LUGANO – DAVOS
4-3
(1-2, 1-1, 2-0)
Reti: 3’50 Ambühl (Dino Wieser, Eggenberger) 0-1, 4’02 Klasen (Lajunen, Bürgler) 1-1, 15’26 Marc Wieser (Ambühl) 1-2, 21’45 Hofmann (Furrer) 2-2, 29’18 Jörg (Marc Wieser) 2-3, 45’39 Klasen (Sanguinetti) 3-3, 53’09 Reuille 4-3
Note: Resega, 6’062 spettatori. Arbitri Stricker, Wiegand; Castelli, Fluri
Penalità: Lugano 6×2′, Davos 5×2′
LUGANO – E fanno sei. Questo è il numero di vittorie consecutive (tutte da tre punti) dei bianconeri di questo autunno, che bene o male, riescono sempre a cavarsela di fronte a qualunque difficoltà.
Che sia grazie ai fiorettisti, o ai gladiatori, o ancora alle linee di contenimento, il Lugano continua a vincere per un semplice motivo, il concetto di squadra e di continua lotta comunque le cose vadano è ormai intrinseco nel DNA di questo gruppo.
Diciamolo subito, la partita contro il Davos è stata la più difficile delle ultime giocate dal Lugano, vuoi perché è riuscito a mettersi un po’ in difficoltà da solo con la scarsa cattiveria e concretezza del primo periodo, vuoi perché il sistema di gioco dei grigionesi è forse quello che più mette in “empasse” la squadra di Greg Ireland.
Sono stati di fatto le veloci transizioni nella zona neutra che vedevano puntualmente salire tre uomini con la sovrapposizione degli smaliziati difensori ospiti a scardinare un sistema del Lugano piuttosto arioso in quella parte di ghiaccio. Il team di Ireland non è riuscito per buona parte del match a mettere in atto la trappola che era riuscita contro i Lions, tagliando fuori l’uomo a” rimorchio” degli avversari, e spesso si sono trovati mal posizionati e in minoranza dalle parti di Merzlikins, soprattutto nella protezione della gabbia dai lati.
Sono nate da lì le prime due reti del Davos, con un paio di errori dei difensori incapaci di liberare lo slot basso, le reti che hanno determinato un 2-1 in favore dei grigionesi dopo un tempo, invero un risultato un po’ bugiardo.
Questo perché, come detto, il Lugano ha costruito bene le sue azioni offensive, arrivando con regolarità dalle parti di Van Pottelberghe con azioni veloci e anche spettacolari, ma è mancato di concretezza, come nei casi di Cunti, Fazzini e Lapierre. Ci ha pensato comunque un Klasen riscopritosi scorer infallibile a mettere una parziale pezza con il momentaneo pareggio, imbeccato con un grande assist di Lajunen (partita di grande qualità del centro finnico) direttamente davanti al portiere grigionese.
Il periodo peggiore per il Lugano è stato comunque quello centrale, paradossalmente dopo aver trovato il pareggio in powerplay con Hofmann. Da quel momento il Davos ha potuto sedersi in cattedra grazie ad alcune superiorità, trovando il nuovo e ultimo suo vantaggio con una stranissima rete di Jörg.
Arno Del Curto, o meglio i suoi ragazzi, non hanno però fatto i conti con la voglia dirompente del Lugano, che ha ripreso a macinare gioco, non senza commettere qualche errore di troppo in uscita di zona con i vari Ambühl e Simion sempre lì ad attendere come falchi.
Un falco come lo è stato però anche Linus Klasen, quando raccogliendo un disco respinto dalla balaustra di fondo ha battuto con un back hand morbido Van Pottelberghe prendendolo in controtempo.
La partita a quel punto è sembrata cambiare in modo definitivo a favore del Lugano, soprattutto per la parte di ghiaccio con il maggior gioco offensivo, ma credendo di aver sprecato le grandi occasioni, i bianconeri ancora non sapevano cosa avrebbe tirato fuori dal cilindro il signor Sebastien Reuille, un coniglio che ha fatto esplodere di gioia la Resega.
Non sono mai partite semplici ne tantomeno normali quelle tra Lugano e Davos, anche questa è stata combattuttissima sul piano fisico e del pattinaggio, e i bianconeri l’hanno spuntata grazie al carattere e la capacità di non imbarcarsi con il Davos in powerplay e avanti per 3-2.
Con un powerplay andato a secco e senza colpo ferire, i bianconeri non hanno tempo di sedersi sugli allori, il lavoro non manca nemmeno per sistemare certe “amnesie” viste nello slot difensivo. Certo è che da lassù in cima è tutta un’altra vista, val bene la pena di continuare a lavorare per rimanerci.
IL PROTAGONISTA
Linus Klasen: Lo svedese continua nella sua crescita e nel frattempo piazza una bellissima doppietta nella vittoria contro il Davos.
Le sue reti hanno fatto da “grimaldello” per aprire la difesa grigionese, ma è da applausi anche il lavoro oscuro e senza disco che il numero 86 si accolla sulle spalle.
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