ZSC LIONS – LUGANO
4-3
(1-1, 2-0, 1-2)
Note: Hallenstadion, 10’343 spettatori. Arbitri Fischer, Stricker; Gnemmi, Obwegeser
Penalità: ZSC Lions 6×2′, Lugano 7×2′ + 1×10′ (Merzlikins)
ZURIGO – Certo che di rammarichi per come è terminata la partita ce ne sono, per quell’ultimo tempo in cui i bianconeri hanno saputo rimontare dal 4-1, pericolosa spia di rischio imbarcata, al 4-3 già al 45′.
Solo in quei frangenti i bianconeri hanno dato veri segnali di essere entrati nei playoff, dopo 40′ passati ad inseguire il disco e i padroni di casa, senza il coraggio di osare e di metterci il fisico, sbagliando anche le cose più elementari, somigliando pericolosamente al Lugano di Shedden.
(© Berend Stettler)
Sin dai primi minuti si è capito che il Lugano non era entrato con la giusta attitudine in pista, lasciando controllo pieno ai padroni di casa, capaci però (per fortuna) di sfruttare poco le occasioni lasciate dai bianconeri ai Lions. Le uscite dal terzo di difesa sono avvenute con una difficoltà estrema, sotto il forecheck alto dei Lions ma questo era sicuramente preventivabile, primi passaggi sbagliati a profusione, posizionamenti sbagliati nella zona neutra, dischi lunghi o sui pattini a ogni transizione.
Lo dicevamo pochi giorni fa: se il Lugano riesce a mettere l’intensità, il pattinaggio e la grinta del gruppo vista nelle ultime giornate, allora Chiesa e compagni potranno giocarsela e mettere in difficoltà i Lions, ma con l’attitudine vista nei primi due tempi allora la serie rischia di essere senza storia. Vien da chiedersi se un esordio del genere nei playoff sia figlio della troppa sicurezza, o del “timore” di aprirsi troppo, oppure ancora è stata un’impostazione voluta, e allora qua si parlerebbe di game plan suicida.
(© Berend Stettler)
Ma vogliamo credere, alla luce dell’ultimo periodo della partita, che quello del Lugano fosse un ingenuo e colpevole risveglio tardivo, favorito anche paradossalmente dal 4-1 dei Lions dopo soli 16″ di gioco, rete che deve aver colpito nell’orgoglio una squadra sull’orlo della batosta.
Da lì, o meglio, dalla rete dell’immediata reazione di Fazzini i bianconeri hanno finalmente deciso di giocarsela questa benedetta Gara 1, accendendo l’interruttore della grinta, del pattinaggio e del forecheck alto e intelligente. L’immagine di questa reazione e della comprovata capacità del Lugano di giocarsela è data dalla rete del 4-3 di Lapierre, il quale ha battuto Flüeler con inaspettata freddezza in un’azione di forza, dopo che Sannitz aveva provocato un turn over nello slot basso.
(© Berend Stettler)
Praticamente quella è stata quasi un’altra partita, la squadra di Walsson ha cominciato ad indietreggiare e a commettere qualche errore in fase di transizione, costretta dai bianconeri al lavoro extra anche solo per uscire dal terzo. Ed è questo che deve far mangiare le mani a Klasen e compagni, perché hanno dimostrato di potersela giocare anche all’Hallenstadion, di poterci credere anche sotto 4-1, solo che a quel punto il 4-1 è diventato insormontabile.
Deve fare rabbia (quella giusta) perché i segnali c’erano già stati dopo il primo tempo, ma Merzlikins e Vauclair erano stati bravissimi a tenere i compagni in partita sull’1-1 nonostante lo strapotere dei padroni di casa potesse già portare le cose al peggio. Essere usciti così dai primi 20′ è stata una fortuna enorme ed allora la sveglia doveva arrivare lì, quando la partita poteva essere giocata ripartendo dal pareggio.
(© Berend Stettler)
Perdere a Zurigo non è uno scandalo, la serie è appena iniziata, ma c’è da sperare che il Lugano abbia imparato una lezione che si pensava fosse già assimilata, in più bisogna attendere l’esito dell’infortunio di Brunner e che pure i top entrino in modalità playoff. Di tempo ce n’è poco, di necessità ce ne sono molte, a chi di dovere trarne le conclusioni.
In regular season queste entrate in materia possono essere riparate, nei playoff no, soprattutto se davanti ha gli ZSC Lions.
Troppi giocatori ritenuti “da playoff” hanno faticato a trovare le sensazioni giuste, ma è solo quando i bianconeri hanno deciso di giocare come una squadra che i Lions sono andati in difficoltà e la partita si è equilibrata. Peccato fosse troppo tardi.
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