
LUGANO – La penultima amichevole dei bianconeri di questo preseason ha visto la squadra di Tomas Mitell sconfitta dal Rapperswil dopo sole vittorie nel mese di agosto.
“Dispiace ovviamente davanti al nostro pubblico, ma è importante il lavoro che si porta sul ghiaccio in questo momento – afferma Alessio Bertaggia – si sono viste cose buone e altre meno, continueremo semplicemente a lavorare in un processo che non è immediato”.
Alessio Bertaggia, al tuo ritorno sul ghiaccio dopo l’infortunio quali sensazioni hai provato?
“Personalmente mi sono sentito bene, nonostante sia stato fuori per diverse settimane. Le sensazioni sono sicuramente buone ma ci sono margini di miglioramento, sia per me che per la squadra. Contro il Rapperswil abbiamo visto cose che sono funzionate ma soprattutto quelle che non sono andate bene, e questo è importante per sapere cosa correggere in queste ultime settimane prima del campionato”.
La partita contro i Lakers ha mostrato forse anche la fatica del lavoro fatto negli scorsi giorni?
“Ti rispondo con sì e no, nel senso che a questo punto della preparazione le gambe possono essere pesanti, però certi dettami vanno applicati con o senza la stanchezza. Va capito che in una squadra come la nostra, che ha cambiato tanti giocatori e tutto lo staff tecnico, il processo di crescita non può essere immediato”.
Abbiamo subito capito cosa tornerai a portare sul ghiaccio, oltre alla consueta velocità anche tanta grinta e voglia di difendere i compagni…
“Per me semplicemente è qualcosa di naturale, la leadership, il voler difendere i compagni a ogni costo, fa tutto parte di quello che sono. A volte ci si deve fare “giustizia” in altre maniere, anche se non dovrebbe essere sempre così, ma difendere i compagni per me significa difendere la famiglia. Io porto questo, grinta, energia, positività e spero l’esperienza in più che ho maturato in questi anni”.
Un’esperienza cresciuta con il periodo a Ginevra, che bagaglio ti porti a Lugano dopo questi anni lontano dalla Cornèr Arena?
“È stata una bella esperienza, personalmente so di aver fatto cose buone, altre meno, ma torno con un bagaglio nuovo. Quando vinci un campionato e una Champion Hockey League è una gioia immensa, ma soprattutto per quel che riguarda il titolo svizzero capisci solo nel momento del trionfo cosa serve per arrivare fino in fondo, prima magari non te ne rendi conto. Questo ti porta una nuova consapevolezza, ma ti fa capire che vincere un titolo comporta un processo molto lungo a tutti i livelli e non avviene mai per caso, e io spero di poter trasmettere un po’ di questa mentalità nello spogliatoio ai miei compagni.”
Non capita spesso di vedere padre e figlio entrambi campioni svizzeri, però tu puoi vantare anche la doppietta con la CHL di fronte a papà Sandro…
“Scambierei volentieri questo con i sei titoli che ha vinto lui! (Ride, ndr). Sono felice di quella doppietta, ma metterei la firma molto volentieri per festeggiare tanti altri titoli svizzeri come capitato a papà”.



