ZUGO – Reduci da un weekend in cui hanno seminato molto ma hanno raccolto due amare sconfitte con Lugano e Berna, i leventinesi si sono presentati a Zugo con il chiaro obiettivo di andare a punti per cercare di restare in scia al treno per i playoff.
toAl termine di una partita iniziata bene ma minata dalla cronica mancanza di killer instinct, i biancoblù sono però stati sconfitti con un chiaro 3-0 dallo Zugo, perdendo ulteriore terreno dalla parte utile della classifica ed incassando quella che è la terza sconfitta consecutiva.
Con Bouillon nuovamente sul ghiaccio, Masalskis tra i pali ed Aucoin e O’Byrne fuori dai giochi, i leventinesi hanno iniziato l’incontro con piglio deciso e sfacciato, sfiorando il punto del vantaggio in diverse occasioni, ma rischiando altrettanto di incassarlo sui continui ribaltamenti di fronte.
Nonostante un ghiotto uno-contro-uno che ha visto Pestoni fallire al cospetto dell’ottimo Stephan – vero mattatore della serata – il primo periodo si è concluso sul punteggio di 0-0, grazie appunto alle ottime performance dei portieri.
Nel secondo tempo i ticinesi hanno continuato a spingere, ma il cerbero zugano e la poca precisione dei presunti sniper (in particolare nelle diverse situazioni di power play) hanno nuovamente inchiodato il punteggio sul pari. Quando poi i padroni di casa hanno trovato il punto del vantaggio al 27’ con Bouchard, la partita ha iniziato ad essere in discesa per gli svizzero centrali.
Ai tori non è infatti servito spingere in maniera particolarmente insistita per trovare le reti, in quanto limitarsi ad attendere i lapsus difensivi dei leventinesi – che puntualmente arrivano ogni volta – e colpire in maniera estremamente cinica quando l’occasione si presenta si è rivelato uno schema di gioco efficace.
Gli uomini di Pelletier hanno tentato di riportarsi in partita in particolare con la motivatissima quarta linea, ma il gol non è mai arrivato. Quando poi nel terzo periodo le energie a disposizione dei leventinesi hanno cominciato a venire a mancare, i locali hanno progressivamente preso il controllo dell’incontro e con il rientrante Morant e Schnyder hanno definitivamente chiuso la partita.
Nonostante l’ennesimo KO la squadra ha mostrato buone cose e, probabilmente, se i biancoblù avessero affrontato con questo spirito ogni partita non si ritroverebbero nella situazione di classifica in cui sono invischiati ora. Resta comunque amarezza perché l’occasione era ghiotta, opposti ad una formazione locale con solo due stranieri sul ghiaccio.
Come già anticipato, ancora una volta frizzante la quarta linea, ottimo il lottatore Hall e solido anche Masalskis (nonostante l’imprecisione sul gol che ha di fatto chiuso la partita). Male in generale gli stranieri (Giroux evanescente e Bouillon assolutamente scandaloso a livello difensivo), la difesa – davvero troppi black out e una difficolta gigantesca a tirare con l’uomo in più sul ghiaccio – e Pestoni, apparso oltremodo nervoso ed un po’ innamorato del disco. Da rivedere Dostoinov in posizione di centro, dopo una partita vissuta tra diversi spunti interessanti e qualche imprecisione di troppo.
La sconfitta condanna ora l’Ambrì a non sbagliare più nulla per tentare di riagganciare il treno play off, nonostante l’impresa sia ormai disperata. Oltre che a tenere accesa la fiammella della speranza, continuare a giocare al massimo e conquistare punti è comunque fondamentale in ambito salvezza. A conti fatti, il decimo posto deve a questo punto diventare una priorità, onde evitare il sempre insidioso spareggio salvezza.