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Ambrì Piotta

Ambrì Piotta, le valutazioni al termine del campionato 2020/21

In una stagione complicata l’Ambrì ha visto pochi dei suoi giocatori mostrare la necessaria costanza, confermando le difficoltà di un’annata singolare. Alcune le certezze, ma da diversi elementi ci vorrà una marcia in più

AMBRÌ – Mandata agli archivi un’annata segnata dalla pandemia e caratterizzata dall’assenza di pubblico, l’Ambrì Piotta ha mancato il suo obiettivo stagionale di qualificarsi ai pre-playoff. La squadra di Duca e Cereda dovrà ora trarre i giusti insegnamenti da questo campionato difficile, per iniziare con il piede giusto la storia nella nuova pista.

Di seguito vi proponiamo la valutazione di tutti i giocatori biancoblù per quanto riguarda l’annata agonistica appena conclusa, con un breve commento dedicato ad ogni elemento della rosa.

PORTIERI

Benjamin Conz (16 GP, 91.72 SV%, 2.59 GAA): Per la seconda stagione consecutiva ha dovuto confrontarsi con importanti infortuni, ma quando ha potuto giocare è riuscito a portare tra i pali gli argomenti necessari per confermarsi il titolare di riferimento. Compirà i 30 anni solamente all’inizio della prossima stagione e per l’Ambrì è un pilastro importante, anche se la sua fragilità fisica – appena 35 partite giocate negli ultimi due campionati, di cui solo 29 dal primo minuto – impone prudenza ed un’alternanza di livello tra i pali. Da novembre a marzo ha potuto giocare solamente sei partite, ma nonostante la mancanza di continuità la sua presenza in porta proietta comunque una certa sicurezza.

Damiano Ciaccio (33 GP, 90.78 SV%, 3.08 GAA): Arrivato alla Valascia dopo una stagione con poco ghiaccio a Langnau, Ciaccio ha vissuto alcune serate in cui è saputo tornare la miglior versione di se stesso, e per una parte importante di campionato ha dovuto sopperire all’assenza di Conz. Ha mostrato maggiori incertezze negli ultimi mesi, mostrandosi più insicuro e meno preciso nei suoi interventi, tanto da superare solamente in tre occasioni il 90% di parate nell’ultima decina di partite.

Viktor Östlund (9 GP, 92.39 SV%, 2.64 GAA): Il figlio d’arte è una delle belle storie uscite da questa stagione, in cui ha saputo farsi trovare pronto quando chiamato dall’Ambrì, rilanciando così in maniera importante la sua carriera. Si rende protagonista di alcune partite da incorniciare contro avversari come Zugo e ZSC Lions, e con lui tra i pali i biancoblù trovano anche delle belle vittorie. Un anno fa si parlava di un campione statistico troppo piccolo per valutarlo davvero, e anche oggi la situazione non è molto diversa, ma ha saputo mostrare qualità interessanti che andrebbero confermate con un impiego più continuo. Probabilmente questo difficilmente avverrà nell’organizzazione del Losanna.

DIFENSORI

Michael Fora (45 GP, 7 gol, 14 assist, -25): È il chiaro leader della difesa, e questo diventa un’arma a doppio taglio. Lo staff si affida a lui in ogni situazione e con un minutaggio più alto rispetto al passato, ma nella stagione in cui deve riflettere su dove firmare il suo prossimo contratto non sempre trova la necessaria lucidità per sfruttare i suoi punti di forza. Per l’Ambrì è un giocatore importantissimo – e questo è stato evidente durante la sua assenza – ma prestazioni solide ed altre più traballanti si alternano con troppa frequenza. Chiude la stagione con uno dei bilanci peggiori della lega (-25) e come giocatore più penalizzato (35 infrazioni da due minuti) che compensa con un bottino di 21 punti comunque buono. Le molte responsabilità, la mancanza di un difensore straniero e qualche infortunio – che gli fanno saltare quasi tutta la preparazione – hanno influenzato la sua stagione, che è mancata di continuità.

Cedric Hächler (50 GP, 2 gol, 11 assist, -13): Viene utilizzato in ogni situazione di gioco, secondo solamente a Fora per TOI complessivo ed in situazione di powerplay. Cerca di arrabattarsi come può ma alcuni compiti non sono evidentemente nelle sue corde, e soprattutto in termini di impostazione e in superiorità numerica (appena tre assist diretti) mostra i suoi limiti. Rimane comunque un buon elemento se si immagina una squadra in cui fargli fare un passo indietro nelle gerarchie, soprattutto considerando che comunque ha avuto una certa crescita nel corso della stagione. Ha giocato 250 minuti in più rispetto alla passata annata e per la prima volta in carriera ha avuto un ruolo in powerplay, il passo da compiere era importante ed ha mostrato sino a dove può arrivare. Ora sarà importante adattare il suo impiego nella prossima stagione.

Tobias Fohrler (46 GP, 3 gol, 5 assist, -4): Un anno fa lo avevamo definito come la miglior sorpresa della stagione, oggi si presenta invece come l’elemento ad aver fatto i maggiori passi avanti. Il tedesco è infatti uno dei pochi biancoblù ad aver progredito in maniera evidente, e soprattutto nella prima parte di campionato è spesso tra i migliori prima di calare anche lui nel finale. È ancora un po’ grezzo nel terzo offensivo – ed infatti in powerplay si rivela più utile nello slot – ma è migliorato molto nell’uscita dal terzo e nello stimolare il gioco in maniera verticale.

Jannik Fischer (50 GP, 2 gol, 6 assist, -11): Elemento totalmente difensivo, fa quello che gli viene chiesto in maniera un po’ più solida rispetto alla passata stagione, quando era stato spesso in difficoltà chiudendo anche con il peggior bilancio di lega. È il leader per tiri bloccati e cerca di metterci il fisico, anche se a volte incappa in coperture troppo leggere nello slot causate da tempismi da rivedere. Ciò che gli viene chiesto è chiaro e svolge comunque il suo compito in maniera sufficiente, anche in situazione di boxplay.

Michael Ngoy (50 GP, 2 gol, 3 assist, -16): Aveva naturalmente dei limiti dettati dall’età che avanza, ma come di consueto Ngoy non si è mai risparmiato ed ha comunque offerto un contributo significativo nella sua ultima stagione da giocatore. È il terzo difensore più impiegato da Cereda (17’43’’ a partita), ed al netto di alcune lacune soprattutto quando si ritrova a dover gestire il puck, difensivamente ed in boxplay si è rivelato prezioso. Complimenti per la bella carriera, la sua personalità sono tra quelle che mancheranno.

Isacco Dotti (23 GP, 3 gol, -3): Gli infortuni hanno reso la sua stagione molto complicata, a partire da quella serata a Berna che lo ha messo KO al debutto stagionale per i successivi due mesi. È poi costretto a saltare diverse partite tra metà gennaio e inizio marzo, quando scende in pista solamente tre volte saltando complessivamente 14 incontri. Quando può giocare mostra alcuni passi avanti in termini di maturità ed affidabilità, e si toglie anche la soddisfazione di segnare tre gol nel mese di dicembre.

Zaccheo Dotti (44 GP, 2 assist, -1): A 26 anni è chiamato al difficile compito di fare il salto nella massima categoria, dopo aver passato le precedenti sei stagioni tra Prima Lega e Swiss League. Si rimbocca le maniche e gestisce la transizione tutto sommato bene, anche se nella prima fase di stagione ha avuto delle normali scosse di assestamento. Le sue partite non sono esenti da errori, ma riconosce i propri limiti e cerca di concentrarsi sugli aspetti più semplici del suo gioco.

Rocco Pezzullo (38 GP, nessun punto, -5): Nella passata stagione si era distinto nelle sue prime pattinate in prima squadra per calma e personalità, elementi che ha un po’ perso nel corso dell’ultimo torneo. È sembrato marciare sul posto per quanto riguarda la sua crescita, pur con un potenziale che resta evidente. Al ritorno dai Mondiali U20 è andarto maggiormente in difficoltà, sia sul ghiaccio che nel trovare un ruolo centrale in squadra, tanto da non venir impiegato con regolarità in nessun special team. Ha lasciato intravedere delle buone giocate in alcune partite, mentre in altre si è visto protagonista di errori dettati anche dall’inesperienza, ma rimane uno dei giovani più promettenti per l’immediato futuro.

Christian Pinana (13 GP, nessun punto, -1): La stagione è iniziata con la premessa dell’operazione al ginocchio del gennaio precedente che lo ha messo per lungo tempo KO, costringendolo nuovamente ad avere pazienza. Ha passato una fetta importante della stagione ai Ticino Rockets, e a metà febbraio aveva giocato un paio di buone partite che sembravano poterlo rimettere sulla giusta carreggiata. La sfortuna non lo ha abbandonato e per una discata è rimasto poi out altre tre settimane. In biancoblù nel finale non lo abbiamo più visto e la sua crescita rimane una questione incompiuta. Vale il discorso degli anni passati, ha caratteristiche interessanti e che all’Ambrì farebbero molto comodo, ma avrà bisogno di salute e continuità per capire davvero sino a quale livello può arrivare.

ATTACCANTI

Dominic Zwerger (51 GP, 9 gol, 28 assist, -22): Termina la regular season con il casco di Top Scorer, ma la sua stagione è in chiaroscuro. Per la prima volta non riesce ad andare in doppia cifra in termini di gol, ed inizialmente fa molta fatica a trovare concretezza e firma la prima rete solamente dopo 12 partite. Successivamente prende ritmo e vive delle buone fasi, anche se ha fatto fatica a trovare la costanza di prestazione da una partita all’altra. Ha comunque rappresentato una delle poche reali scintille offensive dell’attacco biancoblù, ma tre gol nelle ultime 25 partite sono stati troppo pochi per essere uno dei trascinatori del reparto. Rimane uno dei migliori attaccanti in squadra, ma in chiave futura dovrà garantire maggiore costanza.

Brian Flynn (50 GP, 9 gol, 25 assist, -25): È sempre preziosissimo agli ingaggi, esercizio in cui è tra i migliori della lega con il 56.6% di efficacia, ma per tutta la stagione ha fatto fatica ad imporsi in termini di personalità e concretezza. È prezioso negli special teams e svolge un gran lavoro in boxplay, ma chiude la stagione con il bilancio peggiore di lega tra gli attaccanti (-25) e spesso è apparso troppo molle nelle sue azioni, sia in copertura che quando si è ritrovato sul bastone occasioni importanti. Le sue prestazioni acquistano maggiore smalto grazie all’intesa sviluppata con Perlini, mentre con altri compagni – come Kneubuehler oppure inizialmente Horansky – fatica di più a far girare il motore del gioco.

Julius Nättinen (32 GP, 17 gol, 8 assist, -9): Dopo i problemi fisici del preseason il finlandese ha un inizio di stagione letteralmente esplosivo in cui segna addirittura 14 gol nelle prime 11 partite, e nella prima fase nulla sembrava poterlo tenere lontano dal tabellino (a punti in 16 delle prime 20 partite). Al ritorno dall’avventura in Nazionale di dicembre incontra parecchie difficoltà, poi ingigantite da due infortuni che lo mettono KO in entrambe le occasioni per un mese. Nella seconda fase di stagione va al tiro con meno frequenza e convinzione, gli viene meno la fiducia e paga la prevedibilità di alcune combinazioni offensive – anche in powerplay – letali ad inizio anno ma poi meglio interpretate dagli avversari. Quando non riesce a colpire in zona offensiva il suo gioco diventa un po’ evanescente, e per crescere dovrà aggiungere più intensità in pattinaggio e battaglie per il puck.

Diego Kostner (50 GP, 9 gol, 14 assist, -1): Dopo il brutto infortunio che lo aveva costretto a saltare tutta la passata stagione, l’italiano si rende protagonista della miglior annata in carriera, e già questo è un traguardo eccezionale. Firma 23 punti (di cui nove gol) senza praticamente mai giocare nel top six, e si rivela efficace anche nelle situazioni speciali. Risponde alla grande a tutti i compiti che gli affida lo staff, ed è il giocatore più costante dell’intera rosa dall’inizio alla fine. Gioca in maniera generosa ma anche molto intelligente, commettendo pochi errori ed ispirando i compagni che scendono sul ghiaccio con lui.

Marco Müller (45 GP, 10 gol, 7 assist, -24): È probabilmente la principale delusione della stagione. Solamente per brevi tratti si è intravisto il Müller degli scorsi anni, ed il fatto di giocare in ambienti svuotati di emozioni lo ha condizionato chiaramente, togliendogli quel fuoco sacro che alimentava il suo gioco. Disputa troppe partite in maniera anonima, sia nel suo ruolo di centro che quando Cereda decide di schierarlo all’ala, e finisce per giocare con dieci compagni di linea diversi senza trovare mai una reale collocazione. Riesce comunque a segnare 10 gol ed il suo impegno non è in discussione, ma è uno dei pilastri della squadra e l’Ambrì da lui avrà bisogno molto di più in futuro.

Brendan Perlini (21 GP, 9 gol, 7 assist, -17): Dopo dieci mesi di inattività ed alcune partite passate a carburare commettendo qualche errore di troppo, il ragazzo canadese si è rivelato essere un giocatore eccezionale, dimostrando sul ghiaccio il perché nel 2014 è stato chiamato come 12esima scelta assoluta al draft. Il suo mix di pattinaggio, presenza fisica, visione di gioco e buone mani hanno finalmente dato alla squadra di Cereda un giocatore in grado di fare la differenza, e non è un azzardo inserirlo tra gli stranieri migliori del campionato. Sa di poter essere dominante e questo a volte lo porta a cercare la giocata individuale, ma si è integrato velocemente nell’ambiente anche grazie ad un ottimo carattere. Difficile immaginare di vederlo restare, ha tutti gli strumenti per cercare una nuova avventura in NHL.

Jiri Novotny (46 Go, 4 gol, 11 assist, -6): La sua volontà di mettersi a disposizione della causa biancoblù è evidente sin dall’estate, quando accetta di rivestire il ruolo di straniero nei Ticino Rockets. Le cose poi sono andate diversamente ed ha giocato tutta la stagione con l’Ambrì Piotta, dando fondo alle sue risorse per una realtà a cui ha dato tanto sin dal suo arrivo. Agli ingaggi è sempre un maestro e riveste un importante ruolo di leadership, ma il suo bottino di punti è (come ci si poteva attendere) troppo esiguo per giustificare in un contesto “normale” una licenza straniera. Nell’ultima particolare stagione ha dato tutto ciò che aveva, salutando senza mai tirarsi indietro la realtà leventinese.

Johnny Kneubuehler (45 GP, 4 gol, 8 assist, -11): Gli vengono date tutte le chance possibili per fare un salto di livello ma, nonostante tanto pattinaggio ed una miriade di occasioni, raccoglie davvero pochissimo in termini di reti. Ci mette tanto impegno e prova anche a giocare fisico, ma la mancanza di concretezza affossa i suoi sforzi, e nemmeno una presenza fissa in powerplay gli permette di trovare il tabellino con costanza (gioca 120 minuti in superiorità numerica ottenendo appena due assist in seconda). Da quando è arrivato ad Ambrì ha giocato 97 partite ottenendo 20 punti e segnando appena sette gol, la prossima stagione rischia di essere l’ultima possibilità per dimostrare di avere qualcosa in più.

Daniele Grassi (51 GP, 3 gol, 8 assist, -8): Dopo gli importanti guai fisici del recente passato, Grassi ci mette un po’ a ritrovare se stesso, ma con il passare del tempo riesce ad alzare il suo livello in termini di intensità. Dopo l’infortunio di Bianchi gli viene affidato il ruolo di capitano, e vive un periodo in cui mostra una certa leadership che unisce a delle buone prestazioni. In termini di produzione offensiva 11 punti sono però troppo pochi e da lui ci si aspettava qualcosa di più, ma ciò non toglie che ha rappresentato un giocatore importante per l’intera squadra. Il prossimo passo sarà però quello di ritrovare la lucidità delle stagioni migliori, per tornare ad avere un impatto maggiore anche con il disco sul bastone.

Patrick Incir (15 GP, 2 gol, 3 assist, +4): L’operazione alla caviglia dello scorso mese di maggio lo ha costretto ad un lungo periodo di recupero, che lo ha visto tornare in pista solamente a fine gennaio. Non riceve molto spazio ma si toglie la soddisfazione di segnare un paio di gol e di rendersi protagonista di alcune giocate decisive, ma rimane quella di un attaccante complementare. Con la salute dalle sua, dovrà lavorare per guadagnarsi un ruolo nel lineup della prossima stagione.

Noele Trisconi (50 GP, 2 gol, 3 assist, -13): Il suo spirito battagliero è quello di sempre, e per questo il piccolo attaccante va nuovamente elogiato, ma quella appena conclusa non è stata per lui la miglior stagione in biancoblù. Assicura tanta energia ma riesce ad essere meno efficace rispetto al passato, e purtroppo lascia per strada anche qualche occasione ghiotta di troppo.

Stanislav Horansky (23 GP, 1 gol, 4 assist, -4): L’attaccante ceco rappresentava un esperimento interessante tentare, ma si è purtroppo capito velocemente che Horansky non avrebbe avuto l’impatto sperato. Tecnicamente avrebbe potuto aggiungere un ingrediente che ai biancoblù serve moltissimo, ma nonostante un avvio di campionato nelle prime linee non riesce mai a lasciare il segno. Evanescente ed ai margini del gioco, non ha il necessario mordente per concretizzare le sue qualità ed entrare nel gioco di Cereda. Questa era verosimilmente la sua ultima chance di ottenere un posto in National League, e la scarsa convinzione con cui l’ha sprecata è stata deludente.

Giacomo Dal Pian (41 GP, 2 gol, 2 assist, -4): Il suo ruolo in squadra non è mai ben definito. Durante il preseason gli viene chiesto di giocare in difesa per cercare di aggiungere un po’ di dinamismo e visione di gioco ad un reparto orfano di uno straniero, ma l’esperimento è ambizioso e viene accantonato dopo qualche settimana. Quando viene chiamato in causa si rivela comunque prezioso, ma dovrà lavorare per costruire e riguadagnarsi un ruolo più definito in squadra. Il punto di ripartenza potrebbe essere quella bella doppietta di Zugo.

Matt D’Agostini (8 GP, 2 gol, 2 assist, -3): Impossibile valutare la sua stagione, che è terminata dopo appena otto partite, ma è ben chiaro il vuoto che il canadese ha lasciato in squadra. L’Ambrì ha perso il suo miglior giocatore del precedente campionato, reduce dall’annata più brillante in Svizzera e di conseguenza impossibile da compensare soprattutto in termini offensivi. Mancano le sue reti, la sua efficacia in powerplay e la sua leadership, e per i biancoblù concedere uno straniero come lui agli avversari diventa un fardello pesantissimo. D’Agostini è ancora sotto contratto per il 2021/22 e la sua operazione al ginocchio di fine ottobre avrebbe dovuto tenerlo lontano dal ghiaccio per due mesi e mezzo, ma invece non si è più rivisto. Sarà da capire cosa significa questo per il futuro.

Dario Rohrbach (29 GP, 2 gol, 1 assist, -7): È un’altra delle principali delusioni della stagione. Ha un grande potenziale e si pensava di vederlo deciso a sfruttare le sue chance con determinazione, ma perde velocemente il suo posto e non fa praticamente nulla per riconquistarsi la fiducia di Cereda. I segnali iniziali non sono male, ma entra velocemente in una spirale negativa da cui non esce mai e passa tutta la seconda metà di stagione ai Rockets oppure in sovrannumero. Quando l’Ambrì è confrontato con diversi infortuni gli vengono preferiti altri giocatori, il che pone degli interrogativi sulla sua situazione.

Elia Mazzolini (28 GP, 1 gol, 1 assist, -4): Le sue caratteristiche di base non cambiano, ma nella seconda parte di stagione fa degli importanti passi avanti e per diverse partite è addirittura tra i migliori in pista. Cereda lo premia con un minutaggio che va spesso oltre i dieci minuti, ed anche se non ha gli strumenti per essere incisivo sul fronte offensivo, porta tanta energia e chiude tutti i contrasti. Le zone in cui è maggiormente efficace è lungo le balaustre, dove si rende prezioso con tanti dischi recuperati.

Petr Cajka (10 GP, 1 gol, bilancio neutro): Un ingaggio sicuramente interessante e che avrà bisogno di tempo per venire valutato. Trova alcuni buoni spunti nella decina di partite in cui viene impiegato, dopo aver vissuto una stagione molto positiva ai Rockets con 24 punti (dieci gol) in 35 partite. Il suo ruolo naturale è il centro, dove spera di poter giocare, e sarà sicuramente interessante seguire la sua evoluzione dopo che si sarà abituato al sistema di gioco di Cereda.

Joël Neuenschwander (25 GP, 1 assist, +1): Cerca di dare il massimo quando viene chiamato in causa, ma i suoi limiti in fase offensiva rimangono presenti, anche a causa di un fisico che non lo aiuta ad uscire vincitore dai contrasti. Impegno e determinazione non mancano, ma per lui trovare un ruolo stabile nel lineup sarà molto difficile.

Elias Bianchi (7 GP, nessun punto, -3): La stagione del capitano finisce velocemente dopo appena sette partite. Tolta la possibilità di dare una mano sul ghiaccio, Bianchi cerca allora di sostenere la squadra da fuori e si impegna anche come membro del comitato della SIHPU (l’associazione dei giocatori). Con il suo contratto in scadenza il suo futuro resta da determinare.

Tommaso Goi (28 GP, nessun punto, -8): La sua è stata una stagione difficile, segnata da alcuni infortuni ed un bilancio che per la prima volta lo ha visto completamente assente dai tabellini. Il suo impiego è spesso limitato e non riesce a ritagliarsi un ruolo come nella stagione precedente, quando aveva saputo sopperire all’assenza di Kostner. Il suo futuro è da determinare, sia per il contratto in scadenza, sia per la prospettiva di diventare straniero tra un anno.

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