GIORNICO – Nella giornata di sabato si è svolta presso la palestra di Giornico l’attesa assemblea consuntiva dell’Hockey Club Ambrì Piotta, alla quale erano invitati tutti i tifosi che avessero desiderato presenziare e prendere parola.
Dopo i rapidi benvenuti di rito da parte del vicesindaco di Giornico, Renato Scheurer, a prendere la parola è stato immediatamente il presidente del sodalizio biancoblù Filippo Lombardi, il quale, dopo una lunga introduzione con retrospettiva sulle assemblee precedenti (Giornico 2011) è entrato nel vivo degli ordini del giorno, iniziando da un tema molto caro ai tifosi leventinesi.
Filippo Lombardi: “Chi siamo, da dove veniamo?”
Filippo Lombardi ha tenuto a ricordare quale sia l’identità dell’Ambrì Piotta nel panorama dell’hockey d’élite svizzero e soprattutto nello sport moderno, una realtà che deve essere cosciente delle proprie priorità: sopravvivere e costruirsi la strada davanti a sé. Per fare questo occorre però una strategia, tenendo conto dei cambiamenti occorsi alla situazione di anno in anno, studiando un piano sportivo e finanziario per tornare ad essere una delle società che possano lottare di anno in anno, e su questo il presidente è sicuro di non aver mai illuso nessuno.
Bisogna pensare al futuro con la scintilla portata dai giovani di Ticino Rockets durante la finale spareggio, lì si è capita la via da seguire, e “come club ci rendiamo conto degli errori commessi in questo senso” ha affermato a proposito dei giovani giocatori.
Dopo la lunga retrospettiva sulla stagione appena terminata da parte del presidente biancoblù, la parola è passata al settore sportivo del club, con il direttore sportivo Paolo Duca e l’head coach Luca Cereda ad illustrare gli obiettivi.
Paolo Duca: “Più chances per i giovani, con l’esempio dei veterani”
Il neo direttore sportivo Paolo Duca ha ribadito il suo credo e la sua filosofia sportiva, ma è consapevole che il club si trova a dover prendere delle decisioni molto importanti sul proprio futuro, con il pericolo della retrocessione ormai reale e sempre in agguato. Duca afferma che la società stessa “si sia messa in pericolo nelle scorse stagioni facendo il passo più lungo della gamba” e bisognerà rendersi conto che i passi indietro da fare non saranno forse solo uno ma anche due, per contro sarebbe inutile porsi obiettivi impossibili.
Per Duca, il nuovo head coach Luca Cereda rispecchia l’identikit ideale per la squadra leventinese, con grandi capacità tecniche e di formatore, come dimostrato nella prima stagione alla guida dei Ticino Rockets. Sul capitolo stranieri il direttore sportivo è stato molto chiaro e non si fa illusioni, trovare degli stranieri dominanti per l’Ambrì Piotta sarà sempre più difficile per la concorrenza economica, sportiva e infrastrutturale di altri 11 club di LNA.
Luca Cereda: “Sono pronto, per un hockey aggressivo e consono alle nostre capacità”
Il fresco allenatore biancoblù mette subito l’accento sul gioco che vorrà vedere dai suoi ragazzi: “Un hockey aggressivo, che richiede una preparazione fisica molto competitiva”. Su questo argomento lo stesso coach precisa che sarà lui ad occuparsi in prima persona della preparazione estiva alle porte – mostrando grande carattere e capacità decisionali – il tutto con la consulenza molto vicina del preparatore dei Rockets Gilles Neuenschwander. Secondo Cereda la preparazione “è un capitolo molto importante che va curato per 11 mesi, verranno apportati cambiamenti che porteranno i giocatori a prepararsi tutti assieme, per questioni di efficienza, team building e organizzativi, senza più preparazioni individuali”.
Infine Cereda promette solo poche cose, ossia “il massimo impegno da parte mia e di Paolo (Duca ndr) per trasmettere i nostri valori ai giocatori”.
Le finanze: “Ci saranno introiti ma non basteranno, occorre risparmiare”
Dopo gli interventi dal pubblico, tra i quali alcuni ex biancoblù come Cipriano Celio e Tiziano Gianini, il presidente Lombardi tocca “un tasto molto dolente”, ossia quello della situazione finanziaria.
Dal 2009 il club ha fatto registrare un debito strutturale di 2 milioni di franchi e per ovviare a questi costi annuali, l’obiettivo sarà di iniziare a pareggiare i conti a partire dalla prossima stagione. Per riuscire in questo obiettivo i passi da fare saranno sostanzialmente 3, oltre al già sicuro milione di franchi che arriverà dai diritti televisivi.
I punti salienti saranno quelli di ridurre i costi della rosa di 1 milione di franchi, la riduzione dei costi societari all’infuori del settore sportivo e aumentare le entrate del pubblico, patrimonio fondamentale per la sopravvivenza del club e legato a doppio filo ai risultati sportivi.
La nuova Valascia: “La società vuole la pista ad Ambrì, ma i piani B non vanno scartati”
Introducendo il vero tema caldo del pomeriggio, il presidente Lombardi ha subito ribadito come il problema di una Valascia da ristrutturare o ricostruire è noto ormai dall’inizio degli anni 90.
Lombardi tiene a ribadire che “si è lavorato il meglio possibile da parte della società, e queste discussioni sono aperte da molto prima che fossi presidente. Ci siamo battuti come leoni, abbiamo ottenuto le proroghe e fatto alcuni interventi di miglioria, mettendo nella pista attuale 2,8 milioni di franchi dal 2009 in avanti“.
Riguardo alle ipotesi di una nuova pista da costruire a Castione, Lombardi ha precisato: “L’idea di una pista nel bellinzonese fu già sollevata nel 2011, ma i tempi burocratici per la modifica di un piano regolatore e il fallimento del progetto stadio dell’ACB (con la quale era stata ventilata l’ipotesi di un’infrastruttura comune) hanno fatto sì che l’idea venisse definitivamente a cadere”.
Per il presidente l’idea di Castione, nata da un imprenditore nonché sponsor del club, non rispecchia l’idea della società, che è quella di battersi fino all’ultimo per costruire la pista ad Ambrì, questo è già stato ribadito al comune di Quinto e verrà fatto anche alla commissione cantonale.
Riguardo al progetto dell’architetto Mario Botta, le esigenze comunali di Quinto erano quelle di uno stadio multifunzionale e con un’architettura moderna e accattivante, che non fosse un “cubo di cemento armato”. Il progetto partito da 35 milioni di preventivo è poi lievitato fino a 75 milioni di franchi per le esigenze di una seconda pista esterna, 6 spogliatoi supplementari, ristoranti, palestre e altre sale multifunzionali.
Alla soglia di questa cifra il progetto è stato quindi ridimensionato, facendo cadere il preventivo fino a 50 milioni di franchi, mantenendo il ristorante e dotando il progetto dei bunker per la Protezione Civile. Le maggiori difficoltà rimangono nel reperire i fondi necessari dato che per il presidente “si credeva fosse più facile trovare le finanze necessarie, viste le altre piste in Svizzera rinnovate o ricostruite”.
Su questo aspetto il presidente ha illustrato una situazione simile al “cane che si morde la coda”, dato che nessuno dei potenziali investitori (compresi gli istituti bancari) vuole fare il primo passo finché qualcun altro non metterà nero su bianco la liquidità, sottolineando che solo dai privati mancano 13 milioni di franchi.
Concludendo, Lombardi ha auspicato che il cantiere possa iniziare a settembre, ma che soprattutto dall’8 luglio (giorno in cui la lega deciderà sulle licenze per la LNA) ci siano passi molto concreti.