LANGENTHAL – Risuona il palo della porta di Zurkirchen nelle prime battute dell’overtime, e l’Ambrì vive l’ennesimo brivido di una partita in cui la differenza tra le due squadre è tutta lì, riassunta in un paio di centimetri che anche sabato hanno fatto la differenza tra vittoria e sconfitta.
Pochi attimi dopo i biancoblù hanno trovato il rimbalzo giusto con Emmerton, vincendo una Gara 2 che potrebbe pesare come un macigno sull’economia delle serie, giocata sinora dal Langenthal con grande onore.
La squadra di Dwyer è infatti stata nuovamente costretta a giocare una partita ruvida, in cui le occasioni da rete sono arrivate sempre e solamente con tiri da lontano e la successiva lotta per conquistare il rebound, e mai con trame lineari e tiri puliti. Ma arrivati a questo punto dell’anno si bada logicamente alla sostanza, anche perché questo Ambrì di argomenti per giocare di fioretto non sembra averne, ed anche alla Schoren la velocità d’esecuzione dei leventinesi non è stata tale da far emergere chissà quale differenza tra le due formazioni.
I biancoblù si sono però espressi meglio, e lo hanno fatto probabilmente perché “lo shock” della prima partita era oramai alle spalle, ed una certa tensione nervosa ha pesato meno su un gruppo che via via ha anche perso qualche pezzo fondamentale. Già privi di Monnet, nel corso del match l’Ambrì ha perso anche Fuchs e Guggisberg, costringendo Dwyer a mandare in pista una prima linea che ha visto Bastl e Trisconi affiancare Emmerton, confermato tra gli stranieri unitamente ad Hall.
E questo è quasi un bene, vien da dire, perché proprio il giovane Trisconi è stato uno dei motori che ha mandato avanti l’Ambrì sul ghiaccio della Schoren. L’altra anima della squadra è stata Stucki – ed i due i “razzi” ai pattini li hanno avuti per davvero – ad un certo punto uscito malconcio dal ghiaccio per una botta alla spalla, che non ha però impedito al numero 23 di continuare. Da una parte esaltante, dall’altra preoccupante la loro capacità di emergere in maniera così evidente dal gruppo, che se non fosse per loro avrebbe reali problemi a dare ritmo alla propria manovra.
Complessivamente l’Ambrì Piotta ha però fatto un passo avanti a livello di gioco, anche se nel primo periodo due penalità in rapida successione hanno permesso ai bernesi di prendere in mano il pallino della manovra, mentre gli ospiti sino alla prima sirena non hanno mai saputo riprendersi. Meritato a quel punto l’1-0 firmato da Vincenzo Küng, capace di bruciare Sven Berger in velocità e di battere poi Zurkirchen con un bel backhand.
Per la prima volta in svantaggio, i biancoblù sono tornati in pista nel periodo centrale con un piglio diverso e, pur faticando sempre a trovare dei tiri puliti verso Marco Mathis, hanno avuto il merito di scagliare con buona frequenza diversi puck sulla porta avversaria, venendo premiati dall’1-1 di Fora in powerplay.
Da lì la sfida si è nuovamente trasformata in una guerra di nervi, e già a partire dal terzo tempo era chiaro che la rete successiva sarebbe stata quella decisiva. Entrambe le squadre ci sono andate vicine, con l’Ambrì che probabilmente a ragione chiedeva il rigore per un intervento su Trisconi, mentre il Langenthal a pochi secondi dalla fine ha mancato il punto decisivo per un nulla.
L’overtime ha infine premiato l’Ambrì Piotta, baciato anche dalla Dea Bendata su quel rimbalzo propiziato dal disco messo in mezzo da Emmerton e che è rimbalzato sulla gamba di Cadonau, facendo esplodere la numerosissima tifoseria biancoblù.
2-0, ed in fondo questa è l’unica cosa che conta. Anche sabato la differenza tra le due squadre è stata minima e, come quel palo alla Valascia aveva fatto da crocevia in una prima sfida molto tesa, anche sul ghiaccio bernese gli equilibri erano destinati ad essere rotti da un nulla. La squadra di Dwyer ora dovrà ricomporsi anche alla luce degli infortuni, e dare una definitiva sterzata – che sarebbe probabilmente decisiva – martedì alla Valascia.
La salvezza è più vicina, ma dovrà essere sudata sino all’ultimo. Martedì l’Ambrì è atteso ad una nuova battaglia, l’unica via percorribile per poter finalmente archiviare una stagione complicata e che ora a tutti sta presentando il conto.
LA LOTTA SOTTO PORTA: Difficile pensare che il talento potesse essere un elemento capace di caratterizzare la sfida per la salvezza, ed allora come previsto anche in questa seconda gara la differenza l’hanno fatta il sudore e la volontà di andare a cercare le reti là, dove fa male.
Proprio con una battaglia nello slot il Langenthal è andato ad un nulla dal vincere la partita negli ultimissimi secondi del terzo tempo, e proprio sulla stessa porzione di ghiaccio qualche minuto dopo Bastl ha alzato le braccia al cielo, a festeggiare un puck finito in fondo al sacco dopo essere rimbalzato su Cadonau.
Questo è l’unico gameplan che l’Ambrì può avere, perché la differenza di velocità d’esecuzione non è tale da permettere ai biancoblù di costruirsi occasioni pulite e lineari. Allora anche da martedì si continuerà così, a tirare il più possibile e a cercare i rimbalzi che Mathis rilascia con ghiotta frequenza.
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)