AMBRÌ – BERNA
2-4
(2-2, 0-2, 0-0)
Reti: 6’35 Sceviour (Kahun, Loeffel) 0-1, 9’38 Heed (Grassi, Rüfenacht) 1-1, 13’17 Sceviour (Lindberg, Kahun) 1-2, 14’34 Isacco Dotti (Grassi, Trisconi) 2-2, 30’40 Moser (Kahun, Ennis) 2-3, 34’29 Lindberg (Kahun, DiDomenico) 2-4
Note: Gottardo Arena, 6’375 spettatori
Arbitri: Kohlmüller, Kaukokari; Schlegel, Urfer
Penalità: Ambrì 7×2, Berna 4×2 + 1×10
Assenti: Diego Kostner, Tobias Fohrler (infortunati), Brandon McMillan, Lionel Marchand, Rocco Pezzullo (sovrannumero)
AMBRÌ – Se vorrà raggiungere il suo obiettivo, l’Ambrì Piotta dovrà sicuramente dare di più rispetto a quanto visto in pista contro il Berna nel primo match dopo la pausa. E questo non perché i biancoblù hanno giocato una partita particolarmente negativa, ma piuttosto perché sono stati gli orsi ad aver lavorato e sudato maggiormente per cercare la vittoria, usando quelle armi che Luca Cereda vorrebbe sempre come principale caratteristica della sua squadra.
In questo senso i biancoblù dovranno trovare al più presto la giusta lunghezza d’onda per darsi una chance di arrivare al decimo posto, perché se da un lato la classifica è cortissima – ancora di più dopo i risultati di martedì, tutti “sfavorevoli” – dall’altro la lotta sarà estremamente serrata. Basti infatti notare come l’Ambrì sia a due punti dai pre-playoff ma anche dallo spareggio con l’Ajoie per capire quanto il margine d’errore sarà ridotto nelle prossime settimane, e in un torneo in cui tutte le squadre hanno le loro forze a prevalere sarà chi troverà maggiore sacrificio ed intensità.
Quello visto all’opera contro il Berna non era insomma ancora un Ambrì “da playoff”, anche se nel complesso i leventinesi sono stati parte di una sfida equilibrata ed in cui non era facile entrare in materia immediatamente dopo lo stop. Il primo tempo è comunque stato positivo, con diverse conclusioni su Wüthrich ed in generale la capacità dei leventinesi di ribattere colpo su colpo alle due reti degli ospiti.
In quella fase – ma anche in altre della partita – si sono viste delle sbavature tipiche dei primi match dopo una pausa, ma con il passare dei minuti l’Ambrì ha faticato ad applicare il giusto filtro in zona neutra ed anche nell’impedire al Berna di uscire in maniera pulita dal suo terzo difensivo. A lungo andare questo è stato uno degli spartiacque della sfida, ed ha permesso a DiDomenico e compagni di imbastire un periodo centrale in cui l’Ambrì ha avuto poco attrito sull’inerzia della partita.
Lampante l’impatto degli special teams (e le conseguenze di alcune penalità evitabili), con il Berna capace di infilare ben tre gol in powerplay – troppi in partite come queste in cui i punti sono pesantissimi – e di colpire sempre da distanza ravvicinata. Alla squadra di Cereda è infatti mancata la giusta compattezza nello slot per difendere Juvonen, sia in fisicità che in termini di lettura del gioco.
Certo, più semplice a dirsi che a farsi, ed infatti un certo merito va anche al gruppo diretto da Toni Söderholm, la cui qualità è evidente sulla carta e martedì lo è stata anche sul ghiaccio, con varie combinazioni pulite e con una velocità d’esecuzione che metterebbe in difficoltà chiunque. I biancoblù ci hanno insomma provato, ma va anche riconosciuta la bravura dell’avversario.
L’Ambrì Piotta dal canto suo non ha però dato abbastanza per mettere davvero in dubbio il risultato e, dopo un periodo centrale complicato, nemmeno nella terza frazione si ha avuto l’impressione che una rimonta fosse imminente. I biancoblù non hanno infatti mai vissuto una fase in cui hanno davvero preso in mano la partita, e le cose non sono cambiate nemmeno quando Cereda ha modificato alcune composizioni delle linee e chiamato il timeout dopo un inizio di terza frazione poco promettente.
Gli orsi hanno inoltre potuto contare sulla maggiore personalità dei loro singoli, mentre in casa leventinese hanno faticato ad emergere le principali individualità, anche se è nel complesso che l’Ambrì Piotta non è ancora apparso “sul pezzo” nel contesto di una corsa al post-season che sarà sempre più calda. Poco si è visto ad esempio da parte di Spacek e Chlapik, ma anche altri elementi come Formenton o Bürgler hanno vissuto una serata senza avere un grande impatto.
In tutto questo a mettersi in evidenza c’è però stato il debuttante Thomas Rüfenacht, che nella sua prima partita in biancoblù ha sicuramente destato una buona impressione. Buono il suo impatto soprattutto nella prima parte di gara – poi lo si è comprensibilmente visto sempre meno – quando ha vinto alcuni ingaggi importanti e messo lo zampino in entrambe le reti leventinesi. Se saprà crescere e restare integro fisicamente, quello del 37enne promette di essere un innesto utile alla causa.
Complessivamente nulla è ovviamente compromesso dopo questa sconfitta per l’Ambrì, a cui è però stato ricordato che il finale di stagione andrà affrontato ingranando una marcia in più. Ai biancoblù serviranno intensità e pattinaggio, maggiore presenza davanti alle due porte, e l’impatto dei suoi uomini migliori. Ed anche ritrovare la sicurezza di giocare in casa, dopo che alla Gottardo Arena sono arrivate quattro sconfitte consecutive.
Per trovare la strada che conduce al decimo posto c’è ancora tempo, ma non è più tantissimo.
IL PROTAGONISTA
Dominik Kahun: L’attaccante tedesco probabilmente non ha un buon ricordo dall’Ambrì Piotta, perché proprio contro i leventinesi aveva rimediato quel brutto infortunio che lo aveva fermato a metà ottobre, ma martedì ha dimostrato di essere tornato ai suoi livelli. Con quattro assist è stato il vero artefice della vittoria bernese, ed i biancoblù hanno trovato pochi argomenti per fermarlo.
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