AMBRÌ – Non vi sono reali aggiornamenti in merito alla situazione del progetto Nuova Valascia, ma dalle pagine del Corriere del Ticino tornano d’attualità i molti dubbi relativi al finanziamento del progetto della nuova arena biancoblù.
Valascia Immobiliare ha chiesto un incontro con la Commissione della gestione, dopo che il Consiglio di Stato ha trasmesso una documentazione aggiornata sui passi compiuti sino a questo momento. “Dalla documentazione in nostro possesso permangono ancora delle importanti incognite, in particolare per quanto riguarda il finanziamento e la gestione della struttura”, commenta il Governo.
Il Consiglio di Stato conferma comunque la sua disponibilità nel seguire con particolare attenzione lo svilupparsi del progetto, “constatando però l’assenza di finanziatori all’infuori dell’ente pubblico, che non può certo sostituirsi né al settore privato né a quello bancario”. Viene inoltre ribadito un concetto logico ma molto chiaro: se non ci saranno i soldi privati, non potranno arrivare quelli pubblici.
Oltre a cercare di contenere ulteriormente i costi, si può puntare a massimizzare i sussidi pubblici, ed in questo senso la speranza dei promotori è di raggiungere i 20 milioni tramite una richiesta di finanziamento aggiuntiva nell’ambito del Programma San Gottardo 2020 (qui alcuni dettagli).
I restanti 25 milioni necessari per la costruzione della Nuova Valascia dovranno arrivare da prestiti remunerati di varia tipologia, ed in questo senso nella lettera firmata da Manuele Bertoli si ricorda che non potrà essere BancaStato ad intervenire da sola. A quest’ultima verrebbe chiesto di trainare un gruppo completato da un pool di sei banche. In ogni caso il cantiere non potrà essere avviato prima che siano garantite le necessarie coperture finanziarie, per evitare di ritrovarsi a dover sospendere i lavori in corso.
Il Corriere del Ticino chiude affrontando la tematica relativa alla redditività potenziale per i possibili investitori, andando a creare un partenariato pubblico-privato. Nel caso della nuova pista biancoblù il tutto si prospetta però molto difficile: “la regione periferica è economicamente poco attrattiva, il terreno assegnato è troppo esiguo e lontano dall’abitato, l’indice di occupazione troppo basso, la falda freatica e l’altezza limite per rispettare la linea di sicurezza volo non consentono granché ai potenziali investitori”.