AMBRÌ – L’Ambrì Piotta è ultimo, e coach Hans Kossmann sembra con le spalle al muro. Con i numeri che lo condannano – ultimo posto in classifica, peggior powerplay, rendimento degli stranieri insufficiente – il coach dei leventinesi ha stravolto martedì sera la sua formazione, cambiando tre delle quattro linee in pista.
“Non ha nulla da rinfacciare ai miei giocatori, ci siamo battuti per tutto il match nonostante l’aver perso per infortunio tre giocatori nel corso della sfida, la squadra ha dato tutto quello che aveva”, ci ha spiegato Kossmann a fine partita. “Abbiamo perso da un Berna che ha semplicemente troppo talento per noi e questo ha fatto la differenza alla fine. Eravamo sull’1-1 ed abbiamo iniziato bene il terzo tempo, ma la differenza è stata nell’esecuzione, i giocatori del Berna sono ad un livello superiore”.
Con 17 partite già in archivio, l‘Ambrì Piotta ha completato il suo “testacoda” in classifica, diventando la squadra con più match disputati ma con meno punti in assoluto, con l’ultimo posto che non fa altro che aumentare la pressione sulla squadra.
“Non guardiamo la classifica, dobbiamo occuparci delle cose all’interno del nostro spogliatoio e non badare alle quelle all’esterno, che non possiamo controllare”, ha continuato l’allenatore. “La nostra squadra ha giocato al massimo, abbiamo provato di tutto, pattiniamo e restiamo in partita, ma il Berna martedì ha fatto la differenza con questa sorta di esercito che ha a disposizione”.
La differenza avrebbe però potuto farla il powerplay, nettamente il peggiore del campionato con un’efficacia ai minimi storici del 6.12%, che ha prodotto tre gol segnati su un totale di 49 opportunità.
“In powerplay abbiamo avuto un paio di ottime occasioni, ma i gol non si possono comprare, cosa volete che faccia?”, ha risposto un Kossmann un po’ stizzito. “Nelle ultime due partite abbiamo fatto bene in superiorità numerica, ma finchè non segniamo delle reti la nostra statistica non cambierà e sarà sempre negativa… Ma stasera il powerplay non mi ha turbato. Nel terzo tempo abbiamo avuto ancora un’opportunità, ma a quel punto i nostri giocatori erano semplicemente troppo stanchi per esprimersi con lucidità”.
Se praticamente nulla funziona, l’unica strada da percorrere è quella della semplicità, e su questo punto Kossmann ha condiviso l’ipotesi di un Ambrì che spesso cerca delle giocate non nelle sue corde: “Ora bisogna semplificare le cose. Anche il Berna, che è un’ottima squadra, quando si accorge che la giocata di fino non si può fare semplicemente manda il disco sulla porta. Anche martedì abbiamo continuato a cercare la bella giocata, quando sarebbe più importante tirare e cercare poi il rebound”.
“Prendiamo il gol decisivo: Collenberg ha portato il disco in avanti, ma nel momento in cui era nella posizione di tirare in porta ha cercato di fare un passaggio di troppo ed ha perso il puck. L’hockey moderno è veloce e si deve giocare semplice… Non posso criticare i miei giocatori per provarci in ogni modo, ma dopo 50 minuti di hockey si è stanchi ed è in quei momenti che bisogna avere delle buone abitudini. Anche stavolta abbiamo commesso un errore fatale in un momento chiave della partita”.
C’è dunque consapevolezza degli errori commessi, ma le risposte per ora faticano ad arrivare. Diversi giocatori non riescono ad esprimersi e a tornare sul livello mostrato in passato, tornando spesso in panchina con la frustrazione dipinta sul volto.
“Come coach sono anch’io frustrato, ma non credo che ci sia qualcosa di rotto in questa squadra”, ha concluso Kossmann. “Abbiamo bisogno l’aiuto dei nostri migliori giocatori, ora devono trovare il modo di segnare di più. Speriamo di recuperare D’Agostini in tempo per venerdì… È escluso che si prenda un sesto straniero, non abbiamo tutti quei soldi”.