissima e dalle molte insidie. L’importante è cercare di esprimerci sempre con prestazioni solide. Inevitabilmente le sconfitte arriveranno, ma se capiterà dovrà essere per la supremazia dell’avversario, e non a causa dei nostri cali di attitudine”.