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Ambrì Piotta

Ambrì Piotta, le valutazioni al termine della stagione 2021/22

In una stagione tra alti e bassi l’Ambrì ha potuto contare sull’apporto degli innesti svizzeri, mentre ha avuto un sostegno insufficiente dagli stranieri. Ci sono comunque le basi per il futuro, attorno a cui completare la squadra

AMBRÌ – È stata una stagione complessivamente difficile quella che l’Ambrì Piotta ha vissuto nel primo anno alla Gottardo Arena, con un’esaltante inizio di campionato ed un finale pazzesco, intercalati da una fase centrale in cui la squadra spesso non è riuscita a raccogliere i frutti del proprio lavoro.

Di seguito vi proponiamo la valutazione di tutti i giocatori biancoblù per quanto riguarda l’annata agonistica appena conclusa, con un breve commento dedicato ad ogni elemento della rosa.

PORTIERI

Benjamin Conz (26 GP, 91.7 SV%, 2.59 GAA): In termini di prestazioni si è confermato sui livelli che abbiamo imparato a conoscere, ed in questo senso è impressionante constatare come Conz abbia mantenuto l’identica percentuale di parate per gli ultimi quattro campionati. Per l’Ambrì rappresenta una buona sicurezza di base, è un portiere nella media che difficilmente “ruba” una partita – come abbiamo visto fare a Juvonen – ma le sue prove non hanno quasi mai particolari sbavature. Lascia però più di un pensiero la sua tenuta fisica, con appena 26 partite disputate nell’ultima stagione ed un totale di 62 negli ultimi tre anni. L’Ambrì si baserà ancora su di lui, ma dovrà assolutamente affiancargli una valida alternativa.

Damiano Ciaccio (26 GP, 90.3 SV%, 3.12 GAA): La sua è stata una stagione senza infamia e senza lode, in cui ha intercalato buone prestazioni (nove partite con oltre il 93% di interventi) ad altre in cui ha evidenziato troppe incertezze. Come già successo lo scorso anno è andato in calando nella seconda parte di stagione, ed in generale non ha trasmesso sufficiente sicurezza nonostante in alcune partite negative la colpa fosse da dividere tra lui e la mancata copertura dei compagni. Qualcosa è sembrato rompersi in quella trasferta di Losanna a metà gennaio, quando era stato sostituito dopo pochi minuti pur senza avere responsabilità sulle reti subite. L’Ambrì ha poi deciso di ingaggiare Juvonen e lo ha accantonato.

Janne Juvonen (7 GP, 93.5 SV%, 1.56 GAA | 3 GP, 94.7 SV%, 2.01 GAA): Il suo arrivo ha dato la svolta al finale di stagione dell’Ambrì Piotta, e grazie a delle prestazioni eccezionali i biancoblù hanno trovato nel finlandese la base per rimontare il Berna e poi dare battaglia al Losanna. Con la sua calma ha trasmesso grandissima sicurezza ed ha fatto apparire semplici anche le situazioni più intricate, e di fatto le uniche sbavature nella sua apparizione biancoblù sono quelle due reti incassate in Gara 2. Juvonen ha mostrato un livello superiore alla media, trovando numeri che in KHL e SHL non aveva mai raggiunto in carriera. L’opzione di una sua conferma è intrigante, ma resterà da vedere se una sua permanenza sarà possibile.

DIFENSORI

Michael Fora (42 GP, 5 gol, 13 assist, bilancio neutro): Tra gli alti e bassi che hanno contraddistinto la sua stagione, si è comunque confermato il difensore più importante del reparto assumendosi tante responsabilità. Durante il suo infortunio (13 partite saltate tra novembre e dicembre) la squadra ha pagato l’assenza del capitano e si è nuovamente evidenziata la sua importanza, anche se in generale le sue prestazioni hanno intercalato buoni momenti ad errori grossolani. Ha pulito il suo gioco dalle tantissime penalità che avevano contraddistinto la passata annata, ma alcune sue leggerezze sono state pagate a caro prezzo e – soprattutto nella seconda metà di torneo – non è riuscito ad unire la grande voglia di fare bene alla necessaria lucidità. Inizierà ora un nuovo capitolo con la maglia del Davos, dove per imporsi dovrà progredire a livello tecnico.

Juuso Hietanen (53 GP, 2 gol, 18 assist, -3): È il giocatore più utilizzato (21 minuti a partita), ma il suo impatto sul gioco non è stato quello che si poteva sperare. Per lunghi tratti le prestazioni del veterano finlandese sono state troppo elementari, con un contributo di base discreto che ha però mancato di quegli acuti che ci si aspettavano da un giocatore della sua caratura. Hietanen ha infatti circoscritto il suo gioco senza mai dare alla manovra impulsi con continuità, con pochi tiri pericolosi – ed è un peccato, perché in carriera le sue conclusioni hanno sempre rappresentato una minaccia – ed un contributo insufficiente al powerplay con appena un punto primario (un assist) nonostante sia stato il giocatore con più TOI di tutti in superiorità. A livello di personalità non ha mai spiccato, anche se questo è un aspetto che difficilmente si può valutare se non vivendo lo spogliatoio.

Isacco Dotti (53 GP, 5 gol, 8 assist, +7): Anche in questa stagione ha confermato le sue caratteristiche di base, che fanno leva su tanto agonismo e gioco fisico. Dopo i guai fisici della passata stagione ha potuto affrontare un campionato senza problemi, ed ha sfruttato la ritrovata fiducia per sganciarsi più spesso dalle retrovie per aggiungersi alla manovra offensiva. Questo lo ha portato in alcune circostanze ad essere fuori posizione o a commettere qualche errore, ma nel complesso la sua è una stagione positiva impreziosita da un buon bottino di punti e dal rinnovo sino al 2027.

Yanik Burren (47 GP, 3 gol, 9 assist, +5): Ha saputo confermarsi un ingaggio ispirato e nella prima stagione in biancoblù ha mostrato tante buone cose, facendo un primo passo verso un ruolo più centrale rispetto a quello che rivestiva a Berna, dove non veniva mai schierato in powerplay. Cereda lo ha invece utilizzato in entrambi gli special team e lui ha saputo mostrare una buona versatilità, comportandosi bene in ogni circostanza e senza commettere grossi errori. Ha mobilità ed è prezioso con il suo primo passaggio, ed anche considerando i passi avanti fatti in questi mesi ha ancora margini di crescita.

Zaccheo Dotti (54 GP, 4 gol, 3 assist, +1): Dopo che nella passata stagione aveva retto il passaggio di categoria è riuscito a fare ulteriori passi avanti, con una crescita simile a quella del fratello Isacco. Rispetto a lui commette qualche errore in più e può ancora crescere nella gestione delle situazioni quando si ritrova sotto pressione, ma è un elemento che non si tira mai indietro e cerca di concentrarsi sugli aspetti più semplici del suo gioco riconoscendone anche i limiti. Come “extra” ha portato 4 gol, e sommando le prime 98 partite nella massima lega il suo bilancio è neutro, il che è un dato importante.

Tobias Fohrler (51 GP, 0 gol, 6 assist, bilancio neutro): Durante la passata stagione era stato il biancoblù a fare i più grandi passi avanti, mentre quella appena terminata è stata un’annata che per il tedesco possiamo definire di transizione. A 24 anni ha gli strumenti per crescere ancora, e può migliorare soprattutto nella gestione del disco quando è sotto pressione ed anche nella lettura del gioco difensivo in copertura degli spazi. Fisicamente non si tira mai indietro e nel finale ha cercato di far sentire la sua presenza sia nello slot che nel regolare i conti a gioco fermo, ma durante la stagione si è anche reso protagonista di diverse penalità evitabili.

Jannik Fischer (48 GP, 0 gol, 4 assist, -9): Il suo gioco è totalmente difensivo, ed anche in questa stagione si è concentrato sul portare fisicità e sul bloccare i tiri, esercizio in cui è stato di nuovo il leader della squadra. Svolge il suo compito senza meritarsi particolari note di demerito, per Cereda è un buon “soldato” e nonostante alcuni errori di posizionamento svolge i suoi compiti – semplici ma importanti – in maniera sufficiente.

Rocco Pezzullo (24 GP, 0 gol, 2 assist, +1): Si era posto come obiettivo quello di trovare maggiore stabilità, ma per Pezzullo quella appena conclusasi è stata una stagione difficile. La sua crescita aveva subito un rallentamento già nel passato torneo, ed in quello più recente non è mai riuscito a convincere e ad ottenere un posto fisso nel lineup. In pista è apparso spesso in difficoltà ed è sembrata mancargli la fiducia, con tanti errori anche non forzati e diverse partite giocate con i Ticino Rockets. La commozione cerebrale in novembre non lo ha aiutato, ma all’età di appena 21 anni avrà tutte le opportunità di continuare a lavorare per mettere a frutto le sue potenzialità.

Cedric Hächler (32 GP, 0 gol, 1 assist, -4): Nel passato campionato gli era stato chiesto di rivestire un ruolo che non era nelle sue corde, con un TOI tra i più alti in squadra ed una presenza fissa in powerplay. Si pensava che facendogli fare un passo indietro nelle gerarchie potesse dare un buon contributo, ma invece è stato indubbiamente il giocatore più in difficoltà dell’intero reparto. Non riesce mai a trovare continuità e la sua stagione è segnata da tanti errori e dall’infortunio di gennaio da cui non è più rientrato. Con il contratto in scadenza non sembrano esserci gli argomenti per pensare ad un rinnovo.

ATTACCANTI

Inti Pestoni (55 GP, 17 gol, 24 assist, +7): È senza dubbio il miglior giocatore della squadra. Tornato in biancoblù dopo cinque anni, Pestoni si è espresso sui suoi più alti livelli in carriera, assicurando un ottimo bottino di punti e la capacità di macinare gioco praticamente dall’inizio alla fine. Ad un certo punto ha vissuto una fase di comprensibile flessione, ma per l’attacco dell’Ambrì è stato il vero punto di riferimento anche in termini di leadership. Il club ha ritrovato uno dei suoi giocatori simbolo nella miglior condizione possibile, e che ha saputo trarre il meglio dall’intensità del gioco di Cereda tanto da terminare al quinto posto tra i marcatori svizzeri della lega.

Dario Bürgler (55 GP, 15 gol, 19 assist, -5): Dopo la scorsa buona stagione giocata a Lugano, l’attaccante ha dimostrato di poter mantenere alto il suo livello anche in una realtà diversa come quella di Ambrì, dove ha tratto il meglio dall’opportunità di tornare ad essere uno dei pilastri della fase offensiva. È il giocatore che più di tutti in squadra ha l’istinto di cercare la porta avversaria, e per lui il bottino di 15 gol (di cui sei in powerplay) è un ottimo risultato. Peccato che nei pre-playoff abbia mancato alcune buone chance capitate sul suo bastone, ma con Bürgler l’Ambrì ha aggiunto al suo reparto offensivo un ingrediente che era mancato in passato.

André Heim (55 GP, 14 gol, 16 assist, +3): Si è confermato il miglior colpo di mercato di Paolo Duca, che dal Berna ha portato un centro che ha saputo continuare nel suo percorso di crescita ed è diventato immediatamente un giocatore fondamentale per l’Ambrì. Perno della linea più stabile della squadra (quella completata da Bürgler e Kneubuehler), Heim ha dalla sua delle buone mani, la capacità di smistare il gioco e creare spazi, e soprattutto uno stile di gioco che ben si sposa con quanto cerca Cereda. A soli 23 anni potrà ancora crescere (solo il 47% agli ingaggi, ad esempio), ma non a caso è stato sin da ora l’attaccante più impiegato in squadra.

Dominic Zwerger (49 GP, 9 gol, 20 assist, -3): Ha vissuto una prima metà di stagione difficile, per poi riprendersi nel finale con carisma ed un buon bottino di punti. Come nello scorso campionato l’inizio dell’austriaco è andato a rilento, con le prime reti arrivate dopo otto partite ed un bottino di appena tre gol nei primi 26 match. Ha ammesso che il pensiero del contratto in scadenza lo ha condizionato, ma una volta arrivato il rinnovo a metà gennaio è apparso rigenerato ed ha firmato 10 punti in 17 partite. Da lui l’Ambrì avrà però bisogno molta più continuità, elemento che manca dal suo gioco da alcuni anni.

Peter Regin (41 GP, 3 gol, 20 assist, -3): Il profilo era interessante, anche perché per un centro d’esperienza è possibile lasciare il segno e rendere migliori i compagni anche senza firmare valanghe di punti (Novotny è l’esempio perfetto), ma Regin non ha avuto l’impatto sperato. Nonostante il curriculum non è diventato uno dei principali leader sul ghiaccio, e quando si è capito che la riformata coppia con Kozun non avrebbe fatto “click” il suo ruolo ha perso di definizione all’interno del lineup. Gli va riconosciuto il merito di aver stretto i denti giocando quasi la metà delle partite con degli acciacchi fisici, ma il poco impatto sul powerplay ed una percentuale agli ingaggi di solo il 50% completano un quadro non sufficiente.

Brandon McMillan (48 GP, 14 gol, 9 assist, -1): Arrivato a pochi giorni dall’inizio della stagione e poi capace di guadagnarsi la conferma per tutto il campionato, il canadese ha giocato un’onestissima stagione in cui si è espresso nei suoi limiti assicurando energia ed agonismo ad ogni cambio. Ha chiuso con il buon bottino di 14 gol e la media di mezzo punto a partita, a cui ha aggiunto un contributo a livello di intensità che non viene riflesso nelle statistiche. Si è velocemente delineato come una personalità importante all’interno del gruppo, tanto da presentare degli argomenti validi per un eventuale rinnovo.

Johnny Kneubuehler (55 GP, 7 gol, 12 assist, bilancio neutro): Quello di Kneubuehler è stato decisamente un progetto a lungo termine per l’Ambrì, ma dopo le difficoltà delle prime stagioni e gli alti e bassi di quella passata, l’attaccante ha giocato alla Gottardo Arena la sua miglior annata in carriera. Lavora tanto e spesso raccoglie meno di quanto meriterebbe, ma con Heim e Bürgler ha trovato i compagni ideali per esprimersi ed i passi avanti sono stati evidenti.

Daniele Grassi (50 GP, 7 gol, 12 assist, -1): Può contare su una maggiore costanza a livello fisico, ed il suo gioco trova intensità con più regolarità. È confrontato con la sfida di giocare praticamente un’intera stagione al centro e a livello di ingaggi paga come prevedibile dazio con un’efficacia che non raggiunge il 40%, ma riesce comunque a creare spazi importanti che vengono sfruttati dai compagni di squadra, in particolar modo Pestoni e Zwerger. Fisicamente e a livello agonistico non si tira mai indietro, anche se può trovare un maggiore equilibrio per evitare alcune penalità.

Diego Kostner (50 GP, 6 gol, 7 assist, -4): Conferma le caratteristiche che lo rendono prezioso per dare profondità al lineup ed è un elemento stabile di entrambi gli special teams, anche se la sua quarta linea per lunghi tratti non riesce a lasciare il segno. Il suo gioco è sempre generoso ed intelligente, ma il blocco completato da Trisconi e Bianchi ha vissuto una stagione difficile ed ha fatto “click” solo nel finale, quando ha rappresentato una linea fondamentale per l’esaltante epilogo.

Brandon Kozun (24 GP, 3 gol 6 assist, -8): È purtroppo diventato il perfetto esempio di come un ingaggio sulla carta azzeccato, poi una volta sul ghiaccio possa rivelarsi un flop. Kozun portava con sé tutte le caratteristiche e premesse per essere un ottimo elemento per l’Ambrì, ed anche se la sua ambizione di voler essere il miglior giocatore della lega era forse fuori posto, l’ingaggio operato da Duca era di quelli promettenti. Nonostante la presenza dell’amico Regin ed i continui tentativi di Cereda, però, le cose praticamente non hanno mai funzionato. Dopo aver segnato tre gol nelle prime due partite Kozun si è completamente inceppato, ed è pian piano finito in un buco da cui non ha più saputo uscire. Con il passare delle partite ha perso energia ed è iniziata a prevalere la frustrazione, il suo gioco mancava di fiducia ed è diventato sempre più estraneo al resto della squadra. Dopo 22 partite consecutive senza segnare, ad inizio dicembre la sua partenza è stata inevitabile.

Elias Bianchi (55 partite, 4 gol, 5 assist, -4): Al rientro dopo aver saltato praticamente tutta la scorsa stagione a causa di un infortunio al ginocchio, per buona parte del campionato ha fatto fatica a trovare quel ritmo ed intensità necessario per rendere efficace il lavoro della quarta linea. Le cose sono poi andate molto meglio nel finale, quando può giocare senza dolori e riesce a dare un contributo più tangibile al fianco di Kostner e Trisconi. Sempre apprezzabile la sua onestà nell’analizzare le situazioni con la stampa, con il contratto in scadenza ora resterà da vedere se la sua carriera proseguirà.

Matt D’Agostini (23 GP, 4 gol, 3 assist, -5): Dopo il grave infortunio al ginocchio dell’ottobre 2020 ha affrontato un lungo periodo di riabilitazione che gli ha permesso di tornare a giocare solamente un anno più tardi, ma non è purtroppo più nelle condizioni fisiche di tornare ai massimi livelli. Sono da applaudire la sua determinazione ed il suo attaccamento alla realtà biancoblù, ed ha compiuto tutti gli sforzi possibili per dare una mano nonostante le difficili circostanze. Le prime partite al rientro in ottobre sembravano promettenti, ma ha poi rallentato bruscamente in termini di pattinaggio, risultando potenzialmente pericoloso solo per il suo tiro. La sua carriera è verosimilmente al termine e l’Ambrì saluta un giocatore che in questi anni ha rappresentato una figura centrale per il club.

Noele Trisconi (53 GP, 4 gol, 3 assist, -5): Lo spirito combattivo è quello che lo ha sempre caratterizzato, ma l’attaccante ha vissuto anche diversi momenti in cui il suo gioco non è sempre stato efficace ed anche lui contribuisce nel rendere poco costante il contributo della quarta linea. Evidente anche nel suo caso il netto passo avanti fatto nel finale di stagione, quando il forecheck ritrova efficacia e si toglie anche la soddisfazione di segnare qualche gol.

Giacomo Dal Pian (21 GP, 1 gol 2 assist, +1): Per buona parte della stagione non riesce a ritagliarsi un ruolo definito in squadra, e finisce così per essere spesso in sovrannumero e trova ghiaccio principalmente ai Ticino Rockets. Buona la sua attitudine quando viene chiamato in causa nel finale di stagione, quando dà un buon contributo rispondendo bene ad un compito decisamente non facile. Nel complesso però la sua è stata una stagione difficile.

Patrick Incir (27 GP, 2 gol, 0 assist, -1): Riesce a vivere una stagione senza guai fisici, ma il suo profilo rimane quello di un elemento complementare che ha lasciato poco il segno ed è stato spesso girato ai Ticino Rockets. Il suo contratto è in scadenza e l’Ambrì dovrà decidere se confermarlo come elemento di profondità al roster.

Senza commento per aver giocato meno di dieci partite: Steve Moses, Cory Conacher, Petr Cajka, Gianluca Barbei, Giona Bionda, Tommaso De Luca, Joel Neuenschwander, Simone Terraneo, Stefan Müller

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