Dopo la squalifica di ben 20 partite per doping al giocatore dei Toronto Maple Leafs, Carter Ashton, il tema dell’assunzione di sostanze proibite è di nuovo d’attualità nel mondo dell’hockey, con la World Anti-Doping Agency che è tornata a chinarsi sul caso di Nicklas Backstrom.
Tornando con la memoria ai Giochi olimpici di Sochi, infatti, si ricorda come Backstrom non abbia potuto scendere in pista per la finalissima contro il Canada perchè risultato positivo alla pseudoefedrina, una sostanza (non bandita in NHL) contenuta in un farmaco che l’attaccante assumeva per combattere un’allergia.
In un secondo momento il giocatore dei Washington Capitals era stato “scagionato”, ed aveva ricevuto la medaglia d’argento conquistata dalla Nazionale svedese lo scorso 29 agosto.
La WADA (World Anti-Doping Agency) ora si è però appellata al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna, chiedendo che il caso venga nuovamente esaminato. La stessa agenzia si è però rifiutata di fare alcun commento al riguardo.
Le conseguenze per Nicklas Backstrom a livello di NHL saranno nulle – la pseudoefedrina è appunto tollerata in Nordamerica – ma il giocatore potrebbe perdere nuovamente la medaglia e, cosa più importante, potrebbe essere squalificato da qualsiasi competizione internazionale in futuro.
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