AMBRÌ – Suona la terza sirena alla Valascia, e l’Ambrì Piotta finisce con l’essere nuovamente punito, questa volta forse un po’ severamente per 6-1. Il club decide di non mettere a disposizione alla stampa alcun giocatore, per “cercare di proteggerli in questo momento delicato, perché il problema della squadra è anche mentale e c’è già abbastanza pressione”, ci spiega il presidente Filippo Lombardi.
La situazione è sicuramente delicata, anche se la prima metà di partita ha mostrato che con il giusto atteggiamento questa squadra può riuscire ad esprimersi su un certo livello… Forse non sufficiente per piegare un Friborgo indubbiamente più attrezzato, ma giocando con la massima carica agonistica nello spareggio gli equilibri dovrebbero essere diversi.
Tutte le attenzioni sono logicamente su Gordie Dwyer, “ma non ho l’impressione che il problema sia l’allenatore… La squadra gira e non c’è scollamento tra il gruppo e lo staff tecnico – spiega Lombardi – poi però arrivano degli errori individuali che ci condannano. È colpa dell’allenatore? Questa è una domanda a cui ho difficoltà a rispondere (visto quanto uscito in mattinata, la risposta per ora sembra essere “no”, ndr)”.
“Siamo tutti preoccupati, saremmo degli incoscienti se non lo fossimo, ma non riesco a puntare il dito contro qualcuno dello staff, perché ci troviamo di fronte ad una serie di errori individuali che sta pesando sul risultato di squadra, questo malgrado nel complesso si veda del gioco”.
Tutto si giocherà dunque nella testa da qui a fine stagione, con il fattore motivazionale che avrà un ruolo fondamentale: “Lo sappiamo che la situazione qui non è facile. L’infrastruttura non è comoda, e se si devono attendere anni per una pista che viene promessa ma non arriva, qualcuno può perdere un po’ di coraggio. La motivazione è forse scemata già a inizio stagione, quando si perdeva con un solo gol di scarto malgrado tutti gli sforzi fatti… La situazione è difficile perché la questione è mentale prima che tecnica”, spiega Lombardi.
Una fonte di preoccupazione resta dunque la composizione di questa squadra, formata da giocatori negli ultimi anni di carriera oppure da altri che già hanno firmato altrove, oppure già ben consapevoli che non verranno confermati: “Questo può giocare un ruolo sui singoli, ma salvo un paio di personalità particolari non mi sembra che la squadra abbia un problema nello stare insieme e nell’impegnarsi, malgrado i risultati”, conclude Lombardi. “È però vero che ci sono state tante partite in cui abbiamo avuto l’impressione che si siano iniziato molli e rinunciatari, ma non è stato il caso di giovedì”.