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Ambrì Piotta

Nella follia di Ginevra, l’Ambrì trova ancora il modo di perdere

I biancoblù sprecano due ampi vantaggi e non gestiscono un match ricco di oscillazioni. Chiave la penalità a Virtanen, ma anche un gol subito in shorthand

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Nella follia di Ginevra, l’Ambrì trova ancora il modo di perdere

GINEVRA – AMBRÌ

6-5

(2-4, 3-1, 0-0; 0-1)

Reti:04’41 Heim (Müller, Zgraggen) 0-1, 07’01 DiDomenico (De Luca, Maillet) 0-2, 09’07 Bürgler (Pezzullo, Pestoni) 0-3, 15’38 Landry (Pestoni, Heed) 0-4, 17’19 Granlund (Pouliot, Manninen) 1-4, 18’41 Praplan (Richard, Palve) 2-4, 22’13 Heed (Bürgler, Landry) 2-5, 28’37 Manninen (Spacek, Le Coultre) 3-5, 29’45 Pouliot (Granlund, Praplan) 4-5, 36’33 Manninen (Berni, Karrer) 5-5, 64’22 Spacek (Palve) 6-5

Note: Les Vernets, 5’239 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Stolc; Urfer, Gnemmi
Penalità: Ginevra 5×2, Ambrì 1×2 + 1×5 + 1×20

Assenti: Zaccheo DottiKodie CurranGilles Senn (sovrannumero), William Hedlund (Snakes)

GINEVRA – Nel corso della stagione si è sentita spesso l’espressione “abbiamo trovato il modo di perdere” in casa Ambrì Piotta, e mai come al termine della pazza partita di Ginevra i biancoblù hanno di che mangiarsi le mani. Avanti di quattro reti dopo un quarto d’ora di gioco, e poi capaci di riportarsi in vantaggio di tre gol ad inizio periodo centrale, la squadra di Cereda non ha saputo gestire le oscillazioni di un match ricco di eventi, ed alla fine ha lasciato il ghiaccio delle Vernets con un bottino – una volta di più – troppo magro.

La frustrazione nasce in primo luogo da quanto visto nel primo tempo, iniziato in maniera letargica da parte del Ginevra e con un Ambrì Piotta invece subito sul pezzo e bravissimo nel punire gli avversari per le loro indecisioni. Nei primi 15 minuti i leventinesi hanno infatti sfruttato ogni errore del Ginevra, costringendo Cadieux a chiamare il timeout ed operare il cambio di portiere. Poi si è però verificato uno dei momenti chiave della sfida.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Virtanen è stato punito con una penalità di cinque minuti e di partita per un intervento ai danni di Manninen lungo la balaustra. Una decisione su cui si può dibattere, ma che appare indubbiamente “soft”. Gli arbitri hanno probabilmente punito il gesto potenzialmente pericoloso del difensore, anche se il suo reale effetto è sembrato contenuto. Una parte di responsabilità va data a Manninen, non pronto al contrasto e caduto in maniera goffa al minimo contatto.

Il conseguente powerplay ha ovviamente favorito il ritorno del Ginevra, che da squadra apparsa totalmente scollegata dalla partita ha trovato rapidamente due gol e, soprattutto, si è scrollata di dosso il torpore mostrato sino a quel momento. D’altro canto sarebbe stato naif credere che il Servette – che, al netto delle difficoltà incontrate sinora, rimane un’ottima squadra anche senza Hartikainen – non imbastisse una reazione. Questo tipo di avversità bisogna imparare a gestirle.

Perdere Virtanen con ancora due periodi da giocare e con il momentum improvvisamente passato nelle mani avversarie si è rivelata una situazione che in alcuni momenti ha sopraffatto i leventinesi, che difensivamente hanno pagato il prezzo di essere in pista con un solo straniero ed ha visto vari elementi in affanno. Con il senno di poi, la decisione di lasciare per la prima volta a riposo Curran da diverso tempo si è ritorta contro i biancoblù, che inoltre non hanno giovato particolarmente dall’inserimento di Juvonen, che ha alternato buone parate a momenti d’incertezza.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Le cose sembravano comunque poter tornare al loro posto quando Heed, in avvio del periodo centrale, ha infilato il 2-5, segnatura che aveva il potenziale per “ammazzare” il Servette. La vera ingenuità che ha cambiato il corso del match è però avvenuta poco dopo, quando un pasticcio in situazione di powerplay ha permesso a Manninen di segnare in shorthand. Da lì le cose sono cambiate per davvero.

In poco più di un minuto il Ginevra ha trovato anche il quarto gol, e la classica palla di neve giù dal pendio si era già trasformata in una valanga per i biancoblù. Quasi scontato vedere i padroni di casa ottenere anche il pareggio, in una fase in cui l’Ambrì non ha trovato il modo di rallentare e spezzare il gioco.

Che poi bisogna dirlo, il Ginevra non ha mai dominato i leventinesi oppure trovato delle fasi di prolungata pressione offensiva, ma gli uomini di Cereda hanno iniziato a mostrare qualche timore nelle loro giocate, hanno perso più duelli – oltre a troppi faceoff – e giocato con il fuoco nel gestire alcuni puck che avrebbero richiesto un po’ più di malizia ed esperienza.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Le cose si sono poi stabilizzate nel terzo periodo, con entrambe le squadre capaci di costruirsi un paio di buone chance. Il punticino assicurato dalla terza sirena è però davvero troppo poco alla luce dello sviluppo degli eventi, ed il gol di Spacek all’overtime – addirittura il suo primo stagionale – suona come una beffa al termine di una serata che doveva tradursi in tre punti.

Una volta di più, l’Ambrì Piotta ha vanificato i propri sforzi. Pur considerando l’episodio con protagonista Virtanen, valutato severamente dagli arbitri, per ottenere risultati serve più carattere e malizia nel gestire certe avversità. Ma a maggior ragione senza il finlandese, i biancoblù si sono confermati una squadra ancora fragile, e senza la naturale capacità di “trovare la via per la vittoria”.


IL PROTAGONISTA

Markus Granlund: L’ex attaccante bianconero sta vivendo un momento di forza eccezionale, ma non è solamente grazie ai suoi punti – nell’occasione un gol ed un assist – che sta facendo la differenza per il Servette. Il suo è infatti un gioco molto solido ed intenso, di quelli che gli avversari fanno fatica a gestire perché va dritto nel cuore delle azioni e non si tira mai indietro.


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