AMBRÌ – E fanno quattro di fila. Nonostante la lunga interruzione dovuta alla pausa olimpica, l’Ambrì Piotta ha ripreso da dove aveva lasciato, ossia da quella serie di risultati utili consecutivi che aveva permesso alla truppa di Cereda di riavvicinarsi sensibilmente al decimo posto, sinonimo di salvezza.
In una serata in cui biancoblù e aviatori hanno dovuto affrontare il gelo pungente della Valascia, per la quarta volta (su quattro) in stagione, D’Agostini e compagni sono riusciti a sconfiggere – in maniera peraltro un po’ beffarda – la compagine diretta da Kevin Schläpfer. Che non si sia trattato del miglior match stagionale leventinese è evidente, ma i tre punti non erano per nulla cosa scontata e con l’importante vittoria di mercoledì l’Ambrì ha dato un segnale forte al Kloten in vista del girone finale di playout.
“Ci sono stati molti errori da ambo le parti, non a caso il risultato finale conta otto reti segnate”, ha commentato a fine partita Elias Bianchi. “Una parte di questi errori è sicuramente imputabile, oltre al lungo periodo della pausa olimpica, al nervosismo che aleggiava in pista per la posta in palio. Positiva è stata la reazione che abbiamo avuto nel corso della sfida, soprattutto in occasione della rete avversaria del 3-3 nel terzo conclusivo. Contro il Kloten ciò in cui abbiamo peccato sono state le chiusure difensive, dove ci è mancata la giusta dose di aggressività. Anche il forecheck è stato insufficiente”.
Dopo un buon primo tempo, nel secondo siete calati anche a causa dell’efficacia del powerplay ospite. Efficacia che a voi è venuta un po’ a mancare…
“Siamo soddisfatti del powerplay: l’entrata in zona è stata ottimale, il disco è circolato bene e abbiamo trovato diverse conclusioni pericolose. Forse non siamo riusciti a liberare al meglio il tiratore… Questo è probabilmente l’aspetto che meno ha funzionato all’interno delle numerose situazioni di superiorità numerica che abbiamo avuto”.
I cinque minuti rimediati da Kubalik, di fatto, hanno permesso al Kloten di girare la partita. Fondamental dunque la rete del 2-2 di D’Agostini, caduta in un momento in cui le cose stavano prendendo una brutta piega…
“Psicologicamente andare alla seconda pausa sul 2-2 è molto differente rispetto a quando ti ritrovi a dover recuperare una rete di svantaggio. La rete di D’Agostini è stata decisiva, così come – ad essere onesti – tutte le altre segnature, si pensi al game winning goal di Lhotak a soli 46 secondi dal termine. Abbiamo iniziato nel migliore dei modi, colpendoli immediatamente dopo pochissimi secondi dal via. È vero, se guardiamo a tutte le reti realizzate, quella del 2-2 è probabilmente quella che è risultata essere la più importante in ottica terzo periodo”.
Il Kloten è uno degli avversari che incontrerete nel girone dei playout. Quali indicazioni siete riusciti a trarre dalla sfida di mercoledì?
“Abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quanto il campionato sia equilibrato; non vi sono squadre materasso molto più deboli rispetto ad altre, come accadeva spesso in passato. Il Kloten è una buona squadra che può disporre di una prima linea davvero pericolosa. Noi, quando li rincontreremo, dovremo essere bravi ad adattare il nostro gioco. In questa stagione li abbiamo sconfitti in tutte e quattro le uscite, e questo è un indicatore importante che ci dà fiducia in ottica futura”.
Chiudiamo con una battuta finale su un clima particolarmente rigido… Quanto è problematico per voi giocatori scendere in pista con queste temperature?
“Nel corso degli anni, disputando tante partite alla Valascia, ci ho fatto l’abitudine. Non è la prima volta che scendiamo in pista con temperature molto rigide come quelle di mercoledì. Noi come giocatori, quando scendiamo sul ghiaccio, ci scaldiamo rapidamente. Forse si possono accusare dei dolori alle vie respiratorie dovuti all’aria fredda, ma è normale. Credo sia peggio per coloro che ci osservano da spalti e tribune (sorride, ndr.)…”.