AMBRÌ – A festeggiare gli 80 anni del “suo” Ambrì Piotta c’era anche Erik Westrum, ultimo indimenticato straniero – dopo l’era Domenichelli–Trudel– Toms – e sabato sera acclamato a gran voce dal pubblico della Valascia.
Con la maglia biancoblù lo statunitense mise a segno 182 punti in 168 partite sull’arco di cinque stagioni, numeri impressionanti che fanno immediatamente riaffiorare molti ricordi, come quel tocco irresistibile e quella pattinata unica ed elegante che tanto indispettiva i suoi avversari… Avversari che però hanno finito per mandarlo al tappeto.
Dopo aver dovuto saltare praticamente tutto il campionato 2010/11, quella maledetta sera dell’11 ottobre 2011 alla St. Léonard di Friborgo la carriera di Westrum è arrivata al capolinea a causa dell’ennesima commozione cerebrale, quella volta doppia e rivelatasi fatale. L’oggi 38enne ha impiegato molto tempo prima di riuscire a ritrovare la luce in fondo al tunnel, ma alla Valascia sabato sera si è ripresentato con il suo inconfondibile sorriso.
“La luce l’ho ritrovata parzialmente, nel senso che il mio stato di salute è molto migliorato e ora sono in grado di lavorare senza alcun tipo di problema”, ci racconta Westrum. “Nulla da fare, purtroppo, per l’hockey su ghiaccio. Ho provato a rimettermi in gioco, scendendo in pista con alcuni ex giocatori NHL, ma non mi è stato possibile esprimermi al 100%. È comunque molto importante per me il fatto di poter giocare a hockey con i miei figli, così come di poter assistere ad una partita dal vivo. Sono cose che fino a qualche tempo fa non erano scontate. Ad ogni modo sarei un bugiardo se dicessi che non ho malinconia dell’hockey giocato”.
Apprezzato sia come giocatore che come persona, ad Ambrì l’americano è sempre stato particolarmente amato dal popolo biancoblù, che ancora oggi lo ricorda con piacere e nostalgia. “Per me Ambrì è una realtà unica e speciale. Rimarrà per sempre nel mio cuore perché ho sempre dato tutto per questa maglia, volevo vincere e volevo rendere felici questi meravigliosi tifosi. Ho conosciuto tanta bella gente nel corso delle mie cinque stagioni, legando con molti e stringendo anche alcune importanti amicizie. È questo lo spirito della valle, trovarsi in tribuna o al bar e creare legami veri. Ecco perché ho sempre amato ed ammirato l’Ambrì. Qui sono sempre stato apprezzato non solo come giocatore, ma anche come persona, e questo non può che farti un immenso piacere”.
Come dimenticarsi poi di quel Westrum che il 29 gennaio 2008, in occasione di un match casalingo contro il Berna, con l’Ambrì sotto per 3-2 riuscì nell’impresa di pareggiare i conti a pochi attimi dalla terza sirena, a vincere l’ingaggio nel tempo supplementare e, con un polsino chirurgico, ad infilare Bührer dopo soli 4 secondi di overtime.
“Mio figlio ogni tanto riguarda quella scena su YouTube, così come alcuni video della sfida che vincemmo a Lugano per 6-0. In quell’occasione realizzai quattro goal e due assist. Sono ricordi meravigliosi. Ricordo che poco prima dell’inizio di quell’overtime contro il Berna, dissi ai miei compagni di lasciarmi prendere il disco perché sentivo che avrei segnato. Vinsi l’ingaggio, scesi in velocità e segnai quella rete che fece saltare in aria la Valascia. Che emozioni incredibili! Credo si tratti di un record che resiste ancora oggigiorno… Un goal dopo 4 secondi di supplementare, che bei ricordi! Ho giocato per tanti anni a hockey, anche in NHL e segnando tante reti importanti, ma quel gol contro il Berna e quelle quattro segnate alla Resega rappresentano i ricordi più belli della mia carriera”.
Complice anche un notevole innalzamento del livello di gioco – evidente anche nel campionato svizzero – diventa sempre più complicato per i giocatori d’importazione riuscire ad incidere nello stesso modo in cui riuscì a fare anni fa lo stesso Westrum, inarrestabile nelle sue prime stagioni.
“Il livello di gioco si è alzato notevolmente e credo che questo rappresenti un’opportunità per qualsiasi giocatore, non sono per gli stranieri. Tutti possono fare la differenza oggigiorno. Ci sono comunque ancora i fuori classe, questo è indubbio, ma per gli stessi club diventa sempre più difficile riuscire a mettere a segno dei colpi di mercato. L’hockey è mutato profondamente… Se penso ad una decina di anni fa, quando arrivai ad Ambrì come straniero, sapevo che su di me gravava una grande responsabilità, ma quella situazione rappresentava per me anche una straordinaria opportunità, così come lo è stata per Nummelin a Lugano, per citarne uno. Forse oggi gli stranieri non sono più in grado di essere nettamente superiori come un tempo, ma anche nella NLA attuale è possibile avere degli elementi in grado di fare la differenza e spero che ad Ambrì ne possa arrivare uno di questo calibro per aiutare ulteriormente la squadra nella sua crescita”.
Infine, in occasione dei festeggiamenti dell’80esimo compleanno dell’HCAP, Westrum ha colto l’occasione per fare un augurio al suo ex club. “Spero che l’Ambrì torni presto a disputare i playoff… Se guardiamo alle due partite del weekend, i presupposti sono più che positivi. Sono state sfide combattute e molto vicine nel risultato, dunque chi può dire cosa accadrà in futuro? Bisognerà però avere pazienza… Abbiate fiducia in questa squadra, soprattutto in Luca Cereda e in Paolo Duca. Sono sicuro che se si proseguirà in questa direzione, l’Ambrì si toglierà delle belle soddisfazioni. La strada è quella giusta!”.