AMBRÌ – La sfida interna con il Langnau doveva rappresentare una sorta di punto esclamativo che l’Ambrì Piotta era chiamato a mettere per confermare sul serio il proprio periodo positivo, ma sabato sera la squadra di Kossmann ha mancato la prova del nove, evidenziando una brutta “ricaduta” che è lì a ricordare a tutti che i problemi del recente passato non potevano certo essere scomparsi come per magia.
Fallita la conferma, dunque, così come è stata mancata la possibilità di lasciare l’ultimo posto della classifica e tornare a poter guardare con un po’ più di positività la graduatoria, questo nonostante i match in più rispetto agli avversari continuino a tenere l’Ambrì in una prospettiva negativa.
Contro i Tigers la prestazione dei leventinesi si è però spenta praticamente alla prima sirena, e per i restanti 40 minuti di gioco gli ospiti hanno fatto tutto il necessario per legittimare una vittoria meritata.
In pista con Zurkirchen tra i pali e con Collenberg che ha preso il posto dell’infortunato Trunz – per Guggisberg bisognerà attendere, il giocatore è recuperato fisicamente ma la compagnia assicurativa non ha voluto dare l’OK per il suo impiego – l’Ambrì Piotta ha iniziato la partita come meglio non avrebbe potuto, trovando il vantaggio già dopo 2’29 grazie a Lhotak, ed il raddoppio quattro minuti dopo in powerplay con Pesonen.
Nella prima frazione di gara i biancoblù si sono fatti apprezzare in particolar modo per una buona fase di transizione e per la capacità di far girare bene il disco nel terzo avversario, lasciando alla squadra di Ehlers solamente le briciole dal punto di vista del possesso del puck.
Già nel primo tempo i biancoblù avevano però mostrato diverse crepe nella loro armatura, con dei puntuali errori di posizionamento in fase difensiva che avevano permesso a cadenze regolari ai giocatori del Langnau di sollecitare Zurkirchen da posizioni sin troppo invitanti. In quel frangente il portiere leventinese è stato bravo, ma era evidente che se le cose non fossero cambiare, prima o poi l’Ambrì avrebbe dovuto pagare dazio.
A cambiare veramente la partita sono però stato quelle tre penalità in rapida successione ad inizio periodo centrale che, oltre ad aver permesso a Schremp di ridurre le distanze in doppia superiorità numerica, hanno bruscamente tolto ritmo dell’Ambrì. Gli uomini di Kossmann hanno provato a reagire, ma da lì a fine partita le occasioni per i padroni di casa sono arrivate più che altro al termine di ripartenze, e mai come risultato di manovre ragionate o reali fasi di pressione.
Nonostante questo la partita avrebbe potuto indirizzarsi su binari diversi. Se quel contropiede di Lauper fosse stato finalizzato da Hall in shorthand l’Ambrì avrebbe ottenuto un pesantissimo 3-0, capace di cambiare decisamente i connotati della partita.
Connotati che sarebbero potuti variare anche nel finale di periodo centrale, quando gli arbitri non hanno visto una bastonata – involontaria, ma anche netta e che andava punita – di Roland Gerber nei confronti di Pesonen, rientrato talmente sanguinante negli spogliatoi da costringere i direttori di gara a chiudere in anticipo il periodo, così da permettere la pulizia del ghiaccio.
Questi sono però episodi, che ipoteticamente avrebbero potuto salvare un Ambrì che complessivamente ha comunque fatto troppo poco per guadagnarsi il diritto di avere rimpianti. La squadra ha mostrato il suo lato migliore all’inizio, ma ha poi dimostrato di essere ancora fragile e di avere di nuovo paura delle conseguenze delle proprie azioni.
Da quando Schremp ha insaccato quel gol, per i biancoblù tutto è tornato ad essere maledettamente difficile, ad immagine di un Mäenpää che si era espresso su buoni livelli nei primi 20 minuti, salvo poi cadere in una prestazione molto approssimativa per i minuti restanti. L’Ambrì di fatto non ha mai reagito – ed il bilancio di soli 10 tiri negli ultimi 40 minuti lo dimostra – mentre il Langnau è cresciuto sino a trovare il pareggio con Dostoinov ed il gol della vittoria grazie ad una gran sassata di Nüssli.
Peccato, ma il Langnau ha semplicemente preso ciò che era suo, mentre l’Ambrì questa volta non è riuscito a portare sul ghiaccio il carattere necessario per reagire alle avversità, cosa che invece aveva fatto egregiamente contro il Berna. C’è dunque ancora tanto da lavorare, soprattutto a livello mentale e sul piano della concentrazione, perchè è proprio lì che questa squadra appare sempre più debole quando esce battuta dal ghiaccio.
Dalla serata di sabato ci si attendeva ben altro, ed anche al rientro negli spogliatoi sui volti dei giocatori leventinesi si percepiva la consapevolezza di aver sprecato una ghiotta occasione di dare nuovo slancio al proprio campionato. L’Ambrì con una vittoria avrebbe mandato un messaggio importante, messaggio che invece per ora rimane in sospeso, in attesa di capire se la squadra di Kossmann possa davvero scrollarsi di dosso una cronica fragilità.
Quelle tre penalità praticamente in successione hanno però fatto perdere completamente la bussola agli uomini di Kossmann. Il ritmo dell’Ambrì si è rotto ed i leventinesi hanno perso il proverbiale filo del discorso, che in definitiva non hanno più saputo ritrovare.
Il terzo tempo era iniziato con i biancoblù ancora in vantaggio, ma era evidente che la partita non fosse indirizzata su binari promettenti.
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