LUGANO – Tra le pedine per il futuro già posizionate dal DS Hnat Domenichelli sullo scacchiere bianconero, quella del difensore David Aebischer è sicuramente una delle più importanti.
Ingaggiato con un contratto di cinque stagioni lo scorso autunno, il 23enne nel giro della Nazionale era tra gli elementi più desiderati sul mercato, ed inizia ora un importante capitolo della sua carriera a Lugano.
“Presto potremo fare un’intervista in italiano, ma dammi ancora un po’ di tempo”, debutta Aebischer. “Alcune parole sono simili al francese, ed inoltre mi aiuta il fatto di parlare anche spagnolo visto che mia mamma è sudamericana. Ma ho bisogno di studiare un po’ (ride ndr)”.
Lunedì avete iniziato la preparazione sul ghiaccio, come sta andando questo tuo primo periodo a Lugano?
“Per me è andato tutto molto veloce, ho quasi l’impressione che la passata stagione non sia mai davvero terminata ed ora siamo già all’inizio della prossima. Nel mio passaggio al Lugano non ci sono stati intoppi, sono felice di essere qui ed infatti mi sono già trasferito ad inizio estate. Ho potuto così iniziare a conoscere un po’ di compagni, ed ora è bello poter tornare sul ghiaccio”.
Con il Lugano hai firmato un contratto di ben cinque stagioni, cosa ti aveva convinto? Il club in questo senso ha mostrato grande fiducia in te…
“Tanti fattori erano andati nella mia decisione, ma l’aspetto più importante è il fatto che le mie ambizioni ed i miei obiettivi sono allo stesso livello di quelli del club. Vogliamo andare nella stessa direzione. Venire a Lugano è sempre stata ai miei occhi una prospettiva interessante, ma quando ho parlato con la dirigenza e l’allenatore ho capito che vogliono davvero iniziare qualcosa di nuovo. Il processo è in corso e sappiamo che ci vorrà del tempo, ma amo le sfide. La situazione era simile a Rapperswil, bisognava ricostruire una squadra, e credo che qui ci sia già un bel gruppo con tanto potenziale. Vogliamo fare qualcosa di importante, e sono convinto che con il tempo si possano raggiungere dei grandi risultati”.
Nelle ultime stagioni a Rapperswil eri cresciuto molto, è stato difficile lasciare il club che ti ha lanciato per davvero in NL?
“Sì, decisamente. Sono arrivato a Rapperswil dopo aver vissuto una situazione molto difficile a Friborgo, ed è stato difficile decidere di lasciare una realtà del genere. Era come far parte di una grande famiglia. Ma tutti i capitoli prima o poi arrivano alla fine, ed io avevo il desiderio di imparare nuove cose. Volevo uscire dalla mia comfort zone, passando ad una squadra in cui ci sono più aspettative. Il Lugano sta andando nella giusta direzione da qualche anno… Sono consapevole che il club non è ancora al top, ma voglio contribuire nell’arrivare a quel livello”.
Lo scorso anno com’era andato per te? Sia come squadra che a livello personale forse al di sotto delle aspettative?
“È stata una stagione dura, difficile. Ma quando vivi delle situazioni del genere hai molto da imparare, anche di più rispetto a quando tutto va per il verso giusto. Personalmente non ero al mio massimo, penso di aver fornito delle prestazioni tutto sommato “OK”, ma posso indubbiamente fare meglio. Lo stesso valeva per l’intera squadra”.
A Rapperswil eri il giocatore con più TOI, a Lugano invece cosa ti aspetti?
“Questo lo vedremo, ma è chiaro che sono venuto a Lugano per avere un bel ruolo. Questa è la chiave. Nel corso degli anni ho giocato davvero molto, entrando anche nel giro della Nazionale, e dunque voglio essere sul ghiaccio il più possibile… Forse non avrò lo stesso minutaggio che avevo a Rapperswil, ma voglio prendermi delle responsabilità e mostrare anche di essere un leader per aiutare la squadra. Ma ci vorrà tempo, settimana dopo settimana cercherò di costruirmi un ruolo”.
In luglio hai partecipato al Prospect Camp della Nazionale. Nei tuoi obiettivi, quanta importanza dai all’arrivare il prima possibile a giocare un Mondiale?
“È sicuramente tra le mie priorità, ed ogni anno arrivare in Nazionale è un obiettivo. Da alcune stagioni vengo chiamato da Patrick Fischer durante la stagione, ed infatti per i primi anni ero sempre tra i più giovani al Prospect Camp, mentre ora sono tra i “veterani” (ride ndr). È sempre una bella occasione per preparare la stagione ed incontrare altri giovani giocatori, ma ora il focus va sul Lugano e sull’intento di fare il meglio possibile qui”.