AMBRÌ – FRIBORGO
6-3
(2-2, 1-1, 3-0)
Note: Valascia, 5’017 spettatori. Arbitri Prugger, Wiegand; Bürgi, Ströber
Penalità: Ambrì 5×2′, Friborgo 3×2′
AMBRÌ – L’Ambrì Piotta può andare alla pausa con un “mezzo sorriso”, dopo aver battuto il Friborgo nella sfida tra ultime della classe, ottenendo così la quarta vittoria nelle ultime sei partite che permette alla squadra di Kossmann di abbandonare l’ultimo posto in classifica.
I biancoblù hanno ottenuto i tre punti senza lasciarsi alle spalle gli oramai classici problemi che li hanno condannati più e più volte nel corso di questo campionato, ma stavolta sono riusciti ad essere spietati sul fronte offensivo e a sfruttare le debolezze di un avversario palesemente – ed incredibilmente, considerando i nomi che il Gotteron ha in rosa – allo sbando.
In pista con Zurkirchen nuovamente tra i pali e con Collenberg a prendere il posto di Jelovac (botta all’anca per lui nel derby, se ne saprà di più in settimana) e senza Gautschi dal secondo tempo, i leventinesi sono stati nuovamente trascinati dalla prima linea, con in particolare Emmerton e Pesonen ad indicare la via – invero predicando un po’ nel deserto, gli altri blocchi erano anche stavolta poco ispirati – e Monnet nel ruolo di rifinitore.
L’Ambrì ha però anche giocato pericolosamente con il fuoco, rendendosi protagonista di un primo tempo disastroso, conclusosi sul 2-2 solamente grazie ad una grande concretezza sul fronte offensivo (cinque tiri, due gol) e all’imprecisione del Friborgo, che non ha ricevato nemmeno un minimo vantaggio da un primo periodo dominato.
In quel frangente erano infatti stati i burgundi ad avere dalla loro tutta l’iniziativa e, pur confermandosi squadra terribilmente confusa ed arruffona, avevano lasciato solamente le briciole ai padroni di casa sul piano del gioco.
In quel frangente errori strutturali ed individuali sembravano poter affossare l’Ambrì, con Mäenpää nuovamente inguardabile e nelle vesti di Babbo Natale in occasione dell’1-1, con il puck del pareggio impacchettato e regalato a Mauldin e Bykov. L’azione è stato il simbolo di un primo tempo difensivamente fragilissimo.
Sull’altro fronte i leventinesi erano stati spietati grazie a due bei tiri di Monnet e Lhotak, salvo però concedere immediatamente il pareggio in entrambi i casi, rispettivamente dopo 77 e 61 secondi. Mentalmente fragile, l’Ambrì aveva dunque bisogno del classico episodio che potesse dare la svolta all’incontro, episodio questo coinciso con il bel 3-3 firmato con una gran botta da Emmerton.
Da quel momento la partita è cambiata. Grazie anche ad un powerplay immediatamente successivo al gol, l’Ambrì ha iniziato a far arrivare più dischi sulla porta di un Conz costantemente insicuro e, pur non trovando il vantaggio, aveva chiuso all’assalto il periodo centrale, lasciando ben sperare in vista dell’ultima frazione di gioco.
Il colpo di grazia per il Gotteron è arrivato in seguito ad un improbabile gol dell’ex, con Ngoy che ha firmato la sua prima rete in maglia leventinese nelle prime battute del terzo tempo. La sensazione a quel punto era che la partita – sempre in bilico anche a causa di un livello tecnico piuttosto scarso – fosse lì da vincere per l’Ambrì, che è stato capace di affossare i dragoni nel loro più alto momento di fragilità.
Grazie ad una stupenda progressione in velocità di Lhotak e ad un violento slapshot di Zgraggen i padroni di casa hanno infatti messo in cassaforte una vittoria che al 60esimo li ha visti avanti con un rotondo 6-3, pur con la consapevolezza di aver rischiato ben più di quanto il tabellone indicasse.
Nella prima metà di gara l’Ambrì ha infatti mostrato nuovamente il suo lato peggiore, fatto di uscite dal terzo ed una fase di transizione estremamente macchinose, una scarsa copertura dello slot e ben poche idee sul fronte offensivo, tant’è che i pochi tiri indirizzati verso Conz erano arrivati immediatamente dopo aver guadagnato il terzo offensivo. La carica di Emmerton nel periodo centrale e tre gol nello spazio di dieci minuti nel terzo tempo hanno indirizzato la partita sui binari giusti… La vittoria non deve però essere rassicurante, ma solamente un cuscinetto per cercare finalmente di trovare delle soluzioni nella prossima decina di giorni.
Impressionante sull’altro fronte vedere un Friborgo così malmesso. Innumerevoli le imprecisioni dei suoi uomini migliori, tanti gli errori di posizionamento e valutazione delle situazioni di gioco, a cui si aggiunge quella che al momento è la peggior coppia di portieri del campionato. Insomma, se Larry Huras supererà la scossa provocata da sei sconfitte consecutive, avrà il sul bel da fare.
Lo avrà però anche Hans Kossmann, che si ritrova tra le mani una squadra che, nonostante i tanti mesi di lavoro assieme, in alcuni frangenti dà ancora l’impressione di non sapere cosa fare sul ghiaccio. Questo gruppo ha dimostrato anche di sapere giocare assieme, e di saperlo fare bene… Ma deve ancora trovare risposte per una fragilità mentale che rimane il principale freno.
I biancoblù hanno invece avuto il merito di riuscire nell’esercizio, colpendo a ripetizione il Friborgo e facendogli pagare le infinite incertezze palesate in pista. Ne è così uscito un Ambrì meno fragile del suo avversario, in preda ad una crisi che lascia a bocca aperta.
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