ZUGO – AMBRÌ
5-0
(2-0, 2-0, 1-0)
Note: Bossard Arena, 6’726 spettatori. Arbitri Eichmann, Michael Küng, Peter Küng, Progin
Penalità: Zugo 5×2′, Ambrì 5×2′
ZUGO – C’è stato poco o nulla da fare per l’Ambrì Piotta alla Bossard Arena, dove i biancoblù non hanno praticamente opposto resistenza al cospetto di una formazione locale che ha fatto sostanzialmente il bello e cattivo tempo per tutti i 60 minuti, ottenendo una limpida vittoria per 5-0 che lascia poco spazio alla fantasia.
Si sono infatti potute contare sulle dita di una mano le occasioni da rete costruite dagli uomini di Kossmann che, nonostante l’impiego di quattro stranieri d’attacco, praticamente mai hanno saputo operare una seria pressione sulla porta protetta da Stephan. Sia in 5-contro-5 che in superiorità numerica, infatti, i leventinesi hanno faticato terribilmente a trovare il ritmo della contesa – ed in definitiva non ci sono mai riusciti – penalizzati da un gol incassato dopo soli 78 secondi che ha reso il tutto più complicato.
Con Tim Wolf per la seconda volta in stagione tra i pali e con il debutto di Nordlund rimandato a sabato, l’Ambrì ha mancato di efficacia soprattutto in powerplay, con due superiorità numeriche immediatamente dopo l’1-0 ed una ad inizio tempo centrale che avrebbero potuto dare una sterzata al momentum dell’incontro.
In quest’ultimo frangente i biancoblù erano infatti riusciti a superare una fase di 55 secondi in doppia inferiorità numerica al cospetto di un attacco micidiale come quello dello Zugo, “impresa” che avrebbe potuto dare coraggio agli ospiti ed essere alimentata da un gol in powerplay che avrebbe riaperto il match.
Nonostante un blocco di superiorità composto interamente da stranieri e con l’aggiunta di Fora (Chavaillaz ha poi preso il posto di Hamill), e l’altro formato da Pestoni, Duca, Monnet, Kamber e Birbaum, l’Ambrì non è mai riuscito a rendersi protagonista di una fase offensivamente importante, con una mancanza di ritmo generale che ha visto nel solo Emmerton una rara eccezione.
Una certa mancanza di pattinaggio e velocità d’esecuzione è poi stata ingigantita dall’enorme divario tecnico tra le due formazioni, talmente evidente da dare l’impressione che in alcuni frangenti lo Zugo giocasse addirittura con il freno a mano tirato. La squadra di Kreis, come successo in stagione alla Valascia, ha dimostrato l’abilità di saper giocare ad una velocità e con una precisione troppo elevata per i biancoblù, elementi questi che anche solo a fiammate sono bastati per fare la differenza.
Quando Lammer ha trovato il 2-0 con una bella deviazione al 18’36 non era dunque un delitto sospettare che la partita fosse oramai andata per i biancoblù, che hanno dimostrato anche una certa ingenuità. Sul finale di primo periodo Giroux si era fatto penalizzare per aver spedito il puck in tribuna, mentre poco dopo Lauper aveva fermato in maniera irregolare Martschini, agganciandolo a centro pista ad un secondo dalla sirena.
La mancanza di ritmo e velocità d’esecuzione si è tradotta in una quantità di occasioni da rete davvero distribuite con il contagocce sul fronte ospite, visto che nel primo periodo c’è da segnalare solamente un contropiede di Adam Hall rientrando dalla panchina dei penalizzati – l’americano è scivolato a tu-per-tu con Stephan – mentre nel terzo centrale solo una deviazione di Lauper ha fatto impensierire gli svizzero centrali. Nulla è praticamente stato costruito nell’ultima frazione.
Visti i binari sui quali si è indirizzata la partita sin dall’inizio, nel periodo centrale sono maturati a vista d’occhio i gol di Lino Martschini in powerplay e quello di Josh Holden al 35’36, capace di mettere in evidenza una copertura difensiva dell’Ambrì sicuramente poco convinta.
Sostanzialmente “di facciata” il terzo tempo, con lo Zugo capace di completare il suo “repertorio” ottenendo anche una rete in boxplay. Josh Holden ha saltato con una semplicità disarmante Birbaum, chiudendo definitivamente una sfida che, sostanzialmente, non è mai iniziata.
All’Ambrì rimane oggettivamente poco da salvare, al termine di un incontro in cui si è messa in evidenza di più la “ruggine” accumulata nella pausa che non il lavoro a livello tattico svolto con il nuovo allenatore. Per i biancoblù una sconfitta alla Bossard Arena non rappresenta comunque un dramma, anche considerando il fatto di aver concesso un turno di riposo a Zurkirchen e 24 ore in più a Nordlund per arrivare al meglio alla partita casalinga contro il Langnau, dove l’Ambrì è chiamato a fare i tre punti.
Catastrofiche le situazioni speciali, che in cinque occasioni di powerplay non hanno prodotto reti ma nemmeno momentum positivo e, anzi, hanno permesso a Holden di firmare il quinto gol. Due invece le reti incassate in boxplay, dato condito da alcune penalità evitabili che contro lo Zugo rappresentano la ricetta per una sicura sconfitta.
Poche le colpe di un Tim Wolf che ha fatto in sostanza ciò che ha potuto, con il portiere che non è però da considerare come una fattore determinante ai fini del risultato, visto la pochezza mostrata sul fronte offensivo.
A livello di singoli si è comunque fatto apprezzare Emmerton, nome a cui si può forse aggiungere quelli di Lhotak e Fora. Per il resto c’è da sperare che la mancanza di ritmo, precisione e carica agonistica sia dettata semplicemente dal periodo di inattività della scorsa settimana… Altrimenti anche contro i Tigers si prospetterà una serata complicata.
BATTUTI DALL’INIZIO ALLA FINE: Difficile trovare un fattore decisivo per un match del genere, con lo Zugo che ha manifestato una netta superiorità in ogni settore del gioco e in ogni angolo della pista.
Certo, gli special teams hanno nuovamente condannato i biancoblù, con nessun gol in powerplay, due concessi in boxplay ed uno arrivato addirittura in shorthand. La sconfitta è però da considerare come molto più ampia e da sabato sarà la squadra nel suo insieme a dover fare meglio.