AMBRÌ – ZSC LIONS
2-3
(1-0, 1-1, 0-1; 0-1)
Reti: 10’41 Grassi (McMillan, Heim) 1-0, 23’00 Chlapik (Fischer, Isacco Dotti) 2-0, 32’34 Bodenmann (Marti) 2-1, 57’41 Lammikko (Riedi) 2-2
Rigori: Texier, Andrighetto, Wallmark
Note: Gottardo Arena, 6’601 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Hürlimann; Kehrli, Urfer
Penalità: Ambrì Piotta 4×2′, ZSC Lions 7×2′
Assenti: Kilian Zündel, Noele Trisconi (sovrannumero), Stefan Müller, Tim Heed (infortunati), Rocco Pezzullo, Josselin Dufey, Noah Patenaude (Ticino Rockets)
AMBRÌ – C’era chi vedeva nelle sfide dello scorso weekend – contro Kloten e Langnau – delle prove di maturità per l’Ambrì Piotta, ma dopo un mese di campionato ed una decina di partite disputate, era l’uscita di sabato contro gli ZSC Lions quella da cerchiare in rosso sul calendario per capire a che punto si trova la squadra di Luca Cereda. Il test, nonostante la sconfitta, è stato superato a pieni voti.
I biancoblù hanno infatti disputato un ottimo match, caratterizzato da tanta intensità ed un ritmo che non hai mai visto dei veri passaggi a vuoto, permettendo così di giocare alla pari con uno Zurigo dal lineup impressionante ma che Spacek e compagni hanno affrontato nel migliore dei modi.
Alla fine ad impedire all’Ambrì Piotta di trovare una nuova vittoria è stata l’incapacità di “uccidere” la partita quando se n’è presentata l’opportunità, con quella terza rete che è stata in diverse circostanze molto vicina ma che alla fine non è mai arrivata. È mancato in questo senso il powerplay – che in cinque opportunità non è mai riuscito a colpire ed è anche apparso troppo rinunciatario a cinque minuti dalla terza sirena – ed un po’ di sangue freddo su varie opportunità capitate ai singoli, come ad esempio Kneubuehler, Bürgler oppure Chlapik.
In queste settimane si è però parlato del tanto equilibrio che caratterizza le partite, e sabato si è avuto un esempio di una serata in cui quei dischi che in alcune precedenti sfide per l’Ambrì erano entrati, stavolta hanno deciso di rimbalzare dalla parte sbagliata. Questo non cambia la valutazione della prestazione, che è stata per buona parte dei 65 minuti di ottima fattura, e che comunque non ha mai visto i Lions – che recuperavano Texier e Roe, non proprio degli sconosciuti – distaccarsi sul piano del gioco.
Ottimo il primo tempo, con il vantaggio ottenuto da Grassi con uno di quei gol “sporchi” che per l’Ambrì sono sempre preziosi, mentre la seconda frazione era iniziata con una “magia” di Chlapik che da posizione apparentemente innocua ha sorpreso Waeber con un tiro di rara precisione. Il raddoppio sembrava così rappresentare la perfetta premessa per un periodo centrale – in cui i biancoblù si esprimono spesso su buoni livelli, specialmente in casa – in cui ribadire la propria solidità, ma l’azione che ha portato al primo punto ospite ha iniziato a far deragliare la sfida.
Il contropiede finalizzato da Bodenmann è infatti nato da un intervento “sospetto” di Marti su Spacek, la cui serata è diventata frustrante a causa di altri contrasti ai suoi danni su cui gli arbitri Tscherrig e Hürlimann hanno deciso di sorvolare. Senza elencare tutti gli episodi del caso – il più discusso quello di un inserimento dello slot proprio del ceco – in generale non è stato piacevole vedere gli arbitri perdere il controllo di una partita che sin lì era stata spettacolare e dura su entrambi i fronti, ma fondamentalmente anche corretta.
Visto poi com’è andata a finire sul fronte leventinese può essere comprensibile un po’ di frustrazione, ma l’Ambrì ha cercato di non farsi distrarre troppo da questi episodi – che hanno comunque accesso più di una volta “la miccia” di Spacek e Chlapik– ed ha offerto una prestazione che avrebbe potuto permettere di arrivare comunque alla vittoria.
Sul fronte difensivo – che ha visto il rientro di Isacco Dotti – è stata nuovamente ottima la prestazione di Juvonen, di ghiaccio sui tentativi dei quotati attaccanti zurighesi. I biancoblù sono inoltre stati bravi a contenere la linea formata da Texier–Wallmark–Andrighetto, un trio di livello internazionale che ha trovato complessivamente solo cinque tiri e non ha mai creato vero scompiglio. Il centro svedese ha però dominato agli ingaggi (19 vinti su 25!) e questo in alcuni momenti ha creato delle difficoltà.
Nel finale questa sorta di lotta di solidità ha fatto emergere anche la forza della Zurigo – intesa proprio come potenza fisica – ad immagine del gol del pareggio di Lammikko, arrivato ad un paio di minuti dalla terza sirena. Nell’epilogo dei rigori il primo blocco ospite ha poi avuto modo di dare sfogo alla propria classe, con tre esecuzioni su cui Juvonen ha potuto fare poco.
Alla fine l’Ambrì Piotta si è dunque dovuto accontentare di un solo punto che lascia un po’ di rammarico per le occasioni lasciate per strada, soprattutto per trovare quel terzo gol che sarebbe stato pesantissimo. La conduzione arbitrale in alcune fasi è stata snervante ed è forse costata un po’ di energie mentali, ma alla fine la squadra di Cereda ha comunque fornito una prestazione convincente.
In passato si era abituati a considerare “prove di maturità” le partite con le squadre meno quotate del torneo, mentre ora ciò che è davvero interessante è vedere come si comporta questo Ambrì Piotta confrontato con squadre dei pochissimi punti deboli come gli ZSC Lions. In questo caso si può fare astrazione dal risultato finale, il test è stato superato.
IL PROTAGONISTA
Filip Chlapik: La sua non è stata assolutamente una partita perfetta, ma ha marcato una grande presenza. Dello stupendo gol si è già detto, e complessivamente ha scagliato ben sei tiri verso la porta di Waeber, giocando forse la partita in cui è stato maggiormente coinvolto in termini emotivi. Contro i Lions ci ha messo anche il fisico, ed anche se ha commesso qualche errore per l’Ambrì è una buona notizia vederlo coinvolto in questa maniera.
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