AMBRÌ – LANGENTHAL
4-2
(1-1, 2-1, 1-0)
Note: Valascia, 4’532 spettatori. Arbitri Koch, Wiegand; Kovacs, Wüst
Penalità: Ambrì 1×2′ + 1×10′ (Zgraggen), Langenthal 2×2′
AMBRÌ – Una cosa è certa, questo spareggio per l’Ambrì Piotta non sarà una passeggiata, e tanto meno una farsa come i più scettici potevano credere. Il Langenthal alla Valascia si è presentato per giocarsela al massimo delle sue potenzialità, e per tutta la gara della categoria di differenza tra le due squadre non vi è mai stata una netta traccia, soprattutto nel corso di un periodo centrale in cui gli equilibri della sfida sono stati drammaticamente sottili.
Ciò che contava per la squadra di Dwyer era però vincere e scaricare la tensione, la stessa tensione che nelle prime battute ha frenato un Ambrì Piotta apparso contratto ed estremamente impreciso, messo in difficoltà da un mix tra agonismo avversario e paura di sbagliare che sarebbe anche potuto essere letale.
Di errori i biancoblù ne hanno fatti una miriade – che poi sono sempre i soliti, ma era utopico pensare che affrontare un avversario di NLB li facesse sparire per magia – ma va però anche ammesso che giocare una partita del genere non è assolutamente semplice, soprattutto la prima di una serie.
L’unico momento in cui i biancoblù hanno potuto davvero tirare un sospiro di sollievo è così stato alla quarta rete ottenuta da Fuchs, che ha lanciato i titoli di coda su una partita che i bernesi hanno avuto la possibilità addirittura di vincere.
Il momento chiave della sfida lo si è infatti vissuto durante il secondo tempo, quando le due squadre sull’1-1 si sono scambiate una serie di occasioni da far rabbrividire i 4’532 della Valascia, che ad ogni puntata offensiva del Langenthal hanno avuto di che sudare freddo.
La sensazione a quel punto era infatti che se gli ospiti avessero ottenuto il vantaggio, l’Ambrì si sarebbe ritrovato in una situazione molto complicata soprattutto a livello mentale, dopo il nervosismo evidenziato ad inizio gara e amplificato da due powerplay giocati in maniera disastrosa.
Non vogliamo dunque nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se poco dopo la mezz’ora quel disco scagliato da Pienitz finito sul palo fosse rimbalzato in rete, ma è chiaro che il match avrebbe preso una direzione complicata da invertire.
La capacità di esecuzione degli uomini di Dwyer è stata per lunghi tratti al di sotto dello standard, e in definitiva mai i ticinesi sono riusciti a “rilassarsi” e a mettere in fila i proverbiali tre passaggi senza che il disco saltasse sulla paletta di qualcuno.
Per una squadra che da mesi viene condannata dagli errori individuali è però comprensibile che una sfida di tale importanza richiedesse del tempo per essere assorbita, anche se la sensazione è che a questo lineup manchi del talento per far davvero emergere la differenza di categoria, giovedì venuta a galla raramente e comunque compensata da un agonismo e un ordine apprezzabile da parte del Langenthal.
Per questa prima sfida Dwyer ha scelto di affidarsi a Emmerton e Hall, così da avere due centri stranieri a cui si è aggiunto un Kamber che non vedeva il ghiaccio da un mese e mezzo, ma che ha avuto il pregio di essere l’artefice del decisivo 3-2 firmato da Kostner.
Già a partire da sabato però l’Ambrì dovrà sollecitare il portiere Mathis con maggiore frequenza e da distanza ravvicinata, non limitandosi a quegli appoggi da fuori che possono sì sempre far nascere qualcosa, ma che in sfide in cui si è chiamati a controllare l’iniziativa – e questa è praticamente una novità per l’Ambrì – non sono sufficienti.
Sia in powerplay che a parità numerica sul ghiaccio si è sentita la mancanza di un elemento che potesse rappresentare una vera minaccia con il suo tiro, e forse un D’Agostini in più potrebbe fare comodo, soprattutto considerando all’ala l’assenza di Monnet e la possibilità di tornare a schierare Fuchs al centro. Ipotesi queste che andranno eventualmente ponderate a mente fredda, ma con la consapevolezza che un Ambrì così nella bolgia della Schoren potrebbe anche non bastare.
Con il passare dei minuti i biancoblù hanno però potuto scaricare un po’ la tensione. La Valascia è esplosa al gol di Stucki, prima di tornare giustamente a preoccuparsi sul 2-2 in powerplay di Füglister – e in NLB il Langenthal era tra le migliori in superiorità – ed infine si è potuto festeggiare una vittoria che si trasforma però in un campanello d’allarme.
Oltre al vantaggio nella serie, i leventinesi hanno infatti guadagnato la consapevolezza di ritrovarsi di fronte un avversario motivato, con un sistema di gioco ben regolato e che tecnicamente non ha poi avuto molto da invidiare agli avversari di NLA. Per l’Ambrì da sabato sarà forse questo il passo più importante da fare, ovvero riuscire a mostrare quella superiorità che ti permette poi di acquisire sicurezza ed eseguire con fiducia le giocate richieste per arrivare alla salvezza.
Che Gara 1 fosse la “partita della paura” era normale, dato che perderla sarebbe stato un mezzo disastro, ma alla luce di quanto visto la seconda sfida assumerà un significato ancora maggiore, perché ci dirà realmente dove queste serie potrà andare a parare.
Una cosa è certa, non sarà una passeggiata.
GLI EQUILIBRI, ROTTI PER UN NULLA: Il vero momento in cui si è decisa la sfida è stato nella frazione centrale, quando sull’1-1 era chiaro che la rete successiva avrebbe avuto un peso molto importante nell’economia della sfida.
Ad ottenerla è stato l’Ambrì Piotta, con il gol di Stucki che – pur essendo stato immediatamente impattato dal 2-2 di Flüglister – ha permesso ai biancoblù di non ritrovarsi in quella situazione mentalmente complicatissima che avrebbe comportato l’andare in svantaggio.
Il frangente ha ben riassunto quanto la differenza tra le due squadre in pista per questa prima sfida sia stata davvero minima, con il Langenthal capace di costruirsi diversi momenti in cui ha fatto sudare freddo i tifosi biancoblù.
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