LUGANO – BERNA
2-0
(2-0, 0-0, 0-0)
Reti: 8’51 Bertaggia (Heed) 1-0, 11’32 Bürgler (Boedker, Arcobello) 2-0
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Lemelin, Urban; Altmann, Stalder
Penalità: Lugano 4×2′, Berna 4×2′
Assenti: Elia Riva, Bernd Wolf (infortunati), Loic Vedova, Matteo Romanenghi (Rockets), Tim Traber, Julian Walker (sovrannumero)
LUGANO – C’erano una volta le grandi sfide tra il Lugano e il Berna. Non solo quelle partite che valevano una stagione, ma anche “semplici” sfide stagionali che sul piano del prestigio, della rivalità di lunga data e per ciò che significavano per i tifosi erano vere e proprie battaglie. Tempi che sembrano lontanissimi, la mano lunga dei lockdown, delle varie quarantene e delle piste vuote ci ha consegnato questo, delle partite che perdono quasi di ogni vigore e di ogni brillantezza.
Ma non diamo la colpa esclusivamente ai tempi grami che viviamo, puntiamo il dito anche su chi va in pista, con due squadre in evidente difficoltà e che per vari motivi faticano a proporre l’hockey al quale sono attesi.
Il Lugano le difficoltà le sta attraversando da qualche settimana in maniera quasi inspiegabile, dalla stanchezza agli infortuni, ma sul ghiaccio i bianconeri sembrano una squadra spaesata “spaventata”, incapace di imporre una personalità precisa ed importante prima ancora che un gioco funzionante che si è fermato alle feste natalizie.
Dall’altra parte una corazzata in decadimento, un Berna nemmeno lontano parente di quel Berna che al solo pronunciarne il nome provocava già rispetto e trasudava carisma, anche gli orsi si sono ormai resi protagonisti fin qui di un campionato quasi disastroso e in continua caduta libera nonostante i tentativi di cambiamento in corsa.
E la partita nata da queste due compagini, con gli ospiti alla loro prima partita al rientro dalla quarantena che andava avanti da inizio del 2021, non ha certo smentito i problemi incontrati fin qui dalle squadre, incappate in una sfida giocata in maniera volenterosa ma anche ricca dei soliti banali e frequenti errori.
Il Lugano invero ci ha provato a fare la voce grossa, ma pur tenendo a tratti una presenza territoriale più marcata ha faticato a scrollarsi di dosso certe “scimmie” dalla schiena, riuscendo comunque anche a sfruttare le importanti occasioni del primo tempo, invertendo finalmente una tendenza che vedeva i bianconeri andare sotto di almeno un paio di reti a uscite regolari.
E riuscire a scavare quel solco, seppure non mettesse al riparo da brutti scherzi, è stato comunque decisivo, grazie alle parate di Schlegel, al sacrificio dei difensori di casa e, va detto, alla grave imperizia degli attaccanti del Berna, che in alcuni frangenti hanno sbagliato cose che era al limite dell’inspiegabile.
Un Berna che sul piano del ritmo e dell’intensità è apparso piuttosto brillante, tanto da mettere in difficoltà la difesa del Lugano più volte nel secondo periodo, ma un Berna anche tristemente privo di idee e di potenza là davanti, in quel reparto che faceva spesso paura a tutti.
E tra un gol sbagliato, un tiro bloccato e tanto pattinare alla fine il Lugano ha fatto fuori anche il Berna, trovando una vittoria che aggiunta a quella contro il Rapperswil fornisce un cuscinetto confortante, ma ancora una volta sul piano del gioco c’è da lavorare.
Pochissime le azioni che dal terzo di difesa hanno portato il disco sul bastone fino allo slot avversario, poche ancora le idee con la difesa schierata e tanti i momenti in cui i bianconeri si sono rifugiati nel disco alle assi e pedalare.
Questo non significa assolutamente che l’impegno sia mancato, tutt’altro, lo sforzo contro avversari e contro i suoi stessi difetti è stato importante per la squadra di Pelletier, ma è chiaro che un salto di qualità deve avvenire al più presto, perché appoggiarsi sempre ai portieri e al sacrificio sui tiri avversari non può portare risultati ad oltranza, ma è richiesto anche e soprattutto per la qualità generale che (sulla carta) dispone la truppa bianconera.
E non è un caso se in un momento come questo tra gli uomini più in vista ci sono quelli richiamati da Biasca, come Zangger e Haussener, a dimostrazione che la concorrenza e le opportunità qualcosa di buono portano sempre, e forse un po’ di pepe serve anche ad altri interpreti che da troppo tempo dormono sonni profondi.
Che difficoltà decifrare questo Lugano, nel periodo peggiore della stagione, con Rapperswil e Berna sono arrivate due vittorie con due shutout, il quinto e il sesto per la squadra che ne ha collezionati di più in questa stagione. Un risultato che la dice lunga sul potenziale maledettamente inespresso di questa squadra.
IL PROTAGONISTA
Niklas Schlegel: Come Sandro Zurkirchen la domenica precedente, anche Niklas Schlegel dimostra di essere tornato ai livelli migliori, lo shutout contro il Berna lo sottolinea.
Ancora una volta il Lugano deve aggrapparsi al suo portiere per portare in cascina i tre punti, e con una coppia di cerberi del genere si possono dormire sonni tranquilli. Ma non possono fare sempre tutto loro.