LUGANO – Nel primo weekend del 2017 il Lugano era impegnato nella doppia sfida contro il Davos. Le due partite sono state contraddistinte da una certa similitudine, in particolar modo pensando al fatto che i bianconeri si sono ritrovati in entrambe le gare in svantaggio per 3-0.
Un problema – quello delle entrate in materia sbagliate, sia a inizio partita che di un periodo – che i bianconeri si stanno trascinando appresso da tutta la stagione. Ormai siamo a gennaio e, volenti o nolenti, la fase calda della stagione si sta avvicinando a grandi passi, ma nonostante ciò una soluzione non è ancora stata trovata.
“Non saprei spiegarne il motivo” ci risponde Patrik Zackrisson. “Cerchiamo di fare del nostro meglio, ma domenica di nuovo non eravamo pronti. Abbiamo preso delle penalità stupide, magari perché eravamo troppo vogliosi di fare bene, ma siamo entrati troppo duramente e senza la necessaria furbizia per evitare queste penalità. È una situazione difficile, quello che abbiamo mostrato non è stato sufficiente. Dobbiamo cercare di correggerlo in un qualche modo, magari uscendo sì con energia, ma portando anche un po’ di furbizia nel nostro gioco”.
Un’altra costante nel gioco del Lugano è la reazione che spesso si vede nel terzo periodo, volto a correggere ciò che (non) è stato fatto nei primi due. Non sempre però questa reazione tardiva è sufficiente a girare la contesa e viene da chiedersi perché non sia possibile portare sin da subito un atteggiamento simile sul ghiaccio.
Malignamente si potrebbe pensare che la reazione dei bianconeri sia la conseguenza di un abbassamento di ritmo da parte degli avversari, che avviene solo nel periodo conclusivo, complice il vantaggio accumulato nella parte iniziale della gara.
“Ovviamente questo è un fattore” ci conferma il numero 19 bianconero. “Nel terzo tempo, pensando alla sfida di domenica, credo che loro si siano leggermente chiusi per proteggere il vantaggio. Allo stesso tempo noi abbiamo potuto prestare un po’ meno attenzione alla fase difensiva tentando il tutto per tutto… È meglio subire il 4-1 a dieci minuti dal termine della gara che nel secondo tempo. Nel periodo centrale bisogna giocare con un po’ di furbizia e pensare alla fase difensiva, mentre nel terzo non c’è più niente da perdere e ci si può riversare all’attacco. Domenica ha funzionato, abbiamo trovato un modo per vincere e dobbiamo prendere le cose positive per la prossima partita”.
Per lunghi tratti della stagione il boxplay è stato una delle poche costanti positive nel gioco del Lugano, a testimonianza del quarto posto in questa speciale classifica con un’efficacia del 84,97%. Lo scorso fine settimana però sono affiorati dei problemi pure in questo esercizio, con in totale quattro reti subite.
“Il penalty killing non è stato all’altezza, avremmo dovuto neutralizzare più penalità. Durante la stagione il boxplay è stato un nostro punto di forza, siamo sempre riusciti a giocare in maniera aggressiva, ma soprattutto nella sfida di domenica loro hanno trovato una via per segnare, magari dopo averci studiato la partita precedente”.
Dal punto di vista personale Patrik Zackrisson non sta attraversando un periodo facile. Lo svedese veniva da tre partite consecutive di campionato in cui era finito in sovrannumero e domenica ha potuto giocare verosimilmente solo perché Ryan Wilson era malato.
Questa apparente scarsa considerazione da parte dello staff nelle ultime settimane ha alimentato varie voci di mercato, ed i dubbi sulla sua permanenza a Lugano sono legittimi, ma il centro svedese mette fine alle speculazioni.
“Sono qui, domenica ho giocato e sono pronto a scendere in pista per le prossime partite se ne avrò l’occasione” conclude Patrik Zackrisson. “Voglio restare a Lugano e aiutare la squadra nel miglior modo possibile”.