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Lugano

Resega espugnata, il Lugano si inguaia con il Kloten

LUGANO – KLOTEN

2-3

(1-0, 0-2, 1-1)

Reti: 17’04 Brunner (Zackrisson) 1-0, 20’51 Grassi (Shore) 1-1, 25’16 Praplan (Cunti, Hollenstein) 1-2, 54’25 Shore (Grassi, Sheppard) 1-3, 59’02 Furrer (Klasen) 2-3

Note: Resega, 5’604 spettatori. Arbitri Mollard, Schkies; Gnemmi, Kaderli
Penalità: Lugano 2×2′, Kloten 3×2′

LUGANO – I buoni propositi post-Ginevra sono durati un tempo e 51″, ossia la porzione di partita in cui il Lugano aveva perlomeno messo in pista un buon piglio ed era rimasto in vantaggio sul Kloten.

Dal pareggio di Grassi (con l’aiuto involontario di Wilson con la paletta del suo bastone) i bianconeri hanno preso a pasticciare, a passarsi il disco puntualmente sui pattini o un metro oltre il raggio d’azione.

Ma andiamo con ordine per raccontare questa partita importantissima per entrambe le compagini, entrambe in crisi, una all’inseguimento dell’altra. La nuova dottrina di Ireland basata sulla velocità di esecuzione ha prodotto a sprazzi nel primo tempo alcune azioni interessanti da parte dei bianconeri, su tutte quella che ha portato al gol di Brunner.

Pareva ci fossero le prime grezze basi per ricominciare e vedere un Lugano propositivo, in grado di fare e condurre la partita, anche in scia all’incoraggiante vittoria esterna di martedì a Ginevra.

Purtroppo i vecchi fantasmi del Lugano faranno fatica ad essere scacciati, lo prova lo svolgimento del match a partire dal secondo tempo, quando Chiesa e compagni hanno ricominciato a litigare con i vecchi problemi, di precisione e intensità.

La manovra si è fatta più confusa e spezzettata, i centri non hanno più saputo condurre le proprie linee (Zackrisson incagliato in entrata dello slot, Martensson invisibile per lunghi tratti e quando non lo era si è mostrato inguardabile) e le azioni offensive si sono arenate ai lati del terzo offensivo, con il Kloten bravo ad arginare ed allargare le puntate bianconere.

Le poche occasioni vere sono state sprecate malamente (Gardner, Zackrisson) e al Kloten è stato concesso più spazio nel triangolo maledetto tra lo slot basso davanti a Merzlikins e i due angoli dietro la porta. Il Lugano ha cominciato a gestire male e lerdere dischi in quelle zone e il gol di Praplan a suggellare una pregevole triangolazione del primo blocco ospite ha messi a nudo le difficoltà dei bianconeri nell’unire i reparti nelle varie zone della pista.

Sarà stato anche che dopo un solo allenamento mettere in pratica i primi comandamenti di Ireland è quasi impossibile, ma al Lugano di nuovo è mancata l‘intensità, la cattiveria e la grinta che in certi contesti potrebbero venire in soccorso a squadre ancora prive di idee, mentre con questa attitudine di risultati non se ne otterranno molti.

Ne ha ben donde, Greg Ireland, a dire dopo l’incontro che vuol vedere una squadra che “attacca in 5, difende in 5, vince e perde tutta assieme”, ma contro gli aviatori, dopo un buon inizio il Lugano ha messo in pratica solo l’ultima parte di tale affermazione, e come spesso è successo la reazione tardiva non ha salvato Klasen e compagni dalla sconfitta.

Questa partita poteva lanciare i bianconeri in una settimana di lavoro serena, nella quale Ireland può finalmente lavorare a fondo sul suo credo (ricordiamo che ha avuto a disposizione un allenamento e una rifinitura in questa settimana) mentre ora la situazione rischia di farsi più “tesa” con una classifica più corta attorno alla linea che potrebbe rilanciare il Kloten.

Non ci si illuda, anche con il massimo impegno questa squadra ha moltissimo lavoro da fare, la partita contro il Kloten è la prova che al Lugano mancano persino le basi per un gioco logico e la sua applicazione sul ghiaccio, e nel periodo di “transizione” con Ireland le difficoltà potrebbero perdurare più a lungo per l’adattamento.

Il tempo è poco e il campionato non aspetta nessuno, alla Resega si lavori come non si è mai fatto per cadere dalla carrozze di un treno che rischia di affollarsi.

fattore2LO SFALDAMENTO DEI REPARTI: Il buon primo tempo del Lugano è nato dalla base: semplicità di gioco, velocità d’esecuzione e tanto pattinaggio.

Quando il Lugano ha smesso di mettere in pista uno o più di questi comandamenti, la partita si è girata verso gli aviatori, più bravi a prendere possesso delle zone calde della pista.

I bianconeri si sono disuniti tra difesa e attacco, la zona neutra è diventata territorio del canton Zurigo. E se si perde la zona neutra si perde il controllo del gioco e la possibilità di attaccare in profondità, cosa che il Lugano non è più stato in grado di fare.

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