MASSAGNO – Elias Bianchi è il nuovo capitano dell’Ambrì Piotta. Scelto dallo staff tecnico per la sua esemplare attitudine, la positività contagiosa e la grande umiltà, Elias viene ricompensato per la grande dedizione mostrata alla causa biancoblù in queste 7 stagioni trascorse in Leventina.
Definito da molti come un combattente che non si tira mai indietro, il 29enne – che rappresenta quell’identità ticinese tanto cara al club – aveva già avuto modo di guadagnarsi la C di capitano nel corso degli scorsi playout, a seguito dell’infortunio occorso a Michael Fora.
“In questo momento sto vivendo un misto di emozioni… Percepisco una certa dose di responsabilità, anche se non di molto superiore a quella che già cercavo di assumermi quotidianamente sino a qualche giorno fa. Sicuramente è una bellissima sensazione, sono davvero molto felice”.
Elias Bianchi, cosa ti appaga maggiormente di questa scelta?
“Ciò che più mi ha fatto piacere è stata la fiducia che lo staff tecnico ha riposto nella mia persona, nonostante in spogliatoio vi siano diversi leader. Questo mi appaga enormemente. La decisione mi è stata comunicata mercoledì e da quel momento si sono susseguite una serie di sensazioni molto forti. Un grande grazie va a Luca e a Paolo, che mi hanno fatto sentire un elemento sempre più importante all’interno di questa squadra. A livello di impegno ce l’ho sempre messa tutta e non posso recriminarmi nulla, eccezion fatta per alcuni infortuni che in passato mi hanno impedito di esprimermi al meglio”.
Avresti mai pensato un giorno di indossare quella C sul petto?
“Diciamo che la carica di capitano non è mai stata qualcosa alla quale ho ambito in carriera. Non fraintendiamoci, sono estremamente orgoglioso di questa nomina e sono felicissimo di aver raggiunto questo importante traguardo personale. Credo però che chi ambisce ad un ruolo del genere si comporti in un certo modo, perché deve guadagnarselo. Per quel che mi riguarda ho sempre cercato di essere me stesso. Questa nomina la vedo come una conseguenza del mio modo di approcciarmi alla professione. Diciamo che a livello personale lo vedo meno come traguardo e più come un passaggio verso possibili soddisfazioni a livello collettivo”.
Aiutaci a scoprire l’Elias Bianchi-capitano… Che tipo di giocatore sei all’interno dello spogliatoio?
“Non sono un gran chiacchierone ma nemmeno un taciturno. Diciamo che non parlo tanto per parlare. Se c’è qualcosa da dire va detto e lo faccio, così come ho sempre fatto in passato. Non lo farò in modo forzato, questo è sicuro. Amo instaurare un buon rapporto con tutti i miei compagni di squadra e in generale se ho qualcosa di particolare che voglio dire a qualcuno lo faccio con il diretto interessato. Credo che in alcune occasioni questo modo di agire aiuti maggiormente la squadra”.
Sei un giocatore che incarna molto bene la realtà biancoblù. Quanto ti fa piacere sentire dei progressi verso la realizzazione della nuova pista?
“Se guardiamo al lato puramente economico, verrebbe quasi da pensare che quella struttura multifunzionale abbia poco senso. Ma non è così. Dobbiamo tenere ben presente che cosa rappresenta l’Ambrì non solo per noi ticinesi, ma soprattutto per tutto il campionato svizzero. È una realtà unica. Io penso che l’Ambrì sia una sorta di simbolo, qualcosa che resiste nonostante le intemperie e le situazioni difficili”.