LANGENTHAL – L’Ambrì Piotta è salvo e la prossima stagione potrà dunque spegnere le 80 candeline in NLA. Al termine della sfida nella piccola sala stampa della Schoren si è presentato ai nostri microfoni il capitano, Paolo Duca, visibilmente provato ma al contempo disteso, perché dalle spalle si è levato un macigno.
“Ci rendevamo perfettamente conto dell’importanza di questa serie. Certo, essere riusciti a chiuderla in quattro partite è sicuramente una liberazione, ma è stata tirata”, ammette il capitano. “Il 4-0 non dice proprio tutto. Il Langenthal ha avuto il pregio di aver giocato un buon hockey, ci hanno affrontato senza timore e ci hanno provato. Da parte nostra credo che siamo stati bravi a mantenere una buona dose di rispetto per l’avversario, ma allo stesso tempo abbiamo cercato di metterli sotto pressione, e alla fine siamo riusciti a spuntarla, anche se di pochissimo visti i risultati finali delle partite. Ma ce l’abbiamo fatta, e per noi si tratta di una grade liberazione”.
Paolo Duca, si dice che l’ultima sia la più difficile da vincere, ma l’Ambrì ha iniziato a mille. Poi nel secondo tempo la partita si è stabilizzata ed è arrivato il tuo gol…
“La rete del 2-0 direi che è arrivata contro l’andamento del gioco. Siamo arrivati a Langenthal con la giusta attitudine e lo abbiamo dimostrato immediatamente al primo cambio, in cui abbiamo avuto due ghiotte occasioni da gol. Giovedì la pressione, a mio modo di vedere, era maggiormente sulle loro spalle perché erano costretti a vincere. Dal canto nostro, ci siamo imposti di mantenere alti ritmo e pressione come fatto nelle partite precedenti. Non siamo giunti alla Schoren per stare a guardare, ma per aggredire il nostro avversario. L’approccio alla partita è stato quello giusto, mentre nel secondo tempo ci siamo lasciati mettere sotto pressione. Il 2-0 ci ha dato sicuramente tranquillità per affrontare nel migliore dei modi il terzo tempo, dove siamo stati capaci di ritrovare il nostro gioco. Volevamo ottenere la salvezza, perché è l’unica cosa che ti permette di dormire bene la notte”.
Una rete pesantissima la tua. Non poteva esserci soddisfazione più grande per te, dopo tutti questi anni a servizio dell’Ambrì…
“Ciò che realmente ci interessava era di mantenere questo club in NLA. Questo era importantissimo e non è scontato come sembra, in questo genere di partite bisogna metterci tantissima energia. Non è sempre evidente affrontare queste serie, ma sono contento di essere riusciti ad affrontarla con lo spirito giusto, battagliero. Arrivavamo da una stagione tribolata nella quale abbiamo faticato tremendamente mostrando non il miglior hockey, ma penso che a livello di attitudine e di combattività siamo entrati con la giusta mentalità in questo spareggio”.
Le reti sono state realizzate da un giovane e da un veterano. Quanto hanno influito i ragazzi dei Rockets sul morale e sullo spirito della squadra?
“I ragazzi hanno influito tanto e trovo sia qualcosa che lascia ben sperare in ottica futura. Chiaramente si trattava di partite di relegazione in cui il ritmo non era alto come quello dei playoff di NLA, però sono arrivati ad Ambrì con la mentalità giusta, portando tanta energia ed assumendosi responsabilità. Hanno giocato bene e sono stati determinanti per la vittoria nella serie. C’è di positivo anche il fatto di averne scoperti diversi all’altezza del compito. A mio modo di vedere c’è qualche ragazzo che è lì pronto per fare il passo e per una società come l’Ambrì avere dei giovani che puntano dal basso è fondamentale”.
Che dire a proposito dello striscione esposto dai vostri tifosi a fine gara?
“Ho chiesto di rimuovere lo striscione perché penso che ci sono momenti in cui bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, e non il contrario. Giovedì sera abbiamo ottenuto la salvezza, ci sono stati tanti ragazzi che si sono impegnati e che hanno fatto il possibile e l’impossibile per portarla a casa, e quindi si festeggia. È stato veramente un piacere vedere la Schoren piena dei nostri tifosi, questo sia chiaro, ma a mio modo di vedere c’è il tempo e il luogo di dire certe cose, e non di sicuro al termine di una partita in cui abbiamo ottenuto una salvezza così sofferta. Scrivere gli striscioni è facile, ma poi bisogna andare sul ghiaccio e lottare. Nessuno vuole nascondere che sia stata una stagione difficile, però credo che ora si possa anche fare un complimento a chi ha ottenuto la salvezza”.
In occasione della tua rete sei andato a raccogliere il puck. Si è trattato dell’ultimo goal della carriera?
“Non lo so ancora, è troppo presto per decidere. Ora voglio solamente godermi questa vittoria perché fino a qualche ora fa avevamo la mentalità di essere pronti a qualsiasi evenienza. Ci sarà tempo per decidere”.