LUGANO – I volti nello spogliatoio bianconero sono scuri, la squadra è stata tenuta a “rapporto” per una quindicina di minuti dopo la partita, e anche i primi fischi caduti dalle tribune devono aver colpito nel segno.
Mark Arcobello non si sottrae al microfono, anche se la voglia di parlare non è comprensibilmente molta tra i giocatori: “Non va bene incappare in serate del genere – afferma l’ex capitano – oltretutto in casa nostra dove dovremmo fare la differenza”.
Mark Arcobello, è veramente difficile trovare degli spunti sulla partita…
“C’è poco da dire sulla partita di martedì sera, non si possono offrire prove del genere, aldilà dei discorsi tecnici. Si può dire che abbiamo causato troppi turn-over, troppi dischi persi e altri errori, ma non c’eravamo semplicemente”.
Il fatto di essere andati di nuovo in svantaggio con più di una rete stavolta vi ha tagliato le gambe già nel primo tempo?
“Credo che le cose non siano sempre collegate di partita in partita, in alcune siamo entrati bene ma abbiamo subito subito dei gol e poi siamo stati in grado di rientrare. Martedì per esempio avevamo la possibilità in cinque contro tre per pareggiare subito dopo il loro primo gol ma abbiamo gettato quell’occasione complicando le cose e tutto è andato sempre peggio”.
Come rendere le cose più semplici quando vanno così storte e vi trovate con la pressione costante di cambio in cambio?
“Le cose dobbiamo renderle noi semplici, abbiamo la possibilità di andare dritti in porta e dobbiamo sfruttarla, ma ripeto, contro il Rapperswil non è funzionato nulla per colpa nostra. Non è semplicemente una questione tecnica ma anche di come si scende sul ghiaccio come squadra”.
Avete raccolto poco anche in partite giocate bene, mentre stavolta non c’erano attenuanti; la fiducia può venire meno in un processo di crescita?
“Il nostro percorso deve andare avanti, c’è un’altra partita e poi un’altra ancora, abbiamo tracciato una strada, sta a noi raddrizzare le cose. Abbiamo tanti giocatori nuovi? È vero, ma questo non deve comportare serate del genere, una squadra deve sempre lottare fino in fondo aldilà che ci siano giocatori nuovi, giovani o meno”.