
BIENNE – LUGANO
3-2
(0-0, 0-1, 2-1; 1-0)

Reti: 36’47 Aebischer (Sgarbossa) 0-1, 48’31 Sanford (Carrick) 0-2, 50’39 Cajka (Hultström, Sylvegard) 1-2, 51’47 Sylvegard (Lias Andersson) 2-2, 60’59 Toni Rajala (Gaëtan Haas, Harri Säteri) 3-2
Note: Tissot Arena, 5’321 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Staudenmann; Huguet, Gurtner
Penalità: Bienne 2×2, Lugano 4×2 + 1×5 + 1×20
Assenti: Samuel Guerra (sovrannumero), Jiri Sekac, Rasmus Kupari, Marco Zanetti (infortunati)
BIENNE – Non è ancora il momento per il Lugano di festeggiare la prima vittoria in campionato. Alla Tissot Arena i bianconeri sono stati sconfitti per 3-2 all’overtime da un’altra squadra che era alla ricerca della prima gioia del torneo, e la squadra di Mitell deve ingoiare un altro boccone amaro – seppure con il secondo punticino intascato – oltretutto dopo aver sprecato un doppio vantaggio negli ultimi dieci minuti del terzo tempo.
È una sconfitta che può far male al Lugano perché arrivata al termine di quella che coralmente e per efficacia del gioco difensivo è stata probabilmente la peggior prestazione di questo inizio di campionato, ma anche quella in cui paradossalmente Thürkauf e compagni sono andati più vicini ad intascare la posta piena.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)
Se il Lugano è arrivato a giocarsi la vittoria fino all’ultimo è stato in gran parte grazie alle parate di Niklas Schlegel e al sacrificio di tanti difensori che si sono gettati sui tentativi del Bienne, perché in quanto a filtro a centro pista e capacità di recuperare il disco nel terzo difensivo, l’impianto dei ticinesi ha fatto molta più fatica rispetto alle scorse prestazioni.
Il Bienne ha avuto infatti vita facile nel gestire il disco in fase offensiva, seppure apparendo comunque in difficoltà nel costruire qualcosa e affidandosi ai tiri da qualunque posizione, ma il Lugano non ha quasi mai dato l’impressione di poter prendere in mano il gioco nella sua zona per delle ripartenze pulite.
La stessa situazione in fondo la si è vissuta anche sul fronte offensivo bianconero, dove quasi mai la squadra ospite è riuscita a dare continuità alle azioni offensive e a schiacciare il Bienne su Säteri, come invece era riuscita a fare contro Zugo e ZSC passando diverso tempo all’’attacco. Poca lucidità e incapacità di saltare l’uomo hanno portato ad azioni sporadiche anche se diverse volte pericolose, ma stavolta a far difetto è stata anche la continuità di gioco.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)
Sono riaffiorati forse anche vecchi fantasmi del passato – normale che ci siano anche tali scossoni – come quando i bianconeri, sppure anche molto sfortunati sul 2-2, non sono riusciti a tenere il doppio vantaggio e a subire la rimonta sull’unico tiro dell’overtime da parte del Bienne, appena dopo una grande azione di Carrick sventata da Säteri.
È giusto predicare di non darsi al panico in casa Lugano, però è anche giustificato cominciare a preoccuparsi per questa incapacità di essere concreti e per un sentimento di frustrazione che pericolosamente potrebbe farsi largo tra le fila della squadra. La fatica nell’andare a rete e la “piattezza” di alcuni attaccanti (Sgarbossa in confusione, Perlini da invisibile a dannoso, e ci mettiamo pure un Fazzini alla ricerca affannata del gol) mettono in guardia tutti, anche se perlomeno Zach Sanford ha dato segnali incoraggianti oltre al gol e sembra in buona crescita come un Carrick sempre “vivo” e ancora un ottimo Dahlström.
Un quarto stop in campionato che brucia perché arrivato dopo quel primo trittico durissimo dove però il Lugano aveva ben figurato e raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Stavolta ai bianconeri non va nemmeno il merito della prestazione, confidando che sia un normale scossone di assestamento, ma prima o poi (meglio prima, ovviamente) occorrerà dare concretezza alle prestazioni e incamerare punti veri. Più che per la classifica almeno per il morale e per infondere coraggio a tutto l’ambiente.
IL PROTAGONISTA

Niklas Schlegel: Dopo tre partite giocate dal portiere zurighese possiamo tranquillamente affermare che sia sulla strada giusta. Alla Tissot Arena il numero 34 ha sfoderato una grande prestazione che ha tenuto in piedi il Lugano a lungo, mostrando sicurezza ed esplosività nei movimenti. Peccato per la piccola incertezza nell’overtime, ma non si può certo muovere una critica al portiere del Lugano in una serata simile.
HIGHLIGHTS



