ZUGO – Non deve aver fatto troppo bene la pausa ad Ambrì Piotta e Zugo, perchè la partita andata in scena alla Bossard Arena è stata davvero poca cosa. Su entrambi i fronti. Ad uscirne vincitori alla fine sono stati i padroni di casa, che non hanno certo incantato e che in alcuni frangenti hanno anche fatto rumoreggiare il loro pubblico, ma che in definitiva hanno avuto quel classico guizzo in più che per i biancoblù rimane fuori portata.
La settimana senza partite ed il cambio in panchina non ha portato praticamente ad alcuna novità nel modo di esprimersi della squadra leventinese, ma d’altronde se si va a sostituire un assistant coach, non si può pretendere chissà che rivoluzione. L’Ambrì è stato sì volenteroso, ma anche messo molto male in pista, ed in particolare negli inizi di periodo ha lasciato degli spazi e commesso degli errori di valutazione che uno Zugo in formato “normale” non si sarebbe fatto pregare a sfruttare.
I padroni di casa erano però ai minimi sindacali in fatto di velocità d’esecuzione, e proprio per questo i leventinesi avrebbero potuto e dovuto approfittarne, soprattutto in occasione di quella fase di cinque minuti in powerplay nel periodo centrale. Il tutto era iniziato in maniera perfetta, con Adam Hall capace di insaccare dopo soli 15 secondi a 5-contro-3, ma i restanti quattro minuti di superiorità avrebbero dovuto portare anche al gol del vantaggio.
Se l’Ambrì vuole essere considerata una squadra che può puntare ai playoff, in queste situazioni deve essere spietato, ma sinora non sembra esserci la determinazione necessaria per affondare davvero i propri colpi… Questa era la sensazione dopo due periodi, quando alcune penalità avevano portato il gioco ad aprirsi, ed uno Zugo poco brillante sembrava davvero presentare agli ospiti la possibilità di uscire vincitori dalla sfida.
C’è però sempre un delicato equilibrio nel gioco dell’Ambrì che si altera con un nulla, e questo è dovuto ai tanti errori di posizionamento e valutazione che sono sempre dietro l’angolo. Si prenda l’occasione di Schnyder capitata dopo soli tre minuti, con un passaggio dalla zona neutra che ha tagliato fuori tutta la difesa, oppure il gol dell’1-0 di Klingberg, arrivato quando pochi secondi prima ben quattro biancoblù erano completamente sbilanciati in un angolo.
Un simile episodio ha poi portato anche al gol decisivo firmato da Reto Suri, che da distanza ravvicinata ha fatto secco Zurkirchen a nove minuti dal termine. Il passaggio che ha permesso lo svilupparsi dell’azione – sul filo del fuorigioco, ma il challenge di Kossmann è stato inutile – riassume però la serata dell’Ambrì, e torna ad evidenziare uno dei principali problemi che ha afflitto la squadra sinora, ovvero un gioco distratto e approssimativo in zona neutra.
Quasi paradossalmente è invece andata meglio quando lo Zugo ha potuto macinare gioco nel terzo biancoblù, visto che i leventinesi sono riusciti in un modo o nell’altro a limitare i tiri realmente pericolosi verso Zurkirchen. Agli uomini di Kreis è mancata la loro solita fantasia, ma sul fronte ticinese le cose non sono andate molto meglio, ed anche in quel caso le fasi di pressione – che non sono mancate, soprattutto nelle seconde parti di periodo – non si sono quasi mai tradotte in pericoli per Tobias Stephan.
Il ritmo della sfida non si è mai realmente alzato, e questo ha permesso all’Ambrì di avere “i suoi momenti”. Tra gli aspetti positivi c’è il fatto di aver visto tutti i quattro blocchi offensivi cercare di produrre qualcosa – anche se nessuno ci è riuscito sul serio – ma con quattro attaccanti stranieri e con un ritmo tanto blando, ci si deve aspettare qualcosa di più di una sola rete ottenuta in doppia superiorità.
Pesonen ed Emmerton non hanno giocato una brutta partita, e pur senza costanza hanno cercato di portare energia ed iniziativa. Alti e basti per D’Agostini, che al rientro ha provato ad avere subito un impatto con Hall e Lauper, ma è tornato anche a commettere quegli ingenui falli in zona offensiva – e questa volta rimediando pure un 2+2 – che risultano davvero dannosi e spesso in momenti topici.
Nel finale si è poi visto il “solito” Ambrì, la cui spia della riserva si è accesa praticamente dopo il gol di Suri, quando alla fine mancavano ancora nove minuti. Kossmann ha provato a richiamare Zurkirchen in panchina, ma i biancoblù non ne avevano più (soli due tiri nel terzo tempo…), questo nonostante una bella azione che ha portato Lhotak al tiro da buona posizione.
Peccato, vien da dire, anche se più per quello che si poteva fare, rispetto a quanto fatto effettivamente. In generale anche stavolta c’è poco da rinfacciare alla squadra a livello di generosità, ma questo Ambrì continua ad essere mal organizzato, privo di una vera personalità e senza dei reali giocatori che sanno fare con costanza la differenza. Mica dei problemi da niente.
L’Ambrì è però ancora incerto nel suo gioco, e quando prova a sbilanciarsi per cercare di fare pressione presta il fianco alle ripartenze avversarie, spesso fatali a causa di un gioco in zona neutra ancora da rivedere. Questa squadra deve però fare di più, sul piano individuale e su quello collettivo, perchè così non basta.