BIASCA – Mancano esattamente due settimane all’inizio del campionato, ma di lavoro da fare in casa Ambrì Piotta ce n’è ancora parecchio.
Luca Cereda sta facendo sudare i suoi giocatori portando avanti un programma che potrebbe non mostrare i suoi frutti nell’immediato – ed infatti le amichevoli più recenti hanno visto in pista una squadra frenata dal grande carico di lavoro – ma che dovrà comunque trovare i giusti compromessi per permettere ai biancoblù di farsi trovare pronti sin da subito.
“Non avevamo scelta. Se si voleva cambiare cultura ed identità a questa squadra, era imperativo portare avanti un duro lavoro a livello fisico”, ha spiegato Cereda nella mattinata di venerdì. “Al nostro arrivo ci siamo trovati confrontati con una squadra reduce da una stagione difficile, contraddistinta da tante emozioni negative. L’unico approccio logico è quello di proporre un hockey semplice e diretto, fatto di grande intensità e supportato dalla progressione del parco di giocatori attuale”.
Le amichevoli disputate sinora hanno dato delle chiare indicazioni sulla strada che l’Ambri Piotta vuole seguire. Per rendere il tutto evidente, Cereda ha mostrato alla stampa alcuni spezzoni di partita dallo scorso campionato dei Ticino Rockets: “L’obiettivo finale è questo – afferma indicando il video – vedere la squadra giocare un hockey diretto sulla porta avversaria… Non so quando saremo in grado di farlo al livello che vogliamo, ma posso assicurarvi che nessun giocatore di questa rosa ha mai affrontato un’estate con un lavoro così intenso, tranne i ragazzi che erano con me a Biasca un anno fa”.
Il grande carico a cui è stata sottoposta la squadra biancoblù spiega delle prestazioni in amichevole non sempre lucide. “Giovedì sera siamo partiti malissimo, ma per le prossime due settimane saremo chiamati a digerire l’intenso lavoro fatto sinora, con l’obiettivo di acquisire la necessaria esplosività. I giocatori hanno però reagito bene a questo nuovo modo di lavorare, sentono che c’è un senso in quello che stiamo facendo e nessuno si lamenta nemmeno quando si chiede di lavorare in sala forza dopo la partita. Tutti sanno i motivi di queste scelte”.
Oltre alle scorie a livello fisico, il sistema di gioco messo in piedi da Cereda manca ancora della necessaria lucidità d’esecuzione per poter essere efficace. “Sicuramente bisogna lavorare sulle prestazioni in partita, perché è facile tornare alle vecchie abitudini. In questo senso siamo dove pensavamo di essere oggi, ma non siamo ancora al livello a cui vogliamo arrivare”.
Ci sono però ancora due settimane di tempo, utili per arrivare al debutto della Resega nella miglior condizione possibile. “Sappiamo che per la nostra piazza l’inizio può essere molto importante. Abbiamo studiato la preparazione per arrivare fisicamente al massimo a inizio campionato, ma a livello di gioco non penso che saremo ancora al meglio. Durante le partite diventa più difficile assimilare nuovi concetti ed idee, dunque ci vorrà tempo… Una cosa è però chiara, entreremo sul ghiaccio sempre per dare battaglia”.