BIENNE – È durata cinque partite l’avventura dell’Ambrì Piotta nei playoff. Cinque partite in cui i leventinesi hanno dato tutto, ribadendo la bontà dei propri mezzi e riuscendo a portare quanto di eccellente mostrato in stagione anche all’interno di una serie di playoff durissima e combattuta fino all’ultimo secondo.
L’ha spuntata il Bienne, squadra cinica e che ha saputo sfruttare ogni centimetro concesso dai biancoblù, che escono a testa altissima, con la consapevolezza di aver riguadagnato il rispetto degli avversari e, soprattutto, l’affetto dei propri tifosi.
“Per come abbiamo costruito la stagione, per come abbiamo lavorato e per come abbiamo giocato questa serie trovo che ci sia tanto rammarico”, ha ammesso il capitano Elias Bianchi. “È vero, abbiamo ricevuto tanti complimenti da appassionati e tifosi, ma al momento a prevalere è l’amarezza di esserci andati vicini. Questa serie era fattibile, sono state tutte partite tirate, e anche martedì sera per lunghi tratti siamo stati la miglior squadra in pista. Non tanto a livello di gioco, quanto per spinta e tenacia. Senza nulla togliere al Bienne, trovo che molto di quello che hanno sfruttato gli sia stato regalato da parte nostra per errori di gestione del disco. C’è amarezza perché questo gruppo avrebbe meritato di più”.
Umanamente però era impossibile pretendere di più da voi stessi…
“Quando lavori tanto senti di meritare tanto. Quando non lo raggiungi hai la sensazione che qualcuno ti abbia portato via qualcosa. Credo che in questi mesi, quello che abbiamo ottenuto ce lo siamo guadagnati al 100% con tanto sudore. A livello di impegno e di prestazione non si può recriminare nulla alla squadra. Tutti i ragazzi hanno lavorato in maniera impeccabile, per molti era la prima volta nei playoff, per me la seconda negli ultimi cinque anni. È stata però una prima volta molto diversa rispetto alla stagione 2013/14. Ci siamo arrivati con qualcosa di costruito, e non su un rush o un fuoco di paglia. È stato bello perché a questo appuntamento ci siamo fatti trovare pronti”.
Che cosa vi è mancato lungo tutta questa serie?
“È una domanda alla quale fatico trovare una risposta. Non penso si possa recriminare nulla alla squadra, che ha lottato ogni partita dando l’anima sul ghiaccio. Alcuni dettagli, alcuni dischi persi ci hanno penalizzato moltissimo, senza dimenticare che Hiller ha parato l’impossibile. In una serie del genere, tanto tirata, un disco rimbalzato da una parte piuttosto che l’altra avrebbe potuto cambiare la storia. Ripeto, c’è tanto rammarico perché vedendo l’andamento della partita e della serie sono convinto che avremmo potuto giocarcela più a lungo”.
Da capitano, come hai vissuto questi playoff?
“È stato eccezionale. C’era tanta voglia di fare bene e a colpirmi è stata la mancanza di energia negativa che si percepisce nei playout, dove l’obiettivo è ben diverso. Abbiamo vissuto queste settimane con gioia, e lo si è visto sul ghiaccio. La squadra non è mai apparsa contratta e cambio dopo cambio abbiamo incrementato questo piacere di giocare assieme, già presente per tutto l’arco della stagione”.
Come vedi il futuro di questo gruppo, che al 90% rimarrà invariato la prossima stagione?
“Ora pensiamo a digerire questa serie. Ci vorrà qualche giorno per metabolizzare il tutto, perché è stata una stagione lunga ed intensa. Nei prossimi mesi ci sarà tanta voglia di costruire sulla base di quanto mostrato quest’anno, provando a fare un altro passo a livello di crescita. Ciò non significa arrivare in semifinale; un altro passo significa mantenere la continuità, cercare di far crescere la squadra assieme alle individualità, provare a portare il tutto ad un livello superiore. Il rammarico dovrà trasformarsi in convinzione e fiducia nei nostri mezzi”.