AMBRÌ – Ha tutta l’aria di un’occasione mancata la sconfitta incassata venerdì sera dall’Ambrì Piotta, che non ha però fatto abbastanza per riuscire ad avere la meglio su uno Zugo presentatosi alla Valascia in un formato sicuramente abbordabile.
Nella mediocrità che ha contraddistinto la sfida, gli uomini di Cereda non sono infatti riusciti a trovare quell’intensità necessaria per mettere davvero sotto pressione gli ospiti, finendo per soccombere sotto i colpi di un avversario poco ispirato ma tecnicamente su un altro livello.
Sin dalle prime battute la sfida si è sviluppata in maniera piuttosto inusuale, con entrambe le squadre sul ghiaccio con la chiara intenzione di fare bene, ma senza la necessaria lucidità d’esecuzione per dare concretezza ai propri schemi. Sul fronte biancoblù si è dunque assistito a diversi dischi mandati in profondità, ma sostenuti raramente dal fondamentale forecheck per riuscire a trarne dei tiri pericolosi.
Da un certo punto di vista il tutto sarebbe potuto giocare a favore dei leventinesi, visto che lo Zugo per tutto il primo periodo non aveva saputo dare seri problemi a Conz, mentre sull’altro fronte qualche tiro interessante i padroni di casa se l’erano costruito.
Dallo “scossone” di inizio periodo centrale – gol nato un po’ da nulla di Forrer, seguito dal pareggio di D’Agostini – l’Ambrì era sembrato uscirne rinvigorito, tanto che nei minuti seguenti si è assistito a quello che si rivelerà essere l’unico vero momento di intensità di una partita per il resto piuttosto piatta.
L’ottimo Stephan è stato preso di mira da una serie di tiri piuttosto pericolosi, con in particolare i vari D’Agostini e Kubalik a sfiorare in più circostanze la rete. In quel frangente il powerplay è però stato inefficace, e in una partita del genere non riuscire a segnare nonostante due interi minuti a 5-contro-3 significa danneggiare in maniera importante le proprie possibilità di vittoria.
Ed infatti così è stato. Raphael Diaz ad inizio terzo tempo ha ottenuto il suo primo gol stagionale (!) ed ipotecato una sfida che – nonostante mancassero ancora 14 minuti – si sentiva l’Ambrì non avrebbe più raddrizzato.
Di occasioni ce ne sono state, come ad esempio il palo pieno colpito da D’Agostini (compensato poco dopo da quello di Alatalo), ma i biancoblù non sono mai riusciti ad elevare il proprio gioco in maniera tale da stringere lo Zugo nella propria morsa. Cereda ha provato a far scattare la scintilla mancante riportando D’Agostini nella linea di Emmerton e Zwerger, ma il risultato non è stato quello sperato.
Dopo l’ottima uscita contro gli ZSC Lions, i biancoblù hanno dunque avuto una nuova “ricaduta” a livello di intensità e combattività, cercando sì di mettere in difficoltà lo Zugo con un gioco verticale che in alcuni momenti è anche funzionato, ma senza supportarlo da un forecheck sufficientemente convinto.
Qualche battaglia vinta in più e una lucidità sotto porta che ancora manca avrebbero fatto la differenza, ma principalmente è il fuoco sacro che l’Ambrì deve riuscire a portare in pista con maggiore continuità.
A risultato delle partite di venerdì sera, assume ancora più importanza la sfida di sabato a Langnau, dove i leventinesi saranno chiamati a dare il meglio per evitare di vedere i tigrotti sfuggire a quattro punti di distanza e con una partita da recuperare. Più che per la classifica, la sfida della Ilfis sarà però importante per verificare il livello dei biancoblù con una rivale direttissima per la corsa al decimo posto, rango che permetterà di evitare la serie finale di playout e che rimane – come è sempre stato – il reale obiettivo dell’Ambrì Piotta.
Guai però a guardare così avanti, guai a guardare con troppo assillo la classifica. Il lavoro dei biancoblù si concentra sul quotidiano, e se venerdì sera coach Luca Cereda ha ammesso che già dal riscaldamento aveva capito che la sua squadra non era sulla lunghezza d’onda giusta, il prossimo compito è assicurarsi che a Langnau ci si sintonizzi tutti sulla frequenza necessaria per piegare i Tigers. Tutto il resto verrà di conseguenza.
IL PROTAGONISTA
Tobias Stephan: La partita della Valascia si è giocata per lunghi tratti sui binari della mediocrità, con poche individualità in grado di emergere da un contesto approssimativo e che vedeva le trame perdersi nel marasma della zona neutra.
Stephan è però stato estremamente lucido quando la sua squadra ne aveva più bisogno, ovvero in quella fase dopo l’1-1 in cui l’Ambrì ha spinto parecchio ed ha trovato tanti tiri pericolosi. Le sue parate sono state determinanti, ed hanno impedito ai biancoblù di indirizzare la sfida a loro favore.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)