LUGANO – GINEVRA
3-2
(1-1, 1-1, 0-0; 1-0)
Rigori: Klasen, Schweri, Martensson
Note: Resega, 5’275 spettatori. Arbitri Eichmann, Hebeisen; Kovacs, Kpng
Penalità: Lugano 3×2′, Ginevra 3×2′
LUGANO – C’è una squadra, quella bianconera, che sta cercando di uscire dalla crisi in cui si era cacciata, una squadra che è “sopravvissuta” alle scoppole di Kloten e Berna, e che cerca di mettere fuori la testa dalle acque più profonde con le proprie forze.
La vittoria contro il Ginevra, con due punti che valgono doppio, ma che alla luce dei fatti dovevano essere tre, va un po’ stretta e sa di occasione leggermente mancata per guadagnare la posta piena contro un avversario diretto.
Perlomeno il Lugano ci sta provando, ed è questo che più conta, perché ritrovarsi con una squadra che rimane una squadra dopo quella tempesta di settimana scorsa non è affatto evidente, ma è sicuramente la cosa più importante in questo momento.
Non ci si più nemmeno aspettare che la situazioni cambi dalla notte al giorno con un click del l’interruttore, perché ricordiamo che il buono dell’8-1 rifilato al Friborgo andava bilanciato con i problemi dei burgundi. Ma questo non toglie che i bianconeri ci stiano mettendo del loro per uscirne, e anche contro il Ginevra, squadra altrettanto in difficoltà, ha mostrato ancora quei piccoli passi avanti per cercare di recuperare la strada giusta, pur sbagliando ancora, ma ci vorrà pazienza.
Il Lugano deve ricostruirsi dalla base con la fiducia e la sicurezza, poi arriverà pezzo dopo pezzo tutto il resto, e questa vittoria ai rigori è pur sempre un nuovo mattone da incollare a quelli rovinati e più fragili.
Il momento particolare che stanno attraversando le due squadre che erano in pista è stato dipinto perfettamente da ciò che (non) si è visto nel primo tempo, con due difese che la facevano da padroni, filtri a centro pista, pochi attaccanti che osavano e tanti icing.
Paura di sbagliare, di mettere il disco giusto sul bastone sbagliato, e se c’è questo timore raramente può uscirne qualcosa di buono. Le reti che hanno contraddistinto la prima frazione sono infatti nate per un’iniziativa personale di Bürgler (tra i migliori in pista) e per un piazzamento sbagliato della difesa di casa su Jacquemet, per il resto, di occasioni nitide se ne sono viste ben poche.
Si è dovuto attraversare tutto un secondo periodo simile, con le reti di Traber (ma che sfortuna Chiesa…) e di Ronchetti, bravo e freddo nell’inserirsi sull’invito di Klasen, prima di arrivare a un terzo tempo che parlasse di più di hockey.
Non che i bianconeri abbiano cominciato a fare sfracelli, sia chiaro, ma hanno finalmente trovato l’energia e la convinzione per credere di poter andare fino in fondo, spingendo su Mayer con molti dischi sulla porta, respingendo le ripartenze ospiti con un forecheck molto alto e costringendo spesso i difensori ospiti all’errore.
Molte le occasioni, alcune anche nitide, ma è sempre mancato quel qualcosa in più. Bisogna anche leggerlo più approfonditamente quel terzo periodo, dove Vauclair e compagni hanno dimostrato di poter lottare tutti assieme, lavorando con la passione di Walker, provandoci sempre come con Klasen, gettandosi su ogni disco come Zackrisson e Furrer.
Tanti errori, quella “puck-luck” che martedì sera è mancata un po’, ma non si può rimproverare al Lugano di non averci provato fino in fondo, fino al 59’58 quando il tentativo di Zackrisson è uscito di un centimetro alla destra di Mayer.
Si è arrivati ai rigori, passando per un overtime da togliere il fiato, con errori di Wilson e Klasen che sarebbero potuti costare caro ma dove Merzlikins ha dovuto fare l’eroe portando tutti ai rigori. Dove ancora lui assieme a Martensson e al fenomeno Klasen hanno regalato due punti ai suoi. Stretti, ma pur sempre due punti.
Lo ha detto anche Hirschi a fine partita “ci vuole pazienza, le cose non possono cambiare così in fretta”, e allora è giusto prendersi questa vittoria importantissima per classifica e morale (soprattutto) annotando anche le cose positive, accettando che ci vorrà del tempo.
È una squadra che sbaglia ancora questo Lugano, ma va dato atto che è una squadra che cerca di uscire da quei guai in cui si era cacciato (quasi) da solo, e perlomeno gli va dato il beneficio della fiducia se si vedono dei seppur piccoli e incerti passi avanti.
Questa squadra vuole uscirne senza terremoti, e gli va data questa giusta possibilità.
Contro il Ginevra i bianconeri, seppur con delle gambe ancora tremolanti hanno tenuto, anzi avrebbero meritato di vincere nei tempi regolamentari per quanto mostrato nel terzo tempo, ma nessuno è riuscito a trovare il guizzo giusto.
Allora, quando sono i campioni a doverci pensare, i campioni hanno fatto la loro parte. Merzlikins ha salvato il risultato nell’overtime e parando i rigori di Spaling, Wick e Kast, mentre dall’altra parte Klasen con un suo marchio di fabbrica e Martensson hanno battuto Mayer.
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