LANGNAU – AMBRÌ
4-2
(2-1, 0-1, 2-0)
Note: Ilfis, 6’000 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Dipietro, Wiegand; Kaderli, Rohrer
Penalità: Langnau 4×2′, Ambrì 5×2′
LANGNAU – L’Ambrì Piotta torna da Langnau con un pugno di mosche e, da quanto visto sul ghiaccio della Ilfis, probabilmente è giusto così. Non fraintendiamo però, perché nemmeno i Tigers hanno meritato più di quel tanto il secondo successo stagionale, con il gol decisivo arrivato a 1’55 dalla terza sirena che è stato l’emblema di una partita dal livello decisamente basso, caratterizzata da errori e disorganizzazione su entrambi i fronti, e con le varie occasioni da rete generate spesso e volentieri dal caos.
Per i leventinesi l’amarezza è sicuramente grande, al termine di un match in cui la chiara volontà di fare bene – quella è emersa senza ombra di dubbio – non è bastata a far pendere l’ago della bilancia a proprio loro favore. Nel terzo tempo l’impressione era però che tutto sarebbe potuto accadere, e che entrambe le formazioni avrebbero potuto ottenere da un momento all’altro il gol che avrebbe deciso la contesa.
Vedere Mäenpää – pessima partita la sua – franare addosso a Zurkirchen, la porta uscire dai cardini e poi rientrare perfettamente al suo posto un secondo dopo, ed infine constatare che il puck era finito in rete con i due biancoblù all’interno della gabbia fa sicuramente male, ed ha il sapore della beffa. Era però un finale che si poteva addirittura prevedere, perché solo un episodio su quella lunghezza d’onda avrebbe potuto decidere un match tanto approssimativo. Ma andiamo con ordine.
I biancoblù sono scesi in pista con la stessa identica formazione che aveva incassato la sconfitta contro lo Zugo la sera precedente, fatta eccezione per l’innesto di Pinana al posto di Hrabec, con il giovane che non è però praticamente mai stato mandato in pista. Monnet ha giostrato con Emmerton e Bastl, “relegando” Lhotak con capitan Duca e Fuchs.
Proprio questa linea è stata tra le note positive della serata, con il giovane ceco che ha ottenuto la quarta segnatura stagionale, mentre Duca ha portato la sua consueta carica e Fuchs è risultato come venerdì essere uno dei migliori dei suoi. Proprio il figlio d’arte aveva infatti dato il primo pensiero a Ciaccio, con un velenoso wrap around dopo 5 minuti di gioco. All’azione aveva fatto seguito al 7’22 il vantaggio di Inti Pestoni, che ha fatto centro dopo una bella apertura lungo le balaustre di Berger ed un’impostazione perfetta di Giroux.
Il gameplan dei leventinesi ha però iniziato a zoppicare alle prime occasioni in powerplay, con le fasi in superiorità numerica che, al posto di portare al gol o perlomeno generare un momentum positivo, hanno prodotto solamente frustrazione per una manovra che ancora non funziona. Invero durante il secondo tempo alcune ottime combinazioni in superiorità ci sono state, ma questo ancora non basta.
Ecco che allora è arrivato il pareggio locale, con Nüssli che ha battuto Zurkirchen con un tiro al volo nello slot, lasciato partire in maniera totalmente indisturbata. Pochissima resistenza l’ha ricevuta anche Sandro Moggi al 17’01, quando è arrivato il 2-1 bernese, propiziato da una marcatura troppo leggera di Mäenpää. Il finlandese è come detto apparso spaesato – soprattutto nella prima parte di partita – ed ha commesso sin troppi errori anche in impostazione, come il disco regalato a Lindemann poco dopo, che quasi non è costato il 3-1.
Il suo miglior momento l’Ambrì l’ha poi vissuto probabilmente nel periodo centrale che, superata una fase di 11 secondi in 5-contro-3, è stato per la sua maggioranza a marca biancoblù. Lhotak con una bella finta ha depositato in rete il 2-2 (favorito anche da un disturbo non ravvisato di Duca nell’angolo su Koistinen) e nei minuti successivi i vari Hall, Emmerton e Kamber sono andati ad un nulla dalla terza segnatura.
Il gol però non è arrivato, ed il powerplay ha continuato a sparare a salve, ed ecco che allora il Langnau è uscito dagli spogliatoi ricompattato, ad immagine di un DiDomenico indiavolato. Le sue occasioni per risolvere l’incontro l’Ambrì le ha comunque avute, come l’opportunità capitata sul bastone di Pestoni a tu-per-tu con Ciaccio (geniale il suggerimento a “palombella” di Fuchs), ma l’imprecisione ed un po’ di sfortuna hanno impedito agli uomini di Pelletier di andare a punti.
Detto del 3-2 “fantozziano”, Laporte ha rischiato di pagare il fatto di aver spremuto fino all’osso i suoi uomini migliori, ma Hall a pochi secondi dalla fine ha sprecato una gigantesca opportunità per pareggiare. L’americano è tra quelli da cui ci si attende di più, con le sue partite che sono caratterizzate da troppe penalità e da diverse occasioni sciupate.
L’intera squadra deve però fermarsi a riflettere e riordinare le idee, perché oltre agli zero punti ottenuti nel fine settimana, sono le lacune mostrate a livello di gioco e di organizzazione a lasciare più preoccupati.
Indubbiamente affrontare una formazione arruffona come il Langnau tende a farsi trascinare allo stesso livello, ma questo è un errore che in futuro andrà evitato, già a partire da martedì, quando i biancoblù faranno visita al Losanna.
QUESTIONE DI TESTA: Dopo la vittoria quasi perfetta di Bienne, qualcosa si è bloccato nell’Ambrì. Sia in Coppa, che poi contro Zugo e Langnau, i biancoblù sono apparsi distratti, mal organizzati e propensi all’errore individuale.
La partita della Ilfis non ha fatto differenza, con la concentrazione sul fronte leventinese che non è stata abbastanza elevata per reagire con lucidità ad un Langnau altrettanto arruffone ma comunque arrembante.
Va bene avere voglia di reagire e contribuire, ma tutto parte dalla testa. Un bel respiro dunque, e dalla prossima uscita che si torni a giocare con semplicità.