AMBRÌ – Contro il Servette l’Ambrì ci ha provato – e su questo non ci piove – ma la pochezza di argomenti offensivi ha impedito ai biancoblù di raddrizzare una sfida rovinata da un’autorete rocambolesca caduta nel peggior momento possibile, cioè quando i biancoblù stavano giostrando con l’uomo in più sul ghiaccio.
Risultato? Altri punti preziosi gettati alle ortiche da una squadra che, nonostante l’impegno costante e la giusta attitudine, da qualche partita a questa parte non riesce più a trovare impulsi offensivi efficaci.
“Non abbiamo cominciato bene e il Ginevra si è fatto preferire sin dai primi cambi”, ha commentato a caldo il capitano Elias Bianchi. “Dal secondo tempo abbiamo cambiato marcia giocandocela alla pari ma nel terzo abbiamo regalato quella rete e, soprattutto, abbiamo esercitato troppa poca pressione sul loro portiere”.
Da alcune partite faticate offensivamente, complici anche le assenze. Quando emergono problemi di questo tipo occorre trovare delle soluzioni. Come?
“Segnare è sì una questione di talento però, se guardiamo all’hockey moderno, moltissime reti nascono da rebound e dal traffico davanti alla porta, esattamente ciò che ci sta mancando in questo momento. Chiaramente è frustrante, ma d’altra parte le vittorie non sono mai regalate. Sabato abbiamo creato davvero troppo poco in avanti per sperare in un esito migliore. Non abbiamo lavorato abbastanza nello slot, cercando troppo spesso conclusioni da lontano senza il necessario traffico davanti al loro portiere. In questo momento della stagione partite come questa non le vinci con la tecnica o con reti spettacolari, bensì con i gol sporchi. Dobbiamo tornare a lavorare là, dove fa più male”.
Che è successo in quella doppia carambola che ha portato alla rete decisiva in shorthand?
“Ad essere onesto dalla panchina non ho visto granché. Penso però che al di là di tutto non possiamo concedere tutto quello spazio in situazione di powerplay. Abbiamo sbagliato, non siamo stati aggressivi a sufficienza e non abbiamo sfruttato la presenza del nostro uomo in più sul ghiaccio. Recriminare su quella rete però serve a poco, specie quando termini la sfida con zero reti siglate. È in fase offensiva che avremmo dovuto lavorare meglio”.
Quali i prossimi passi ora che è arrivata la matematica certezza di disputare i playout?
“L’obiettivo, naturalmente, è di racimolare più punti possibili in queste due ultime sfide che ci separano dal post season. In stagione abbiamo perso tante – troppe – partite per una sola rete di scarto ed è proprio su questi dettagli che dobbiamo lavorare: cercare di trovare più costanza e anche quel guizzo giusto al momento giusto. Da qui alla fine dovremo mettere una marcia in più ed è quello che faremo, ne siamo capaci e durante la stagione lo abbiamo dimostrato”.
A livello personale non è stata una stagione semplice, complice anche una commozione celebrale. Sembra però che tu ti sia ripreso bene, e se guardiamo ai numeri stai viaggiando sulla stessa media punti della passata stagione, per non parlare di un +/- passato da -1 a +6…
“Nella prima parte di stagione non sono riuscito ad esprimermi come avrei voluto. L’infortunio è poi caduto nel momento in cui cominciavo ad essere soddisfatto del mio rendimento… Una volta rientrato ho impiegato qualche partita ma poi ho iniziato a sentirmi di nuovo bene e sono cresciuto. A livello personale raramente mi ritengo soddisfatto, anche se come linea il nostro compito lo stiamo svolgendo bene. L’assenza di Kostner si è fatta sentire per tutto il gruppo, ma fortunatamente con Tommaso si è instaurata da subito un’ottima intesa. Difensivamente sta lavorando bene e insieme spesso riusciamo a generare alcuni spunti offensivi interessanti. Questo è sicuramente positivo anche c’è margine di miglioramento”.