AMBRÌ – BERNA
1-4
(1-0, 0-1, 0-3)
Note: Valascia, 4’458 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Kaderli, Stuber
Penalità: Ambrì 4×2′, Berna 4×2′
AMBRÌ – Quattro sconfitte consecutive e ultimo posto in classifica, bentornati nell’ottobre nero dell’Ambrì Piotta. Non è passato nemmeno un anno dall’avvicendamento in panchina tra Pelletier e Kossmann, ma la sensazione alla Valascia è quella di essere tornati al punto di partenza e, anzi, ci si ritrova oggi confrontati con una squadra che per l’head coach sembra essere un rebus irrisolvibile, con la linea formata da Monnet, Fuchs e Duca a fare sì da “angoli” del puzzle, ma a mancare è tutto il resto.
Dopo essere stato preso per sopperire all’assenza di un centro, Pesonen è stato schierato in quella posizione solamente martedì sera, formando una struttura che completata da Emmerton, Hall e Fuchs può sulla carta essere competitiva. Questo significa però anche ricominciare da capo – siamo a fine ottobre – e la volontà di Kossmann di costruire quattro linee equilibrate oramai non sta pagando.
Ad Ambrì l’apporto degli stranieri è nullo – Emmerton non segna da dieci partite, Pesonen da nove – ed il powerplay ha prodotto tre gol in 17 (!) uscite, che se si contano i tre concessi in shorthand portano il bilancio netto a zero. Se si è una squadra come quella biancoblù questi sono i due fattori determinanti, ma nel momento in cui special teams e giocatori d’importazione ti tradiscono, tutto il resto va a cadere.
A cadere è così stata anche la possibilità di battere un Berna presentatosi alla Valascia con un ritmo superiore nelle gambe ma con anche una mente piuttosto distratta che, soprattutto nel secondo tempo, ha portato gli orsi a commettere una serie interminabili di piccoli errori, che l’Ambrì ha però saputo sfruttare solamente per girare il momentum a suo favore e far correre qualche brivido freddo a Genoni, ma nulla più.
La squadra di Jalonen ha infatti mostrato il meglio solo a tratti, ma la velocità d’esecuzione dei suoi uomini migliori e la capacità di vincere gran parte dei contrasti ha permesso agli ospiti di controllare sin dall’inizio il gioco, lasciando ai biancoblù le briciole di qualche ripartenza, sfociate in occasioni però piuttosto interessanti. Pesonen in particolare ha avuto due buone chance, ma per vedere il vantaggio biancoblù si è dovuto attendere il clamoroso regalo di Untersander al 18’25 a Monnet, che ha sfruttato immediatamente il disco regalatogli dall’avversario.
Il Berna non ha digerito bene l’episodio, ed anche al rientro dopo la pausa un’insolita imprecisione ha permesso all’Ambrì di spostare per una decina di minuti gli equilibri della sfida. Il miglior momento della squadra di casa non è però coinciso con il raddoppio – peccato per l’occasione mancata da Jelovac, con Genoni fuori causa – ed è probabilmente in quel frangente in cui i biancoblù hanno perso la partita, non riuscendo a sfruttare il momento di smarrimento degli avversari.
Difficile dire se un 2-0 avrebbe portato ad un epilogo diverso, ma sicuro è che l’1-1 di Ryan Lasch in powerplay – penalità nata da un disco spedito in tribuna da Ngoy – ha fatto male all’Ambrì, soprattutto considerando i soli cinque gol segnati nelle ultime quattro partite dagli uomini di Kossmann. È poi seguita un’entrata in materia contraddistinta dal classico errore individuale, con Collenberg che si è avventurato in una puntata offensiva poco prudente, soprattutto se sull’altro fronte ci sono due elementi come Arcobello e Lasch, pronti a ripartire in velocità.
Ed è proprio quello che è successo, disco perso in fase offensiva con la squadra sbilanciata e contropiede finito alle spalle di Zurkirchen. Game over. Questo Ambrì non ha gli uomini per poter reagire, non ne ha la personalità ed in definitiva nemmeno la cattiveria.
È così arrivato anche il 3-1 ottenuto nella confusione dello slot da Martin Ness, attaccante che in NLA non segnava oramai da quasi tre anni (29 novembre 2013), e la partita si è di fatto chiusa definitivamente. Nel finale c’è stato spazio solamente per una buona occasione sprecata da Fuchs, prima che Plüss mettesse il definitivo sigillo sul 4-1 a porta sguarnita.
Difficile dire se la formazione rivoluzionata da Kossmann – tre nuove linee su quattro – abbia mostrato passi avanti oppure no, anche perchè dopo un tempo la squadra ha perso per infortunio Kostner, Berger e successivamente Gautschi. La volontà di provare a reagire c’è, e tenere testa al Berna concedendo anche uno straniero ad un avversario così quotato non è evidente, ma è anche vero che la squadra di Jalonen si è presentata alla Valascia distratta ed approssimativa, e l’occasione andava sfruttata.
Ora che il fondo della classifica è stato toccato, l’Ambrì ha bisogno al più presto che i suoi uomini migliori siano davvero i suoi uomini migliori. Emmerton e Pesonen hanno dato qualche impulso in più, ma sono spariti dopo metà gara, ed in retrovia Fora sembra sulla buona strada dopo un inizio di campionato da dimenticare. Dopo sabato contro il Friborgo, anche martedì l’Ambrì si è però bruciato a causa di un’iniziativa troppo audace di un proprio difensore, ed in questo senso ci vuole probabilmente più equilibrio.
In generale, però, questo Ambrì è costruito su delle basi che non stanno assolutamente funzionando e, pur mescolando nervosamente il mazzo, Kossmann non sembra trovare il modo di far rendere al meglio i suoi uomini. Fino a quando questo non succederà, non si potrà che proseguire con prestazioni a metà.
Dopo il regalo di Untersander a Monnet, gli ospiti hanno commesso una lunga serie di errori anche nel secondo tempo. Queste imprecisioni sono state “cavalcate” dall’Ambrì, che ha vissuto un ottimo momento e spinto parecchio su Genoni, senza però trovare il gol.
Al Berna è invece bastato un powerplay su un’ingenuità di Ngoy, ed un contropiede nato da una leggerezza di Collenberg per chiudere i giochi. Quando anche gli uomini migliori dell’Ambrì sapranno punire in questa maniera gli avversari?
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